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Inediti di Antonella Carmen Caggiano

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Kiev Cosa aspetti Dio mio a lasciarmi entrare nel tuo tempio prediletto? Quando ancora gli uomini truci dovranno governare e barattare innocenza con medaglie? Credevo mi aspettassi alle soglie di un nuovo sogno che avrebbe salutato la primavera. Vedi? i mandorli sono in fiore. Non senti l’odore precoce dei limoni? Eppure tu stai. Una manina lì buttata di traverso. Un sorriso storto. L’albero monco della tua guerra ha disegnato un paesaggio lunare laddove tutto era una spasa di cielo in terra. Poesia ecologica Chiare fresche dolci acque dove i miei capelli erano strada di viandanti e le braccia della fiacca luna si allungavano in coltri d’ odorose spighe già pane. La beltà splendea panica e frizzante intorno come scroscio di colpo nel cuore a refrigerare il tempo dell’armonia nella pelle salata dell’acqua che s’azzurra. L’anima si rallegra su fonti guizzanti d’improvvisi calanchi e distese a inviolarsi di immensi quadri di Van Gogh. Si spalancano cosce nude di tramont

Due poeti allo specchio (Annalisa Mercurio e Khan Klynski)

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Ceramica Artigianale di Antonella Giannuzzi Uno scritto a quattro maRi non ho più labbra da donare alla carne dopo aver nascosto tra trama e ordito i tuoi nodi scalzi non ho che vertebre di fango in attesa sul tornio; resti d'una voragine che non trovano balsamo negli spigoli della notte mentre un bruire d'anime segna inesorabili assenze dammi una bocca da imbastire ridente con la prudenza d'un rovescio di pioggia, fossi già morta cara tramoggia, come le lingue arrotolate al catrame in direzione ostentata e contorta, ciò che riposa nelle anguste cantine di certi borghi accarezzati dal bosco, quell'evidenza di rottami, due viandanti, che spreme sigarette sugli avanzi, fragili amanti lascio le vestigia la tenuta d'un coltello orfano di manico per le strettoie del silenzio e della parola ingoiata incisioni ridotte in cenere dall'aspersione del sale e dal mormorare scomposto d'atavici princìpi in un precipitare che strappa il sen

Soglie

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Dedicata al poeta e amico Gianpaolo   G .  Mastropasqua Già, esistono delle soglie e il limine vivace delle nostre intuizioni è coperto dai muschi dell'Antico. Pulsa nel nostro cuore il non detto del Mito e ci ritroviamo infanti di fronte alla bellezza che si dipana dal sogno di lucciole, notturne e lontane. Là, tra uno sguardo che si abbassa ritroso e le docili voci del Silenzio Sovrano, s'allunga  il Crinale della Parola.          Vedi anche tu      la fertile valle che sorge     dai nostri non sono ancora ? E ciò che siamo, e ciò che fummo, e ciò che saremo sta tutto nel palmo  della mano saggia del petalo, nel sorriso d'una bambina che ci appare in sogno a ricordarci il dolce dondolio, la calda preghiera della rinascita nell'Altrove, il non qui, non ora che protegge come crisalide la danza dei nostri Nomi. Ogni pianto d'un poeta cieco è la resina del bello che irrora  guance non ancora mature per accogliere  la deflagrante bellezza

Puglia

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Sai che esiste  una terra che trasuda  resine d'ambra e rende rosso vergogna,  una terra, irrorata  dalla più antica  delle questioni? È la terra  dal dittongo tritonale ove il mio passo  straniero si fa cauto  e il mio cuore salta  al ritmo di un'onda  che cela  dietro un lemma ironico il grido di solitudine  di Polifemo. Opera dell'artista Antonella Giannuzzi È la terra dell'accoglienza che mi cuce la bocca dentro un timido grazie, perché è sottocutanea  la parola  ancora non detta mentre si forma lenta  l'espressione di riconoscenza. Esiste una terra - sì esiste - ove io ricordo ciò che non ho ancora vissuto. Foto e testo - inedito 2023 - di Sergio Daniele Donati .

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 20 - su Menù à la carte (Tabula Fati ed., 2022) di Loredana Lorusso - con dialogo finale

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A cura di Sergio Daniele Donati Quella che presentiamo oggi in estratto è una silloge originale e allo stesso tempo felicemente incardinata su canoni classici, ma mai classicheggianti. Loredana LORUSSO , poeta pugliese, descrive la sua raccolta "Menù à la carte" (Tabula Fati ed., 2022) come Canzoniere d'amore   e la sua è una poesia dichiaratamente erotica.  Tralasciando per il momento il richiamo evidente a una scrittura ben incardinata nel passato del termine canzoniere, preme osservare che nei tratti della poeta erotismo è sempre declinazione delicata dell'anima, mai esternazione volgare o richiamo ad una sessualità priva del connotato di ascesa o di abisso che il sentimento amoroso con sé porta.  L'assunto potrebbe apparire banale ma, a parere di chi scrive, purtroppo non lo è affatto nel panorama della poesia erotica contemporanea, ove troppo spesso si assiste a un richiamo, se non alla mera descrizione del corporeo - quasi anatomico e fine a sé stesso - qua

Sempre le stesse cose

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(...) poi io parlo sempre delle stesse cose; se non è balbuzie è incaglio, se non è caduta è inciampo  e, dietro ogni silenzio, un canto. Non conosco della parola che il limite gioioso, la corteccia antica  e qualche sudore di resina. Non so dire degli ori o della danza dei lemmi le notti di luna calante; so però quanto pesa un pennino  alla mano stanca e del desiderio tenace e ben poco sublime che finisca l'inchiostro per nulla più dire. ______ Testo - inedito 2023 -  di Sergio Daniele Donati 

(Redazione) - Dissolvenze - 19 - A me gli occhi

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  A cura di Arianna Bonino I Paesi Bassi non avranno forse una cucina memorabile e distintiva (per esempio, il fatto che manchi la cultura degli antipasti è gastronomicamente delittuoso e imperdonabile), ma hanno saputo a loro modo sfornare prelibatezze irrinunciabili in altri campi, quantomeno in quello artistico. Oggi sfogliavo un bel libro di Carlo Ginzburg (1) e mi è caduto l'occhio sull'immagine di copertina, un mirabile pannello realizzato nel 1730 da Evert Collier. Il nome suona inglese perché Evert, nato a Breda nel gennaio del 1642, fu battezzato Colier, salvo poi, quarantenne e trasferitosi a Londra, scegliere di modificare il nome (più volte, a ben vedere), probabilmente per integrarsi maggiormente in quella terra inglese dove trascorse una decina d'anni e dove tornerà definitivamente dopo una breve permanenza in Olanda. Collier studiò ad Harleem, dove fu fortemente influenzato dal lavoro di Vincent Laurensz van der Vinne (di cui peraltro sono sopravvissute poch

Oblio - Odisseo a Penelope

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  Disumane, collose parole blu salgono le cortecce del cielo. Tu non sei più là ormai e quasi dimentico il tuo verde nome. Mi scordo il timbro cavo d'una voce barbara. Là, tra le foglie secche e parole sospese, io non ricordo più di dare al mio cuore - danzatore lunare -  respiri di silenzio. E ho una paura nera, non proprio di morire, ma di lasciar segno. Ho paura che scordi piene promesse d'oblio   - nelle notti di luna, falsi poeti dicon d'udir la mia voce, tra refoli di vento. Dimenticami; io sono ormai afono, muto, incapace di scrittura piena. Dimenticami; a nostro figlio dì della morte mia in battaglia. Dimenticami; togli la vita ad Argo perché l'attesa di nero cane - che torni un altro cane - insulta forte la fredda gioia di crudeli dei. _______ Foto e testo - inedito 2023 - di Sergio Daniele Donati

Ça casse (si spezza)

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Constamment cassé, le fémur de la conscience pose son hurlement gris sur la main noire d'une évanescence inattendue ____ Costantemente spezzato, il femore della coscienza posa il suo grigio urlo sulla mano nera di un'inattesa evanescenza _______ Testo, traduzione in italiano e foto di Sergio Daniele Donati 

Le'dor Va'dor (di generazione in genrazione - לדור ודור ) - UN RICORDO CHE STRAZIA

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A mio figlio Gabriel perché sappia  del limite di suo padre. Io li vidi spezzarsi, - i volti stretti rigati da lacrime secche. Ho ascoltato il loro grido; muto, sei milioni di volte. E quella domanda appesa a una risposta inesistente:  perchè? Era la lama nel mio costato. Li vidi, incapace di dar loro sostegno, di dar sostanza al fumo, alla disgregazione dei loro sacri nomi. Li vidi, reso afono io stesso dalla burbera prepotenza di un'assenza, dal più alto dei tradimenti. E ho bisbigliato - sì, ho sussurrato - solo per loro  la legge del cambiamento, il flusso che eterno sostiene le speranze  di chi ha il volto nel fango. (1)  לדור ודור dicevo mentre schegge  di ghiaccio mi bucavano la retina. Di generazione, in generazione, a tredici anni anch'io  prendevo dalla tasca  un sassolino e sussurravo un giuramento già perdente. Avrei trovato le parole per dire del silenzio  della storia, di quella storia. Le sto ancora cercando. e se mi chiedi perché a volte non parlo e il mio sguar

Due poeti allo specchio (Sergio Daniele Donati e di Stefania Giammilaro)

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MODESTIE Conto dieci passi  - e dieci al ritorno -  prima di dirmi Uomo.  E anche allora  si ride in cielo della mia pretesa  d'esser già nato.  Allora conto altri dieci passi  - senza ritorno -  prima di non dirmi più. Sergio Daniele Donati - inedito 2023 NUN S'ADDUNA Nun rinesci a cunfunnirimi ca sugnu bedda (sì) Maliditta biddizza ca nun s’adduna ca mi vardi rintra l’uocci e mi capisci mi piacissi cririri ma veni sulu n’ menzu l’anchi a pussidirimi e mancu mi vardi ma mi rici ca sugnu bedda (sì) Maliditta biddizza ca nun s’adduna Vastassi na canzuni di na stidda p’arricriarimi u cori ma ti fa priautu u to silenziu ‘nzivatu ca stavota nenti mi rici mancu ca sugnu bedda (no) Biniditta biddizza ca cancia ‘mmarazzi pa viriognia E s’adduna sì, ri essere 'a cruci ri sta menzogna Traduzione dal siciliano della stessa autrice NON S'ACCORGE Non riesci a confondermi che sono bella (sì) Maledetta bellezza che non se ne accorge che basta guardarmi negli occhi per capirmi

(Redazione) - Il Maschile - 01 - Il maschile nella poesia femminile. Per una ricognizione

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A cura di David La Mantia Da dove partire? La mia scelta è stata quella di affrontare una analisi psicanalitica, o, ancor meglio, archetipica. Bisogna partire, insomma, da Jung e dai suoi seguaci. E da un assunto, un teorema. Anima come parte femminile e Animus come luogo del maschile. Due facce della stessa medaglia che spesso troviamo fuse insieme. Pensate, per esempio, alla poesia di Bianca Garufi, la poetessa amata da Pavese, dal cui sodalizio artistico nacque anche un esperimento del tutto nuovo per la letteratura italiana. È il romanzo a quattro mani Fuoco Grande , che restò incompiuto, ma uscì comunque nel 1959, nove anni dopo la morte di Pavese. I due autori si erano divisi plot e protagonisti, ciascuno narrandoli dal proprio punto di vista, esaltando, in tal modo, l’aspetto maschile e femminile della storia, alternandosi i capitoli. Nella raccolta che comprende tutti i versi composti tra il 1938 e il 1991, riuniti da Vanni Scheiwiller nel 1992 (e ripubblicati nel 2004) co

M'ha salvato

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M'ha salvato per un istante uno sguardo ipotetico sul passato. Tiranno è il futuro; mai nato il presente. Sergio Daniele Donati - inedito 2023

Due poeti allo specchio (Sergio Daniele Donati e Maria Gabriella Cianciulli)

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  MIRACOLO È miracolo osservare resine dorate colare da cortecce antiche e sfiorarne i collosi elementi per sentirsi ancora una volta fossili e prigionieri felici dell'ambra della parola. È miracolo non darsi alla fuga di fronte al bello che spaura perchè la solitudine ne è la compagna fedele. Miracolo e trovarsi qui, io e te, a dialogare del niente che è dietro ogni lemma, incantati dal suono di lira dell'illusione del significato. Sergio Daniele Donati  - inedito 2023 DELLA PAROLA Della parola che viaggia sulle ali della colomba colgo solo lo spiro per farne alcova alla mia inquietudine Fucina d’ambra e miele di ritorno da riti antichi ove scorre la vita in assenza di persuasioni Nuvola e terra sciami di umori impeto di ruscello che assale di brividi il letto impietrito In riparo dal dicibile come l’amore poi che il bello ci rincorre per sfumare in un bacio appena sfiorato Io e te ne siamo immagine Maria Gabriella Cianciulli - inedito 2023

Due poeti allo specchio (Carla Malerba e Sergio Daniele Donati)

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Mi dicono hai voce argentina io penso sia il cuore a tenersela stretta tra vicoli e androni che segnano passaggi improvvise aperture di valichi a un vento diverso per tempi e stagioni. Mi riapproprio dei doni: è tattica costringere l'ombra a un angolo angusto, murarla intonare un canto aurorale sulle tenebre del mondo. Carla Malerba - inedito 2023 Un richiamo dell'Antico, un fischio di pastore, un latrato di cane, un suono di Shofar, e poi urla bambine nel cortile e soffi rabbiosi di gatto: sono le voci che mi abitano. Il cuore, dici? E ometti - saggia - il possessivo.  Sono troppe le voci  che m'attraversano per un cuore solo - e per di più ballerino. Meglio diluirle a terra come pioggia di temporale.  Mi abitano mille voci e un solo terrificante Silenzio, tiranno; un'assenza feroce, un canto mai cantato, la parola mai ascoltata. Sergio Daniele Donati - inedito 2023

(Redazione) - Un intervento di Anna Rita Merico su "Formulario per la presenza" Edizioni Progetto Cultura 2022 di Francesca Innocenzi

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Seguivamo Basaglia leggevamo Ronald Laing riflettevamo su Michel Foucault mentre giungevano ruggiti di bestie ferite a morte dalla vicina Real Casa di Aversa di Anna Rita Merico ______ Delucidazione (1) ma io ti dissi solo di voler dormire quando il tuo silenzio pesava come piombo. nell’aria si infittiva un tanfo di sciagura un nuvolo di mosche in me tornava. ho preso il diazepam, ti scrissi allora. da sinistra ogni uccello infido sfrecciava. un tuono di menzogna mi sfece come pazza nei gorghi da complotto della sera. Nell’andare della giornata, lenta e uguale alle altre, da secoli simile, ti dico d’un sonno che potente mi chiama. Ah! Il Sonno antico! Non dormiva, forse, Odisseo mentre la nave lo portava da Scheria a Itaca? Viaggio d’una notte su una nave carica d’ori preziosi. Era nave sollevata dalle acque e circondata da nebbie fitte. Odisseo dormiva. Su di lui Atena elmata vegliava traghettando il ritorno per il quale occorreva un’uscita da sé. Atena conteneva l’andare e l’uscita