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Visualizzazione dei post da novembre, 2023

Oceani di senso

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  Oceani di senso: per i più, non per me Corre senza meta lungo la spirale d'argento uno spleen d'agata. _____ Foto e testo - inedito 2023 - di Sergio Daniele Donati 

Lettere a una persona speciale - 60 - novembre 2023 - Dietro lo specchio

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  Scritto di notte ascoltando musiche di Chopin Credevo allora che non ci fosse limite alla creazione, che un lume di candela durasse all'infinito e la sua fiamma, benché fragile, potesse durare e durare ancora.  Il mio pennino poggiava - e poggia ancora -  su una ferita antica, e l'inchiostro (ricordi?) allora era rosso sangue.  Ma poi, Petalo, ogni cosa muta colore e anche l'occhio diviene anziano e coperto dal velo di una falsa consapevolezza.  Così, ora che so delle mie finzioni, quasi provo vergogna a scrivere e, quando lo faccio, mi pare di giocare con un liquido acido e urticante, senza guanti di protezione.  Ricordi cos'ero allora? Ricordi ancora come brillavano i miei occhi alla luce diafana del sogno?  Certo, Petalo, io rimpiango quella mia essenza giovanile così Sturm und Drang , così byroniana da parere tratta da un romanzo di medio-scarso livello di fine secolo.  Ero privo di grazia e di saggezza, Petalo, allora, e forse di questa mia essenza innocente ed e

(Redazione) - Dissolvenze - 25 - "Un amore (Allegoria dell'amor virtuoso" di Giovanni del Campo)

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A cura di Arianna Bonino Io veggio ben sì come già resplende ne l’intelletto tuo l’etterna luce, che, vista, sola e sempre amore accende; e s’altra cosa vostro amor seduce, non è se non di quella alcun vestigio, mal conosciuto, che quivi traluce. (Dante Alighieri - Par., vv 7-12) Giovanni del Campo (o, se preferite, Jean Duchamps ) è un uomo misterioso e lo rimarrà. Quel poco che si sa di lui lo rende ancora più magnetico. E, sicuramente, nascoste in qualche vecchio atelier o annoiate alle pareti di qualche corridoio ombroso, in questo momento ci sono tele sue, di cui rimarrà anonima per sempre la paternità. Sono poche le opere che si possano attribuire senza ombra di dubbio a Giovanni del Campo. Siamo nel Rinascimento (1600 - 1648) e del Campo, formatosi ad Anversa ed appartenente a quel gruppo di pittori fiamminghi e olandesi noti come “Bentvueghels”, si sposta in Italia, precisamente a Roma, per studiare l'opera dei contemporanei. In Italia i fiamminghi vengono a scoprire anche

Scale d'incoscienza

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Ho percorso i diesis  e i bemolle della scala della vita con la tenacia del paguro, e son saltato  sulle dissonanze dell'esistenza - intervalli di seconda e di settima - con l'ignoranza del fossile. L'ho fatto così,  lo sguardo reso ebete dal desiderio d'evanescenza. Tu parli di aperture del terzo occhio a chi porta sul mondo cataratte di sguardi astigmatici. Coscienza è parola da tacitare ai suoi primi vagiti e di  visione non parla chi ha eletto la via di una fuga  - pachidermica e senza grazia - dal sogno malsano della sapienza. _____ Foto e testo - inedito 2023 - di Sergio Daniele Donati 

הנני - Eccomi

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Foto dal web הלילה הוא שיר של כוכבים קול נשי מתפלל אני מקשיב לזה ובוכה אין לי שום דבר אחר לתת לה אנני ______ La notte è un canto di stelle Una voce di donna prega La ascolto e piango Non ho altro da donarle Eccomi Foto dal web _____ Testo ebraico e traduzione di Sergio Daniele Donati

Stanze della piccolezza

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Non chiedermi della natura del granello di sabbia; sai bene che scivola caldo tra le pieghe della mano per tornare - unico e invisibile - nella spiaggia del nascondimento. È questa la sua natura, e forse anche la mia. Odori di mandorla e cuoio nella stanza degli inchiostri; il mio volto si fa stretto all'ascolto del silenzio statico. Nel luogo della tacitazione mi faccio piccolo; un orecchio vedente sul piano inclinato dell'infinito. Mi celo di nuovo tra rotoli di pergamena, troppo nobili per contenere il mio nome. Il tuo, come sempre, resta non pronunciato in eterno. Eppure ho visto vibrare corpi musicali e archi al richiamo dell'alto, mentre da terra saliva il flusso senza tempo di una densa tradizione. La discesa del femminile su corpi segnati dal tempo è pioggia d'ambra. Il resto - se resta qualcosa - è solo rinascita. _______ Testo e foto di Sergio Daniele Donati ©

(Redazione) - Il maschile - 04 - Guido e Dante. Verifica di una amicizia

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A cura di David La Mantia Non c’è verso. Il tema dell’amicizia sfugge inevitabilmente a qualsiasi definizione scontata. Che si tratti dell’amicizia imberbe e tragica di Eurialo e Niso o di Cloridano e Medoro, di quella eroica tra Diomede e Ulisse o di quella comica e rassegnata di Don Chisciotte e Sancho Panza, che sia quella fumettistica tra Cico e Zagor, tra Tex Willer e Kit Carson, che sia quella tra “il bandito ed il campione” dell’omonima canzone di De Gregori, l’unico dato certo è che non esiste ricetta e che gli esiti di questo sentimento sono imprevedibili. Da sempre, sin da quando ho cominciato a leggere seriamente testi poetici, l’amicizia tra Dante e Cavalcanti mi ha sempre interessato. Nata, stando a quel che ci racconta il Sommo nella Vita nova, dopo una ardita interpretazione di un sogno che il secondo fece al primo.  E che piacque all’Alighieri a tal punto da renderlo quasi inseparabile in Firenze dal suo compagno di avventure. Dante e Guido. Divisi da pochi anni di et

(Redazione) - Muto canto - 05 - Mi ami? Vicissitudini d'amore oggi

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A cura di Anna Rita Merico Lì dove l’imprecisione di luogo e tempo lascia traccia e segno d’anima e, qualcuno, prende a dire il rocambolo d’ogni possibile narrazione. Sarebbe importante lasciar parlare i frammenti, quelli che vanno a sedersi nei confini liminari. Sono confini in cui le schegge visionarie si incistano tra cupezze e sogno, dando sostanza magica a desideri e paure. Emergono lì a baciare le soglie ove si liquefa ogni possibile cronologia. Sono le soglie in cui si svela la violenza dell’impossibile contenimento di ciò che ci tiene al mondo. Sono mefitici passaggi da cui si liberano collosi potenziali d’immaginazione. Hieronymus Bosch (1453-1516), particolare del trittico Giardino delle Delizie (1480-1490) Museo del Prado di Madrid Siamo fermi dinanzi ad un movimento claustrofobico. I corpi s’invischiano dentro le trasparenze dell’essere. Campeggia la ferita che, pur prosciugante, è abitata da amore. La parola ubriaca indica la distruzione del potere di essere in relazione d

Due inediti di Antonella Caggiano

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Ave Maria di lacrime piena vieni fra noi allarga il mantello alba Madre piegata Urla in petto il dolore l’orrore il massacro il disonore - Dio non è con noi – Madre santa Vieni Maria di sangue intrisa sia tu benedetta anche in terra stendi le tue mani sul sudario delle creature dona loro il sonno dei giusti portali al tuo seno – noi non siamo capaci – Madre addolorata, per l’amore al figlio, amata, amaci! Allarga le mani su noi criminali portaci a te, Madonna di perdono piena Madre tenera, madre paziente inveisce il cielo solitario Stringici adesso, nell’ora della morte. Amen! ____ Il mattino incalza il cuore, il cuore non hai da anni – pranzo di avvoltoi – E allora non ti resta che partorirti alla luce sperperare sorrisi, anche alle foglie morte ballare in macchina, a squarciagola urlare la gioia del non ritorno. Si nasce nudi. _____ NOTE  BIOBIBLIOGRAFICHE Antonella Carmen Caggiano è nata il 13 luglio 1971. Laureata in Lettere nel 1997. L’amore per la scrittura risale a

(Redazione) - Specchi e labirinti - 25 - Le galline capitaliste

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A cura di Paola Deplano Mentre nascevo nevicava così tanto che l'ostetrica è arrivata a cose fatte: ho imparato presto a cavarmela da sola. La signora Eleni era l'ostetrica del villaggio, nonostante fosse probabilmente semianalfabeta e sicuramente sempre sbronza. La sua Dacia sbiadita e sbatacchiata percorreva a tutto gas le strade sterrate del circondario, sollevando, a seconda della stagione, nubi di polvere o schizzi di fango. Le galline, che di solito passeggiavano indisturbate per le vie del centro, al suo arrivo scappavano terrorizzate, nel disperato tentativo di non rimetterci le penne. Alcune di esse - le ritardatarie o le distratte - proprio non ce la facevano a scansarla e finivano sotto le ruote. A quel punto Eleni le acchiappava per le zampe ancora agonizzanti e le sbatteva in macchina senza tanti complimenti. Se il padrone correva a rivendicarne il possesso, la donna se la cavava dicendo che una gallina incustodita è una gallina di tutti, dunque anche sua. Anzi, s

(Redazione) - Parola Eretica - 01 - Patrizia Cavalli, una poesia che scortica l’Io

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A cura di Gabriela Fantato voci di poesia che non omaggino il cinismo, lo scetticismo e l’individualismo; voci fuori dal coro, voci lontane da una poesia come “diarietto intimo” e privato, lontane anche dai giochi linguistici, parodici … e fini a sé stessi; voci capaci di tentare una visione etica e darne testimonianza. di Gabriela Fantato Un piccolo preambolo generale è necessario, vista la ricerca sui generis di Patrizia Cavalli. Tutta la tradizione della poesia italiana proviene dal modello  di Petrarca, che si è imposto nella lirica fino al 900; un modello centrato sull’Io  lirico che “confessa” in versi il proprio sentire e si interroga sui suoi stati  d’animo e sulla sua posizione nel mondo. Da Petrarca, quindi, discende la  nostra lirica e da questa tradizione scaturisce anche una lingua in poesia di  “monolinguismo”, uno stile medio e musicale che l’autore mantiene per tutte le  poesie, così come fece nel suo Canzoniere lo stesso Petrarca, creando una unità  formale e di gra