Post

Visualizzazione dei post da febbraio, 2023

Due poeti allo specchio (Ugo Mauthe e Sergio Daniele Donati)

Immagine
c’è un muro montaliano vetri feriscono la mano troppo alto per saltare non si può aggirare ma certe sporgenze come gradini in evidenza per salire oltre il bordo affacciarsi sul ricordo o scoprire l’al di là di cui nessuno sa ... e se oltre ci fosse un mare di petali rossi soffici virgole in distesa per una dolce resa? Ugo Mauthe - inedito 2023 (...) e ciò che cela e ciò che è celato e il desiderio che lento cala da stelle morte a indicarci la via e lo sguardo che finalmente si posa s'un orizzonte d'ambra, io tutto questo mai l'ho visto ne ho sentito la voce, forse, nelle pause in cui la parola roca e barbuta del Salmista soffiava volute di lemmi tra i silenzi del creato. e ciò che cela e ciò che è celato e ciò che cade da una mano troppo distratta e saggia per trattenere altro sul palmo che non siano stille d'olio sacro e ciò che non dirò perché non va detto e ciò che non dirò per non dirlo male (...) _________ NOTE BIOBIBLIOGRAFICHE Ugo Mauthe ha una lunga storia prof

(Redazione) - Dissolvenze - 16 - Stelle di polvere

Immagine
A cura di Arianna Bonino Di tutte le ignominie della guerra, la più grande è il fatto  che quell’unica invenzione che ha portato l’umanità più vicina alle stelle è servita soltanto a dar prova della sua bassezza anche nei cieli, quasi che in terra non vi fosse spazio abbastanza. ( Karl Kraus, “Gli ultimi giorni dell’umanità” ) Quella notte Hélène, immobile, dormiva, senza sapere nulla. Dormiva il sonno dei suoi sei anni e sognava, senza sapere di sognare. Suo padre non la svegliò: ma la guardò come non aveva mai fatto prima e come non avrebbe fatto mai più. Il sonno è una morte momentanea. E suo padre la voleva così: come morta. Hélène dormiva come in un’inconsapevole tanatosi. E poi lui cominciò a lavorare. Tutta una notte e un intero giorno. Era il 27 Aprile 1937, una notte silenziosa e limpida, così diversa e lontana da quella appena passata. La bambina dormiva, modella ignara, e il padre la ritraeva, scolpendola in forma bianca.  Una Hélène di gesso. Le mani lavoravano

Due poeti allo specchio (Ilaria Sordi e Sergio Daniele Donati)

Immagine
DOVE FINISCE IL CIELO - Dove finisce il cielo? - mi domandi. - Forse proprio là dove inizia, nell’orizzonte che pare immoto, se fermo, lo si fissa. Eppure tendendo la mia mano all’opposta sponda di sfiorare mi illudo la tua mentre il vento gioca tra le asole di una camicia. La nostalgia veste sempre una taglia in meno come la parola attillata ad ogni addio, a nostra insaputa almeno, così ti porto tatuato in un ultimo lungo sguardo quando sfugge un sospiro a labbra socchiuse e non oso pronunciarti per nome neanche Dio fossi tu per poco. (Ilaria Sordi - inedito 2023) LA LEGGE Dove finisce il cielo inizia il desiderio;  una coda di cometa  che scende piano dall'assenza al ricordo,  liberata da ogni parola.  Se canto la sobria gioia  celata nelle pieghe  del tuo nome temo si perda in un suono  l'acqua pura che riesco  a trattenere nei palmi delle mani. È di quest'acqua di ghiacciaio - nostro comune sollievo - che si nutre il cielo; ¹ il fuoco del tuo nome lo ce

Due poeti allo specchio (Francesca Innocenzi e Sergio Daniele Donati)

Immagine
battesimo questa fuga dai nomi mi somiglia occhio che scansa il ghirigoro. Francesca Silvia Chiara – un battesimo di fluido gelo, un pianto a sbalzare le sillabe dall’altra che sarei stata. Chiara, bianco impasto di creta pelle propizia al richiamo. steppenwolf ¹ È l'altra che sei stata la senza nome tra le pieghe dei palmi delle tue mani, l'umida iride nelle sere d'autunno a cantare la nenia ripetuta del lento avanzare dell'Uomo nelle steppe della parola. Io no. Ebbi una diversa sorte e quelle stesse steppe accolsero i miei latrati alla luna; e fui un nome, poi due, poi tre - mai pronunciati però dalla voce assente  che mi abita. ___ NOTIZIE BIO-BIBLIOGRAFICHE  SUGLI AUTORI Francesca Innocenzi è nata a Jesi (Ancona). Laureata in lettere classiche, è dottoressa di ricerca in poesia e cultura greca e latina di età tardoantica. Ha pubblicato la raccolta di prose liriche Il viaggio dello scorpione (Il Filo 2005); la raccolta di racconti Un appla

Era l'ora (Oblivion)

Immagine
Era l'ora dei riflessi strani dell'intuizione di destini lontani, d'una calma  che allerta, d'una penombra che penetra i midolli  e risveglia l'olfatto. Era l'ora del passo di gatto, della stasi delle cose, d'un battito cardiaco lento;  d'un tango di lenimento.  Era l'ora in cui dissi quel nome e lo squarcio del cielo fu boato; e per me, che non potevo dirmi ancor nato,  fu il vagito di chi sente  - per sempre presente - la tirannia d'una voce; assente. Foto e testo   - inedito 2023 - di Sergio Daniele Donati

Tu giochi a far la rima

Immagine
Tu giochi a far la rima io invece a scappar prima da un dire maledetto a cui mi son costretto. Parlare per me è prigione - vorrei giocare  al gioco del silenzio, ma al contrario; vince chi tace per primo che è ben altra cosa  dal far perdere  chi per primo parla. Testo - inedito 2023 - e foto di Sergio Daniele Donati

PARDUS AMORIS (un sonetto "sbagliato" ) di Arianna Bonino

Immagine
PARDUS AMORIS (Sonetto sbagliato) Del mio corpo tu ignori la schiena fatta al pari di pelle di un pardo macchie spurie da gatto bastardo, strane efelidi come di iena. Quella notte, sebben fosse piena, non dotò l'alta Luna il tuo sguardo dell'acume fatale che ha il dardo quando avvampa qual terra di Siena. Sulla nuca spargevi a me il fiato, mute e chiare parole inaudite, eppur vere più dell'ascoltato. Certi sensi, l’avrai ben mirato, non dan lemmi o lezioni di vite, ma san dir a chi ama ch’è amato. (Arianna Bonino - inedito 2023)

Il quarto Alef-Bet - 15 Nun/Samech

Immagine
Trovai allora appoggio e stabilità nel controllo della caduta L'unico rimpianto fu che per potermi dire nuovo   persi contatto con l'antichità che nutre ogni voce bambina. Testo - inedito 2023 - e foto di Sergio Daniele Donati

(Redazione) - Tre inediti di Carmela Laratta

Immagine
ESILIO L' esilio pronto nella felpa del lenzuolo quando il pensiero di te diventa traccia che sfida il sonno disceso come roccia davanti al brulichio della sua fonte . I sogni sono fatti per migrare, ma poi il bagliore d' aurore rinnovate decolora , sancisce le distanze, rimette a posto perle nella valva, fa la differenziata tra le tare e certi contenuti ormai scaduti. A ogni gennaio, la sua Epifania. A ogni ricordo, un' icona numerata dentro il museo delle biglie di cartone. Certi "per sempre" s' intridono di pioggia - strano come si mutino in poltiglia- ma da una virgola residua e una vocale non si potrà ricompattare il nome. Moccoli non risorgono a candela SCRIVERE Scrivere le parole per svuotare panieri gialli coi crini di lamiera, lasciarle in canottiera in mezzo ai fogli - quelli ordinati in filari tutti uguali- chicchi di saggia santità caduti con traiettoria perfetta da barattolo, e invece il succo di noi è rutilante, ribelle sgangherato se

Due poeti allo specchio (Laura Spazzacampagna e Sergio Daniele Donati)

Immagine
Mi si fa numero qui indosso un lupo un'ora magica una fiera un canto dell'infanzia la strategia sfranta del novecento l'urlo che si amplifica la dolcezza di un amore che fiorisce tra mille sepolture. Come mi salva la parola psichica quando fuor di ragione accende nessi inesplorati quando rivela l'alba sulle radure arse quando riversa miele sulle ombre o l'onda del mare sul petto in duolo - quanto di amico è all'animo nel sacro fuoco l'ultimo germoglio su terra desolata. Ma non conforto. Parola è l'ultima vestale di insperato saldo squarcio rossore presàgo di visione. (Laura Spazzacampagna  -inedito 2023)   C'è il Nuovo - il canto del grillo sui prati della speranza - che separa con la precisione  del raggio laser le ansie di crescita  dalla paura del fallimento. Là, in quel lembo di terra, conduce una partita a scacchi contro un avversario di rame la parola. Veste di lino e rifiuta ogni scudo - la sua potenza è nel dirsi inerme e

(Redazione) - Estratto da «La simmetria dei corpi» di Ilaria Giovinazzo (Ensemble ed., 2021)

Immagine
È un vero onore per Le parole di Fedro ospitare un estratto dalla silloge di Ilaria Giovinazzo «La simmetria dei corpi» (Ensemble ed., 2021). Ed è tanto più un onore per chi vi scrive potervi lasciare senza parole di commento a questa silloge con le promessa che seguirà a breve una sua approfondita nota di lettura sull'intera raccolta. A volte - anzi, andrebbe fatto sempre - bisognerebbe lasciare ai lettori lo stupore della fruizione; senza commento. Allo stesso tempo, poiché considero quella della poeta in esame una delle più interessanti sillogi degli ultimi tempi, so già che non potrò - né vorrò - nel prossimo futuro parlarne con compiutezza. Per ora un augurio di profonda lettura. Per la redazione Il caporedattore Sergio Daniele Donati ESTRATTO ____ Voglio che tu sia per me cielo, orizzonte di infinita grazia, sorriso luminoso dopo il calare  della sera, occhi pieni di luce, amata ridestata scintilla spersa L’attimo di puro silenzio prima della tempesta, il battito d’ali di far

(Redazione) - Riflessioni, non recensioni - 16 - Sul film "Freaks"

Immagine
A cura di Stefania Lombardi Oggi parliamo di Freaks , mostri. Vorrei prima ricordare il nome di questa rubrica: “ Riflessioni, non  recensioni. C’è un motivo: la recensione cerca di invogliare o non invogliare a vedere un film (o a leggere un libro) e non contiene anticipazioni, i celebri “spoiler”.  Una riflessione, invece, è a 360 gradi sul film (o libro) e deve poter contemplare tutti gli elementi del film (o del libro) e, per questo, contiene molti “spoiler”. In questa rubrica si parla di film arcinoti e si presume che tutte e tutti abbiano visto, ed è un modo per riflettere assieme su alcuni elementi. Esistono persone che non hanno mai visto alcuni dei film arcinoti che questa rubrica tratta, può capitare e, infatti, ora mi sto rivolgendo a loro: questa rubrica contiene sempre “spoiler”, sempre. Quindi, la raccomandazione è di leggere prima il titolo, capire se anche per noi è un film arcinoto e decidere se continuare a riflettere assieme su alcuni elementi chiave oppure non anda

Due poeti allo specchio (Marina Baldoni e Sergio Daniele Donati)

Immagine
quanto facciamo per scansarci dagli stupidi accidenti quotidiani (sorrido) quando invece il desiderio è sempre lì, d'inciampare cadere chiudere gli occhi e non trovarsi più (è forse la scompostezza del volo, è l'orribile smorfia di fronte all'inatteso, la sconcezza di ciò che della carne resta mentre si disincarna, il nostro più grande pudore?) ____ Ogni volta ch'io ho chiesto una possibilità di fuga all'inciampo - all'incisione  su sabbia d'un detto di vento - s'è sempre levata alta una voce roca che urlava alla blasfemia d'ogni mia vana speranza in un mondo decoroso per sé stesso. Mi diceva quella voce - dal timbro scuro di cembalo - ch'ogni caduta è la via che permette a un giullare della parola di ritrovare il silenzio del cavaliere  prima che sguaini un pesante spadone a spezzettare lemmi. ______ NOTE BIOBIBLIOGRAFICHE   MARINA BALDONI È nata nel 1962 a Loreto, dove vive con la sua famiglia. Ha pubblicato tre raccolte