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(Redazione) - Figuracce retoriche - 23 - Anfibologia (o anfibolia)

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    di Annalisa Mercurio Cos’hanno in comune una simpatica ranocchia e la nostra figura retorica del giorno? Immagino abbiate notato una certa somiglianza tra il nome ANFIBOLOGIA e la parola ANFIBIO: Anfibologia deriva come al solito dal greco ed è un termine composto da ἀμφίβολος (amphíbolos) 'ambiguo ' e da λόγος (logia) ' discorso ', invece, la rana è un anfibio, parola che deriva sempre dal greco che con la prima ha in comune il prefisso ἀμϕι (anfi) doppio più βίος (bios) vita. Ecco che la rana e la nostra figura retorica hanno moltissimo in comune. La rana ha una doppia vita (terracquea), mentre l’anfibologia trova la sua doppia vita in una ambiguità sintattica o semantica, cioè è sostanzialmente una frase che ha un doppio significato ed è per questo interpretabile in modi differenti. Per anfibologia si può intendere non solo una ambiguità dal punto di vista della struttura della frase, ma anche un’ambiguità in senso lato, Quindi, questa figura retorica può es...

Due poeti allo specchio (Cinzia Coppola e Sergio Daniele Donati)

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    Destinazione Galapagos (di Cinzia Coppola – inedito 2024) Aurora di materia ingannevole, un motivo fatto a onde ci sveglia. Difficile dire di quella percezione visiva, soprattutto è rumore, frecce di parole -trasparenti, stimolo primitivo per immaginare alla perfezione, lampi residui del pensiero. Poi basterà sederci sulla riva a guardare i nostri sogni, li vedremo rifrangersi come flutti nel mare, e bagnati entrarci negli occhi. Destini (di Sergio Daniele Donati – inedito 2024) Restiamo immersi nelle striature corallo di un cielo che impera — soglia mutabile dei nostri desideri trasmutati in sogno — L'occhio del mondo sulla nostra pelle è stimolo e lenimento al bruciore della parola. Restiamo fermi e capaci dell'ascolto senza intenzione del ramarro e della poiana.