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(Redazione) - Elogio dell'aforisma di Donato Di Poce

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_______ A Maurice Blanchot “L’uomo senza scrittura È un uomo senza vita e senza qualità. La scrittura ci porta sempre lampi di vita, lampi di verità”. Donato Di Poce Un po’ di Storia Gli aforismi nascono nell’antica Grecia, come una raccolta sulla conoscenza medica. Nel corso del tempo sono diventati una sorta di genere letterario, oltre che una moda che nei social network ha trovato la sua massima espressione. Il nome aforismi è nato insieme all’opera di Ippocrate che portava proprio questo titolo. Si parla di un’opera che risale al 460 a. C. circa ed è fatta di frasi che intendevano riassumere in poche semplici battute quelle che erano le conoscenze mediche dell’epoca Nel mondo antico ci si riferiva gli aforismi come ai pensieri che erano stati già espressi dall’imperatore Marco Aurelio nell’antica Roma. Dopo un periodo di silenzio e di quasi scomparsa, l’aforisma ritorna nel 600 in Francia. Queste frasi diventano nuovamente una forma letteraria grazie a Blaise Pasc...

Con la fragilità del pensiero

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  Ho mascherato con l'illusione  di un pensiero alieno la potenza nascosta delle radici delle parole. Il senso è una glassa poco permeabile sui suoni che sorgono  spontanei dalle stalattiti di un'inconscia purezza. E tu che leggi a ritroso il percorso della follia nel bosco senza sentiero del prima e del poi , sei complice involontario del più feroce reato. Sotto il muschio  che dici sacro si decompone,  senza canto, né vestale, il corpo di ogni detto. E il sole tramonta, in assenza di vento, senza bisogno di testimone. ________ Foto e testo - inedito 2025 - di Sergio Daniele Donati 

Lettera aperta a Elena Mearini - in occasione dell'uscita della sua raccolta "A molti giorni da ieri" (Marco Saya ed., 2024) - di Sergio Daniele Donati

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Elena, sai bene quanto io fatichi a vestire abiti che, nel profondo, non sento miei, e quanto mi sia difficile, quando il mio sguardo si posa su scritture che mi smuovono i midolli, provare a scriverne nei limiti ristretti e ortodossi di una nota di lettura critica che nel fondo sentirei come una forma di tradimento dei miei moti più spontanei. Per questo spero che mi perdonerai se questo mio commento alla tua meravigliosa raccolta " A molti giorni da ieri " (Marco Saya ed., 2024) prende il volo per altre vie, con una scrittura a te dedicata, una sorta di lettera aperta in cui far confluire la sacra balbuzie che i tuoi versi hanno sollecitato. Ciò che cerco, quando una linea poetica altrui mi tocca nel profondo, è una sorta di comunicazione vis a vis, mot à mot, con la poeta – con te e la tua scrittura. Non è il momento per me, in altre parole, di vestire davanti a te l'abito grigio topo del critico raffazzonato (altri sono i critici seri) , ma quello di incon...

(Redazione) - Su Ketti Martino: Soglia - Inner - Suture (per Repertorio del perdurare) di Anna Rita Merico

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  Su Ketti Martino: Soglia - Inner - Suture (per Repertorio del perdurare) (1) (di Anna Rita Merico) Avrei potuto capire, guardare con cura l’incisione sulla pelle assorbire piano l’indifferenza della città avrei potuto lasciare che il mare disordinasse ogni particella e nelle case di quartiere respirare l’umido dei vecchi ma le dita e le feroci corde (crudeli come le gocce che bevevo) erano lì a serrare i polsi giorno dopo giorno: dove eravate spettatori sepolti nella terra? Forse sotto foreste disboscate, o sotto grattacieli? E di questo vivere intorno, e mai dentro, ignari? Dove eravate, voi, a non dire? Fui obbediente fui consacrata fui nella vita e nella morte seppellita . (2) Soglia (pg 15-33) leggera la soglia d’ingresso in una musica poetica sospesa tra realtà di luoghi e transiti di passaggi in dimensioni di dentro. Ondivago l’occhio poggia tra attimi di tempo quotidiano e tensione al congedo, al confine della lingua. La dimensione del viaggio alberga sulla soglia facendo...

Da "Midbar" (di Raffaela Fazio - Raffaelli Editore, 2019) - 09 - M’introduca il re nelle sue stanze (Cantico dei cantici)

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  M’introduca il re nelle sue stanze Tratto da " Midbar " (di Raffaela Fazio - Raffaelli Editore, 2019) “ Mi sono addormentata, ma veglia il mio cuore ” (Ct 5,2). Di notte tra i seni  il mio amato:  sacchetto di mirra, rugiada. Il lino trasuda copre – come velo nel tempio –  il sacro vuoto  fragile potente ineffabile quanto la morte. Non scuotete dal sonno l’amore se non vuole! Scendi, scendiamo tra steli acri e lievi. Recluso nel giardino, il giardino delle noci  come un sogno prigioniero                       di altro sogno. Dentro il tempo infinito il suo principio, la gemma di fuoco: è delizia, privazione. Non scuotete dal sonno l’amore se non vuole! Nella fessura ha introdotto le dita. Ho aperto ma lui si è ritratto, è svanito.                       Muto lo spasmo.                       Una...

(Redazione) - Tre poesie inedite di Annalisa Lucini - con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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  Davvero molto lieti di poterlo fare, vi proponiamo oggi tre poesie inedite di Annalisa Lucini , poeta di certa esperienza ed espressione delicata.  Come potrete voi stessi confermare, immergendovi nei testi, la penna di Annalisa Lucini si caratterizza per una sapiente capacità di stare nei territori di confine tra un vissuto battente e una rielaborazione profonda dello stesso , dove ogni esperienza, si essa di parola o di osservazione, di congiunge – e con quali esiti – ad una delle finzioni a parer nostro "primarie" del poetare: rivelare al lettore la possibilità di uscita da schemi di incomprensione e accettazione del reale senza domanda.  La prima poesia del titolo Ognissanti , ad esempio, è come vedete la descrizione di una esperienza, a partire dalla quale la poeta rielabora una del tutto originale idea di autoassoluzione necessaria , quasi a dire – senza dirlo – dell'inutilità, altre a che della totale inopportunità di ogni giudizio.  Anche di fronte al t rav...

(Redazione) - Muto Canto - 21 - Una nuova generazione di uomini

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  di Anna Rita Merico  ( 1 ) Abbiamo guardato molto dell’America del Secondo Dopoguerra attraverso lo sguardo lucido di Fernanda Pivano. Abbiamo colto le nascenze legate ad opere come Howl di Allen Ginsberg, On the road di Jack Kerouac, The nacked lunch di William Burroghs. E’ un’America altra che ci ha attraversati mostrando una politica senza politica istituzionale, una politica dentro le esistenze. Una politica in cui sguardo-sentire-azione hanno combattuto ciò che l’economia chiedeva in termini di assuefazione e modificazione all’universo valoriale umano.  Negli equilibri internazionali del II Dopo Guerra, America e Russia erano divenuti riferimenti di civiltà industriale e, per strade diverse, mostravano l’esito, il significato, la richiesta di senso della spersonalizzazione legata alle leggi non scritte della produzione in serie. Nell’ Urlo di Gingsberg è raccolto il significato del rifiuto alla lacerante consapevolezza dei nuovi modelli di organizzazion...

Il tocco della parola

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  Esiste un tocco, un tocco deciso, una vibrazione trasmessa dalla parola al suo oggetto. Ciò che viene detto si copre, pudico, il volto col manto sacro del significato. ______ Foto e testo - inedito del 13.3.25 - di Sergio Daniele Donati  

Quattro poesie di Nicola Vacca - con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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  Nicola Vacca ritratto da Gaetano Del Mauro Nicola Vacca è poeta e critico letterario conosciuto e dalla vitalità espressiva indubbia.  Siamo molto lieti di poter pubblicare su  Le parole di Fedro  quattro sue poesie dedicate al grande maestro  Thomas Bernhard e a delle riflessioni sul secolo scorso: il Novecento.  Le poesie ispirate a Bernhard, con un sapiente "gioco sui titoli" di alcune fra le sue principali opere, tracciano un dialogo senza risposta con il grande autore, in cui sono evidenti le tracce di una profonda riflessione sull'intera sua opera.  In particolare nella prima, dal titolo Estinzione , il poeta sembra volerci significare quanto emerge spesso anche nella mente e nel cuore dell'attento lettore di Bernhard: una sorta di agghiacciante consapevolezza che le sue parole siano le ultime possibili su un mondo in dissoluzione che, per forza di cose, non può che essere descritto che con la lingua dell'ossessione quasi asmatica. Dopo aver l...

Memorie vegetali (Take me to the king)

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  Si può rinunciare a ogni vocabolo e trattenere il balsamo di una linfa saggia sul palmo della mano. Solo in questo modo si onora il debito dei padri verso i figli e il dio degli abissi trova definitiva dimora e requie nella verde goccia della memoria di ciò che ancora deve nascere. ______ Testo - inedito 2025 -   e foto   di Sergio Daniele Donati  

Un passo lento

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  Foto di Yoal Desurmont su Unsplash.com Del ponte di giada che dovevo attraversare mi colpì l'imperfezione di un innesto di legno, sul bordo sinistro. Un rattoppo, un inserto tarlato e volgare parlava di una luce che si tiene in vita nella polvere e nell'ombra e raccontava della parola che germina come corpo estraneo ai nostri silenzi. Mi voltai e diedi le spalle al Palazzo di Cristallo. Era l'ora del ritorno a cercare radici imperfette, per immergere di nuovo le mani nel fango e riempire il mio zaino di zavorre inutili. Camminavo di nuovo con un sassolino in tasca e lo sguardo bambino sulle screziature color ebano di un'esistenza dedicata all'altare del passato. _____ Testo — inedito 2025 — di Sergio Daniele Donati