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Visualizzazione dei post con l'etichetta Figure retoriche

Sinestesia, poesia e meditazione ebraica

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  Per chi si diletta nella scrittura la " sinestesia " rientra senza dubbio nell'ambito della figurazione retorica e viene dagli stessi definita come un particolare tipo di metafora in cui un termine di uno specifico registro sensoriale ne richiama un altro di registro sensoriale diverso (ad es: il suono dei tuoi colori, il colore della tua voce) Eppure non ogni ricorso alla scrittura sinestetica si limita ad essere " escamotage " meramente retorico, potendosi ben immaginare che l'uso di locuzioni sinestetiche sia testimonianza di altro, di un'esperienza reale dell'autore. In questo ci conforta molto la moderna psicologia. La sinestesia, da un punto di vista medico, infatti, è una condizione in cui la stimolazione di un senso provoca automaticamente percezioni in altro/i sensi .  In altre parole, non è semplicemente una metafora o uno strumento del registro espressivo e di linguaggio, ma una reale esperienza percettiva vissuta da alcune ...

(Redazione) - Figuracce retoriche - 26 - Chiasmo

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    di Annalisa Mercurio Silenziooooooo! Non fate tutto questo chiasmo che mi devo concentrare! La figura retorica di oggi è la mia croce! Infatti, chiasmo deriva dal greco χιασμός : in greco chiasmós, da chiázō, “cioè dispongo in forma di χ”, ma attenzione! ⚠️ Infatti, la ventiduesima lettera dell’alfabeto greco non si legge “ics”, ma “chi” (per questo si chiama chiasmo e non icsasmo!) Perché prende il nome da questa lettera? Direte voi, e prima di sapere di cosa si trattasse me lo chiedevo anch'io. Allora ragioniamo: cos’ha di caratteristico questa lettera? È formata da due diagonali incrociate e, se la tagliassimo a metà nel suo punto più stretto, avremmo una “V” nella parte superiore, e nella parte inferiore una “V” capovolta a specchio. Questa peculiarità fa sì che sia perfetta per rappresentare il chiasmo, figura retorica che prende due elementi generalmente disposti parallelamente e li ricolloca secondo uno schema incrociato, a specchio, per esempio in poesia un verso...

(Redazione) - Figuracce retoriche - 26 - Anfibologia (o anfibolia)

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    di Annalisa Mercurio Cos’hanno in comune una simpatica ranocchia e la nostra figura retorica del giorno? Immagino abbiate notato una certa somiglianza tra il nome ANFIBOLOGIA e la parola ANFIBIO: Anfibologia deriva come al solito dal greco ed è un termine composto da ἀμφίβολος (amphíbolos) 'ambiguo ' e da λόγος (logia) ' discorso ', invece, la rana è un anfibio, parola che deriva sempre dal greco che con la prima ha in comune il prefisso ἀμϕι (anfi) doppio, più βίος (bios) vita. Ecco che la rana e la nostra figura retorica hanno moltissimo in comune. La rana ha una doppia vita (terracquea), mentre l’anfibologia trova la sua doppia vita in una ambiguità sintattica o semantica, cioè è sostanzialmente una frase che ha un doppio significato ed è per questo interpretabile in modi differenti. Per anfibologia si può intendere non solo una ambiguità dal punto di vista della struttura della frase, ma anche un’ambiguità in senso lato, quindi, questa figura retorica può e...

(Redazione) - Figuracce retoriche - 22 - Pleonasmo

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    di Annalisa Mercurio   Cosa c'è di meglio che iniziare la giornata con una bella colazione? Oggi, abbiamo una speciale fornitura di quei biscottini rinforzanti famosi, che rendono i bambini campioni in " a me mi ". Ecco che, nella nostra confortevole aula virtuale di Figuracce retoriche serviamo oggi latte bianco e biscottini pleonasmo! Immagine da web modificata   Il termine pleonasmo deriva dal greco πλεονασμóς pleonasmós, che significa esagerazione. Questa figura retorica avviene quando c'è un uso di parole che risultano superflue (non so se avete notato, ma specificare che il latte fosse bianco, era del tutto superfluo). Spesso, questo eccesso di termini ci fa sorridere, ma, almeno una volta nella vita, ammettiamolo, lo abbiamo usato tutti. Soprattutto nel linguaggio parlato infatti, ci sono espressioni pleonastiche che sono entrate a far parte del nostro quotidiano: " uscire fuori ", così come l’espressione contraria " entrare dentro ...