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Poesie di Giorgia Mastropasqua - con nota di Sergio Daniele Donati

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  «Quando il verbo e l'aggettivo si diluiscono e divengono sostegno nascosto dei sostantivi, si rafforza nel lettore la potenza dell'immagine evocata e la mente è diretta verso la ricerca di un solco più profondo di interpretazione». Questo mi è venuto in mente leggendo le poesie  di Giorgia Mastropasqua   che oggi vi proponiamo.  Versi brevi, al limite del saltello, che delineano un ritmo che, come nella prima poesia, torna sempre a riveder sé stesso  e in questo percorso di rivisitazione costringe (mai verbo fu più opportuno) ad una tenuta molto potente. Questo perchè, paradossalmente, è sempre molto più facile per chi legge ritrovarsi nel verso lungo, che permette più vie di rientro nel flusso, che in un dire breve, ove la concentrazione è la corda che permette una certa ascesa che solo sul finale permette una sosta di riposo. Poesie queste da leggere a voce alta, per sentire le cadute (positive) degli accapo stretti, quasi ossessivi, per rendersi conto del gioco della poeta