Stanze della piccolezza
Non chiedermi della natura del granello di sabbia; sai bene che scivola caldo tra le pieghe della mano per tornare - unico e invisibile - nella spiaggia del nascondimento. È questa la sua natura, e forse anche la mia. Odori di mandorla e cuoio nella stanza degli inchiostri; il mio volto si fa stretto all'ascolto del silenzio statico. Nel luogo della tacitazione mi faccio piccolo; un orecchio vedente sul piano inclinato dell'infinito. Mi celo di nuovo tra rotoli di pergamena, troppo nobili per contenere il mio nome. Il tuo, come sempre, resta non pronunciato in eterno. Eppure ho visto vibrare corpi musicali e archi al richiamo dell'alto, mentre da terra saliva il flusso senza tempo di una densa tradizione. La discesa del femminile su corpi segnati dal tempo è pioggia d'ambra. Il resto - se resta qualcosa - è solo rinascita. _______ Testo e foto di Sergio Daniele Donati ©