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Non ho barato... (un racconto di Maria Gabriella Cianciulli)

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  Non erano maschere di carnevale quelle che di tanto in tanto Umberto Sati vedeva alzando lo sguardo al televisore nell’angolo della sala d’attesa del poliambulatorio dove si era recato per un consulto specialistico, poiché da tempo accusava forti crampi allo stomaco. L’infermiera, sopraffatta da un colpo di tosse, gesticolò per qualche secondo indicando il corridoio a sinistra pregandolo di raggiungere la sala ecografica, il verdetto fu inequivocabile: " Signor Umberto lei ha una calcolosi in atto, dovrà togliere questa cistifellea al più presto ", tuonò il dottor Mauro Collante.  Si portò fuori al balcone per una boccata d’aria con la sua mole di uomo nerboruto, ossidato dal lavoro di tranviere svolto in Brianza per 40 anni. Gli occhi cerulei guizzarono sul viso tondo incorniciato da una capigliatura rossiccia e scompigliata, inevitabilmente come sempre gli capitava si velarono di un leggero torpore per via del dolore addominale; rientrando in sala d’attesa lo sguardo andò

Due poeti allo specchio (Sergio Daniele Donati e Maria Gabriella Cianciulli)

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  MIRACOLO È miracolo osservare resine dorate colare da cortecce antiche e sfiorarne i collosi elementi per sentirsi ancora una volta fossili e prigionieri felici dell'ambra della parola. È miracolo non darsi alla fuga di fronte al bello che spaura perchè la solitudine ne è la compagna fedele. Miracolo e trovarsi qui, io e te, a dialogare del niente che è dietro ogni lemma, incantati dal suono di lira dell'illusione del significato. Sergio Daniele Donati  - inedito 2023 DELLA PAROLA Della parola che viaggia sulle ali della colomba colgo solo lo spiro per farne alcova alla mia inquietudine Fucina d’ambra e miele di ritorno da riti antichi ove scorre la vita in assenza di persuasioni Nuvola e terra sciami di umori impeto di ruscello che assale di brividi il letto impietrito In riparo dal dicibile come l’amore poi che il bello ci rincorre per sfumare in un bacio appena sfiorato Io e te ne siamo immagine Maria Gabriella Cianciulli - inedito 2023

Due poeti (e quattro poesie) allo specchio (Maria Gabriella Cianciulli e Sergio Daniele Donati)

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I Attendesti in altri cieli con sguardo querulo nelle nebbie sfogliando veli con ondeggiare di fiammella Mi attardai a cogliere il grido informe per il solito vizio di accomodarmi nella voce che credevo famiglia Ma tu saprai perdonare il chiasso della vista offuscata dagli afrori della foresta Non c’è pietra che smossa non si levighi al nitore del desiderio e non colga (Maria Gabriella Cianciulli - inedito 2023)   II La paura di perderti fu come attraversare lo sciabordìo assordante di maestrale Le mani strette a stringere il vuoto concavo al petto di un abbraccio corroso Bruciano le labbra solcate gli occhi non temono più la parola incolore (Maria Gabriella Cianciulli - inedito 2023)   I Verrei meno  al giuramento sacro che vincola il Vero  all'Armonia di costrutti e relazioni se dicessi che l'attesa non contiene  squittii di topo  e intervalli di settima.  Stridono con la nostra  fallace pretesa di perfezione  su una natura che si muove  ab aeterno et ad aeternum   a spiral

Roma: due poesie di Maria Gabriella Cianciulli

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Autoritratto della poeta Foto di Sergio Daniele Donati © ROMA Il tempo sfocare nel rosa scivolare di scialle sui palazzi i colonnati con pudore avvolgere il cupolone le sue ancelle Fingermi fu leggero come guardare a Oriente Vidi la voce delle maree risalire il Tevere ansando tra i pini un bisbiglio fuso al miagolio dei gatti in amore la mia casa senza pareti mi parve immensa (Inedito) Foto di Sergio Daniele Donati © VIA DEI SABELLI Via dei Sabelli annusa le rosette nello sbadiglio del mattino tra i palazzi appena tinti lo stridore del tram si apre il varco con la giostra sonnolenta profumata di latte e di baci di madri Come possono due rondini disertare la primavera per scrivere il diario di un giorno in avaria? Una scommessa finita male la ragione di un lamento vergine quanto i passi che tessevano la ragnatela E pensare che il bandolo della matassa lo avevamo strappato all’arcobaleno appena sfogliato E c’era già l’ombra silente sulla sopraelevata che ingoiava Roma gattara (Dalla  rac

Inediti di Maria Gabriella Cianciulli

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Librarsi nell’abisso e nulla su cui poggiare un nome solo il vuoto da risalire Se ti chiamassi poesia? Saresti il mio nome L’estate L’estate che mi corre innanzi ha il volto consumato dall’affanno e quando sfuma nel graffio del meriggio lascia al vento l’odore del pianto Il sapore del sale solca la maschera si lascia cristallizzare sui piedi del Cristo e già una perla origlia da lontano Dolce è l’affanno della *buona battaglia* cantarne le stille la perla crebbe nella conchiglia lo stupore e ascoltai la luce Formiche Formiche in filari scoordinati nel groviglio di cori gesticolanti sotto il cielo cadente Non ha palpito la sera né coperte per i sogni la notte assale filari di suoni tu Incontrarti Incontrarti questo volevo in questo incanto il respiro si fa corto il battito sanguina stralci di fuoco appesi all’infinito, nuova Itaca la mia Itaca consegni nelle mani della bambina ti cercava, una vecchia storia che il mare conosce e rigurgita Sazio è il mare di solchi tracciati e taciti in