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(Redazione) - Specchi e labirinti - 35 - INVITO ALLA LETTURA DE “L’ISOLA TRA LE SELVE. POESIE SCELTE 1967-2024” DI UMBERTO PIERSANTI (MARCOS Y MARCOS)

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di Paola Deplano Il fiore della letteratura italiana, Il fiore delle Mille e una notte, Il fiore della mitologia greca .  Sono solo alcuni titoli di antologie d’altri tempi dei, in cui si sottintendeva l’idea di un bouquet letterario da offrire al lettore, il fior fiore di ciò che si doveva conoscere di un autore, di un volume o di un periodo letterario. Un titolo del genere sarebbe calzato a pennello all’antologia L’isola tra le selve. Poesie scelte 1967-2024 di Umberto Piersanti, con prefazione di Fabio Pusterla, recentemente uscito per i tipi di Marcos y Marcos. In questo volume chi ha percorso passo passo l’evoluzione poetica dell’urbinate, valutando i cambiamenti e le costanti dei suoi scritti non può che convenire che, effettivamente, in esso siano contenute le liriche più riuscite, sia dal punto di vista stilistico che di contenuto. La giostra , malinconico ritratto della sofferta paternità dell’autore, L’isola , ricordo mai sbiadito di un viaggio lontano e di una donna al...

(Redazione) - Specchi e labirinti - 34 - A proposito di "Una chiarissima luce" (Compagnia editoriale Aliberti, 2024) di Alessandro Ardigò

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  di Paola Deplano Mi si passi il paragone blasfemo: Chiarissima luce di Alessandro Ardigò (Compagnia editoriale Aliberti, 2024), è un libro uno e trino. È trino perché composto da due parti con in mezzo il secondo linguaggio artistico dell’autore (il disegno) ed è uno perché si nota che il cuore poetante e disegnante è il medesimo, con un suo peculiare modo di scrivere e di dipingere, spesso ruvidamente tenero e soprattutto mai melenso.  Nella prima parte si parla d’amore, di vita, di poesia, a volte prendendo lievemente in prestito suggestioni poetiche della letteratura italiana e straniera, anche delle origini. Docente di letteratura italiana nei licei e dottorando di studi filologici e linguistici all’Università di Bergamo, l’autore non manca certo della cultura necessaria per esprimere con la propria voce tutto il mondo intellettuale che conosce e che fa conoscere a suoi studenti, per i quali è una figura importante, fuori e dentro le aule scolastiche. Da questo luogo, c...

(Redazione) - Specchi e labirinti - 33 - Su “Quando gli alberi erano miei fratelli" di Guglielmo Aprile (Tabula Fati, 2024)

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di Paola Deplano Prediligo i libri di poesia che gravitano attorno ad un solo argomento, poiché indiziano una progettualità poetica che non sempre le sillogi multiformi hanno. Queste ultime, in tanti casi, sembrano seguire un estro momentaneo e disordinato del loro autore e lasciano il lettore a chiedersi perché dovrebbe continuare a leggere tutto ciò. I libri di liriche monotematiche, al contrario, sono giocoforza più ponderati, distillati da un adeguato tempo di scavo interiore e sono maggiormente soggetti alla limatura espressiva, da sempre ottima amica dell’ottima poesia. Ecco, Quando gli alberi erano miei fratelli , di Gugliemo Aprile (Tabula Fati, 2024) appartiene a questa seconda categoria. Il tema centrale è ovvio, sin dal titolo: una passeggiata nelle multiformi potenzialità del canto poetico applicato a figure arboree. In questo, Aprile non è l’unico, ma è in ottima compagnia. Di primo acchito mi viene in mente uno dei più grandi poeti italiani viventi, Umberto Piersanti, da ...

(Redazione) - Specchi e labirinti - 32 - Passeggiando per la Crotone ebraica

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di Paola Deplano Locandina dell'evento  Bisognerebbe essere stranieri ai propri luoghi. Questo perché, se lo fossimo, li guarderemmo con più attenzione e li apprezzeremmo di più. A mio avviso la reiterata abitudine spesso offusca le reali potenzialità di ciò che ci circonda, non facendone cogliere appieno la profondità e la bellezza. L’erba del vicino è sempre più verde, si sa. È opportuno, quindi, vivere il proprio giardino come se fosse un posto mai visto prima, con tutte le sue meraviglie e le sue magie. Si visita il mondo intero e spesso non sappiamo che stiamo camminando su secoli di storia. A onor del vero, bisogna dire che ultimamente c’è una certa riscoperta del turismo di prossimità. Le “Giornate del FAI”, ad esempio, sono encomiabili occasioni per la riscoperta di ciò che è già profondamente nostro. Dispiace dirlo, ma questa maggiore attenzione ai propri luoghi non è stata spontanea, ma spesso mediata dalle restrizioni covid, che hanno imposto di non allontanarsi troppo d...

(Redazione) - Specchi e labirinti - 31 - Piccola indagine poliziesca a partire da “Osicran o dell'Antinarciso" di Saverio Bafaro (Convivo ed., 2024)

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  di Paola Deplano Spesso molti esseri dotati di apparato fonatorio si sentono in diritto di usarlo per dire la loro su qualsivoglia argomento, pur non avendone contezza. Tali argomenti sono, di solito, quelli alla moda, dal cambiamento climatico, ai vaccini, all’insulto politico, alla guerra, al calcio, al narcisismo. Quest’ultimo topic viene spesso tirato fuori tra lacrime e recriminazioni tutte le volte che qualcuno si trasforma dal Principe Azzurro (o dalla Principessa dei Sogni) in un banale ex.  L’azzurro sbiadisce, i sogni diventano incubi e viene fuori, immancabilmente, il narcisismo perverso della persona che ci aveva fatto battere il cuore. Per carità, a volte è vero, a volte abbiamo veramente avuto a che fare con questa maschera demoniaca, ma non penso sempre sempre. Anche perché essa, a detta delle nostre lacrime e delle nostre recriminazioni, non inficia solo gli amori, ma può oscurare il volto di genitori invadenti, fratelli-coltelli, parenti fino al ventesimo g...

(Redazione) - Specchi e labirinti - 30 - sulla poesia di Marco Plebani

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  di Paola Deplano     « Mi sono fedelmente dipinto con tutte le mie follie nell’ Ortis ». Questo scriveva Ugo Foscolo in una lettera ad Antonietta Fagnani Arese. La stessa frase, ovviamente cambiando il titolo, la potrebbe scrivere Marco Plebani a proposito della sua silloge Decimo dan , uscita nel 2022 per le Edizioni La Gru. Non me ne voglia l’autore se comincio a parlarne in termini di follia, ma qui si intende una follia buona, ricca di spunti, divergente dalla massa, in ultima analisi sana . Una follia che merita attenzione e persino, per ricalcare Erasmo da Rotterdam, un “elogio”. Del resto, sono autorizzata a scomodare questo scomodo termine da Plebani stesso, nell’esergo, che recita così: A tutti i sacrifici intenzionali, estorti, biologici, chimici, psicodinamici e monetari che m’hanno fatto diventare ansiogeno. Come non innamorarsi di un libro che comincia così? Perché chiunque legga con gusto la poesia non può che essere, poco o tanto, volente o nolente, a...