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Due poeti allo specchio (Gabriella Cinti e Sergio Daniele Donati)

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  Riconoscersi Ci incontreremo, io e te, nella parte bianca della voce, tra petroglifi sonori di inudibile lingua, assemblati nel codice espressivo dell’oltre, a riconoscersi in pieghe di riso obliquo, sciolti nella danza parlante di sussulti. (Gabriella Cinti - inedito 2024) Tra le crepe Tra le crepe di una pietra non odo il mare ma il bisbiglio scomposto della vita che sorge; là resto all'ascolto della lenta scomposizione  del mio nome in dittonghi barbari. Ci incontreremo, io e te, e non sarà uno sguardo, ma l'antica nenia  della consapevolezza di ciò  che il vento cela al deserto, al silicio delle nostre parole.            Il lemma che si tacita            porta sempre con sé la scia           del primo sussurro della creazione. (Sergio Daniele Donati - inedito 2024) _______ NOTE BIOBIBLIOGRAFICHE Gabriella Cinti , in arte Mystis , nata a Jesi (An), italianista, grecista, poeta e saggista. Opere di poesia pubblicate: Suite per la parola (Péquod, Ancona, 2008), Euridice è O

Due poeti allo specchio (Dario Stanca e Sergio Daniele Donati)

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Finestra che sul mare ti spalanchi, e sull’agave spinosa, sull’estate imbevuta di brezza (che ormai nessuno invoca), non mostri che il corso del tempo feroce. Turbina già il vento tra le cose, e sul cuore che rimane senza voce. Dario Stanca - inedito 2024 _____ NOTA BIOBIBLOGRAFICA Dario Stanca (1973) si laurea presso l’Università del Salento, in Filosofia, con una tesi su Carlo Michelstaedter. Ha curato il volume Anacleto Verrecchia , Meglio un demonio che un cretino  (El Doctor Sax, 2023). Per la poesia, ha scritto la prefazione al volume di Giorgio Gramolini,  Vita breve. Appassionato lettore di aforismi, ha firmato la postfazione di  Per un piccolo ordine di grandezza,  dell’aforista Amedeo Ansaldi. Li ho visti, sai, i fuochi di lontano e ho udito pure io il rombo sordo  di frantumi di ossa.  Ho udito franare  - nome dopo nome -  i coriandoli delle mie certezze bambine. Fu allora che anch'io spalancai la mia finestra - dirsi padri è il sogno di chi non ha avuto un'infanzia

Due poeti allo specchio (Mirea Borgia e Sergio Daniele Donati)

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  in questo giorno e in tutte le ore del domani il pavimento freddo tirerà a lucido l'uomo soffocherà l'identità che scopre nella graffiatura scivolerà di olio cera sguardi e volti tersi e in questo giorno e in tutte le parole del domani dovrò turbare il sonno dei morti appesi alle pareti invano pestare merda nascosta nell'erba del vicino e ancora perdonare la mia rinnovata sobrietà Mirea Borgia - inedito 2023 Già sento le ore del domani piangere del passato  il canto lento,  e nelle parole del poi la supplica di ritorno di un dio silenzioso alla terra che calpestiamo; distratti. I morti non hanno sonno ma vivono nel sogno - il nostro - e ciò che pensiamo sia la loro voce è solo il nostro canto di morte.                              Fedro non esiste,               è svanito nella pozza,               assieme a Narciso.               Resta invece lo strazio di Eco,               disumano e palindromo.                              Chiama un nome che non torna               al

Due poeti allo specchio (Gabriella Montanari e Sergio Daniele Donati)

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  La camera di via Mentana Il lettino con le sbarre: la mia cuccia-galera la gola con cui offendevo dio per coprire i coiti genitoriali: denti di abete e lingua di flanella, i miei piedi oltre, sospesi all’aria come pesci svuotati del mare. Soffrii a lungo di nervi. Stendere gli arti inferiori o crocifiggere un giunco il risultato era lo stesso: il pianto notturno degli incavi delle ginocchia. Un giorno li sgrido, li uccido e scappo. Ottimo, ma con quali soldi? I denti da latte già tutti ipotecati i borsellini già scandagliati il gelo fuori, un cactus dentro. Quarant’anni dopo, sul letto singolo in città o sul matrimoniale al mare allungo le gambe e i nervi tacciono. E loro muoiono in sogno dopo aver sudato e ansimato. Infarto? No, giustizia. Gabriella Montantari - inedito 2023 La cameretta di via Almerigo da Schio Era silenzio, un silenzio denso. Nella cameretta i giochi sparsi a terra la notte si animavano: si dondolavano come ebrei in preghiera  per recitare  nomi a  me sconosciuti.

Due poeti allo specchio (Marco Brogi e Sergio Daniele Donati)

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  La casa dell’infanzia mi guarda. Ho lasciato nel suo ventre le lacrime di mia madre, un barattolo di stupore. Il suo sguardo apre voragini di non detto. Pupille severe con il mio migrare in un tempo dimentico delle tecniche di volo. Pioggia di anni allaga la via del ritorno. Marco Brogi - inedito 2023 Mia madre mi guarda bambina e mi pare di vederla tornare all'infanzia che le fu negata dalla storia.  Mia madre mi guarda bambina e mi chiede mille volte  se io mangi abbastanza mentre io conto i suoi respiri come si contano i secondi che separano un sorriso da un'ultima carezza. Mia madre mi guarda bambina e io le guardo gli occhi e argino con un'ironia buffona il fiume che prepara la piena di uno strappo già annunciato.  Sergio Daniele Donati - inedito 2023   ___ NOTE BIOBIBLOGRAFICHE Marco Brogi , senese, laureato in Lettere moderne ,  è giornalista a La Nazione . Ha pubblicato il romanzo Le tre Lune (Urbone editore) e le raccolte di versi: Poesie scritte in tre

Due poeti allo specchio (Stefania Giammillaro e Sergio Daniele Donati)

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  Muta sugnu comu pisci senza sangu ca trema a schina ghigata Littra strazzata pi na lisca lissata N'mezzu ai renti Sula, sittata Ravanti a tavula cunzata cu tutti i cumannamenti Figghia sugnu E matri mi ciamu Senza iabbu né maravigghia pi parenti Senza patiri i dulura Ra nascita Ma m'arricampu cunzumata Pi chiddi ra morti Sorti mavara ca m'accumpagna Matri sugnu E figghia nasciu n'autra vota Pi vuatri ca nun cririti a na parola rata surda e malacavata Nun viru nun parru nun sientu Ma vi lassu a testamento Na cunnanna Na ninna nanna d'amuri Ca comu sciroccu Ciusciando riina, vi ricuorda " L'uocci aggiuvanu a taliari sulu quannu ru cori nun c'è chiù nenti ri pigghiari " ( Stefania Giammillaro - inedito 2023) _____ Traduzione della stessa autrice Muta sono come pesce senza sangue che trema a schiena piegata lettera strappata per una lisca lasciata tra i denti Sola, seduta davanti alla tavola apparecchiata con tutti i sacramenti (apparecch

Due poeti allo specchio (Danila Di Croce e Sergio Daniele Donati)

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  Lo vedi, sviano tutte le strade o s’aprono in filari come viti da potare messe in grembo all’inverno – piange poi il tronco con quell’accendersi del sole che ricama altri rivoli, sentieri e scie.                     S’intrecciano di soste o distrazioni, annaspano nel gesto elementare della resa. Tendono all’uscita, a quel paese isolato dove s’abita un’altra sospensione che tiene il filo perpendicolare se non c’è verso, nulla da rincorrere. ____ Danila Di Croce - Inedito 2023 Là, tra sali e cristalli rosa,  mi pareva si snodasse un pensiero lieve, un gesto d'antica saggezza - non mia, né a me dedicata - e continuavo il mio cammino a spirale - lento come lento era il respiro -  verso una meta  a me non ancora rivelata.  L'ascolto delle pietre, i bisbigli delle cortecce, il sangue verde delle foglie, tutto mi parlava di memorie ancestrali.  Fu allora che, finalmente, dimenticai  il mio nome e prese forma  sotto il mio sterno un segno di mutamento - non mio, né a me dedicato. Sì,

Due poeti allo specchio (Elisa Audino e Sergio Daniele Donati)

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  È parola di Dio Questo è il libro della genealogia di Adamo. Dio creò l’uomo a sua immagine e somiglianza e gli fece un giardino e gli fece alberi buoni e frutti piacevoli e proibiti e poi disse: Non è bene che l’uomo sia solo . Allora gli fece ogni sorta di animali e volatili e pesci e insetti e l’uomo diede loro un nome gatto cane elefante maiale triceratopo, ma non trovò nessuno adatto a sé. Allora Dio gli fece una donna e l’uomo le venne incontro e ne risultò appagato e contento. Ma venne anche il serpente, che aveva creato Dio, e ingannò Eva e l’uomo mangiò la mela e diede a lei ogni colpa. Allora Dio condannò Eva a travagli e sofferenze e disse: Partorirai nel dolore e desidererai l’uomo e l’uomo dominerà su di te . Poi Adamo generò Caino e Abele, ma non funzionò. Allora generò Set e Set generò Enos ed Enos generò Chenan che generò Maalaleel e poi fu la volta di Iared e Matusalemme e Lamech e arrivò Noè che trasse tutti in salvo gatti cani elefanti maiali triceratopi e visse ce

Due poeti allo specchio (Raffaella Rossi e Sergio Daniele Donati)

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Prendere in prestito il dolore degli altri non è come ristorarsi con l’acqua si beve dal calice amaro come nel Getsemani (lo allontani il Padre se vuole) ma è viscerale per me essere umana, è l’accordo segreto tra me e il cielo è la truffa che mi ha indebitata devo pagare la solitudine che mi hai lasciato. Così oggi mi mortifica anche la cipolla in cucina chiede perdono per provocarmi il pianto, sono io a chiederle perdono se dovrò dividerla e mi perdonino tutti se a volte non sono stata sufficientemente garbata se mi ferisce l’occhio addormentato degli altri. Il calice è pure il mio ma dall’orlo già sporco beve solo chi non ha paura. Raffaella Rossi - inedito 2023 Da quali deserti  giunga quel dolore che spezza lo sterno nelle mie notti insonni io non saprei dire. Ne conosco però il movimento e so  che è spirale, mulinello, gorgo; o, a volte, buco nero  che assorbe i miei fiati,  per espellerli nei silenzi  di galassie immobili, di camposanti di stelle mor

Due poeti allo specchio (Laura Valentina Da Re e Sergio Daniele Donati)

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  Fare la muta del cuore dal primo capillare stremarsi nel mezzo beato che a poco sarà sera di meno la sera che tende ai coralli uniti sui piedi ti cullano i rami fasulli, qui sopra un sole diverso notturno olocausto. (Laura Valentina Da Re - 08 settembre 2023) La notte poso sempre un seme su una terra umida di speranza e densa di richiami uterini. Lo poso - dicevo -  senza interrarlo: ci pensi  il Maestro indaco a parlarmi di rinascita  o a sommergermi nei sei milioni di voci afone dei fumi della Storia. La notte poso un seme su una terra bruna di ricordo e attendo che il  Maestro indaco mi assolva e liberi la mia anima dalla catena della finzione,  oppure mi condanni alla sorte di un lombrico senziente e cieco incapace di accettare il così è stato d'una vita senza infanzia.  La notte poso sempre un seme e dichiaro la mia resa e soffoco la parola e l'urlo. Perché è mandorla la voce del Maestro indaco e la sua condanna mi riga il volto di lacrime di petrolio e la sua assoluzion

Due poeti allo specchio (Lucianna Argentino e Sergio Daniele Donati) - Declinazioni del silenzio

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  E’ Orfeo che non si volta il silenzio sceso nel suo abisso lascia alla parola la libertà di seguirlo, ma se è lei a voltarsi indietro muoiono entrambi. E quando è lei a precederlo inciampa, cade, si rialza ma non è più la stessa - non risuona più. Lucianna Argentino - inedito 2023 I figli di Aronne I figli di Aronne furono inceneriti dalla volontà divina. Non voltò lo sguardo il padre. Tacque. Silenzio - lo si dice poco - è l'unica parola  da sposare alla morte. Sergio Daniele Donati - inedito 2023

Due poeti allo specchio (Maura Baldini e Sergio Daniele Donati)

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Dall’amplesso oscuro dei nostri nodi non nascerà mai la pace dei cuori ma il mostruoso giorno della luce, in cui ogni nostra strada brillerà del sangue che abbiamo versato. Ci divide un cargo di bugie – il vento straccia le vesti di dosso e tremiamo come bestie trafitte dai fari poco prima dell’impatto. Sopra, il cielo è un ossario di soli e ognuno compita la preghiera del tempo. Briciole cadono intanto: attendiamo d’imbottirci la gola. Ma il lusso di questa opulenza non annienta l’opificio degli orrori, gli oltraggi delle lingue sfrenate, il delirio di risibili assiomi, coltelli esibiti con parsimonia. Da fuori s’arguisce la cerimonia: è un montaggio di scene posticce. In piazza si sporge il solito mostro che non è mai chi si dice che sia, ma un proscenio di svenevoli vanità. Poi, al calare dei soli, il lavacro delle coscienze sana ogni viltà. Eppure il demone vero esiste: negli interstizi e fra la polvere, nelle narici e sotto le unghie. E noi, idoli della comodità, ap

Due poeti allo specchio (Pietro Russo e Sergio Daniele Donati)

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Il mondo non ha bisogno del mio scontento ho visto quintali di pietre che uomini prima di me hanno eretto per sentire i Tuoi bisbigli nel vento Non partorisco nessuna divinità dalla testa, solo altri pensieri con cui imparo a patteggiare Nella cecità del cuore trovo un posto secondo solo ai seni di lei dove mi aggrappo in notti senza avvento Nella cecità del mio cuore dico Dovrei essere dove il mio cuore grida Vorrei essere dove il mio cuore grida come un motore che si ingolfa alla fine della giornata Pietro Russo - inedito 2023 Oggi mi s'è crepato il cuore; di nuovo. E non ho più nomi a cui mettere davanti un segno maiuscolo.  Chi vuoi che dia peso  alla preghiera di un uomo ormai a scadenza? Avessi come allora la potenza dell'urlo griderei al mondo: "io vado, non cercarmi più". Ma il passo s'è fatto ormai lento e cammino solo, con zampa di pachiderma, verso la terra promessa dell'oblio. Ricomponili tu - sì, tu che hai memoria dell'urlo -  i cocci di un v

Due poeti allo specchio (Alfredo Panetta e Sergio Daniele Donati) #3

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PETHRA CAPPA  (di Alfredo Panetta - inedito 2023) * Thra mirti e stinchi u mè temphu. Stroffa d’erba chjiuduta nta ‘n pugnu. ‘I picca palori, comu l’arta muntagna mi ndica. Eu sacciu chi resta d’i passi thra senteri e timpuna, eu sacciu quantu pisa a d’a notti a mè mandra ogni mandra nto temphu sperduta. E chiju c’avanza, eu bizzau staci a pinneju ‘n città, thra casi ncugnati, offesi d’affannu. È materria pè artisti e sapiienti no pè massari signati c’a Storia ngurna ‘i sputazzi. Ad i stiji ‘i ccà dunu u tu, abbasta un frischjiu a ddu jidita u si teni u ziafrò a giusta distanza, u ccittu du voscu mi civa mcomu u latti maternu di crapa e a vista s’allonga secutandu i fotoni spumati di l’arba. Avi picca, sidici, esti libbara ncocchji cosa ‘ veru l’Itaglia. Ma ‘i ccàd’a mè Casa di Pethra eu non viju nent’authru ca timpi suspisi difficili nchjianati e sipali, e parru cu scropiu e radichi d’urmu nteri o scavati. ‘I ccà, ‘i na nica cellula du Temphu eu pacienti cogghjiu a mè