Post

Visualizzazione dei post con l'etichetta Marina Minet

(Redazione) - "Un familiare straniamento" - a proposito della raccolta poetica "Pianure d'obbedienza" di Marina Minet (Teresa Anna Biccai) (Macabor ed., 2023) - nota di lettura di Sergio Daniele Donati

Immagine
  Raramente - ed è sempre stato un dono - mi sono ultimamente imbattuto in raccolte poetiche la cui lettura è stata capace di donarmi una sensazione di un paradossale e ossimorico familiare straniamento. E questa preziosa sensazione, legata a doppio filo con una sacralità diffusa della parola dell'autore, quasi sempre mi porta ad un silenzio meditativo che lascia solo nello sfondo, e per lungo tempo, la necessità di dirne.  Ma, poiché credo nella funzione di eterodirezione della parola  e, in fondo, credo che faccia parte dell'etica della parola non trattenere solo nel proprio foro interiore ciò che un dire smuove, superata la fase di decantazione, sento, quasi sempre, di fronte a raccolte di tal fatta, la spinta a scriverne, quasi a volermi mettere in dialogo a distanza con l'autore.  Non me ne voglia quindi  Marina Minet, autrice   della splendida raccolta Pianura d'obbedienza (Macabor ed., 2023), se ho atteso lunghi mesi prima di trovare -  e se ci sia riuscito dovre

Tre poesie inedite di Marina Minet (Teresa Anna Biccai)

Immagine
Frammenti A frammenti, padre mio pensami a frammenti, quando il tempo spezzerà la luce con la bava delle iene sul costato e distante da quel luogo che facesti cuore quieto e nutrimento A frammenti, padre mio, cercami a frammenti seminandomi la strada di radici con tre croci sulla schiena intrecciate a coerenze di germogli A frammenti, padre mio, trovami a frammenti come polvere vitale e sguardo vano come canapa imbastita dal maltempo come pioggia tramortita sopra il fango A frammenti, prendimi a frammenti come l’agnello addormentato accanto al lupo come il giglio sotto il gelo di novembre coi pensieri festeggiati dai sorrisi dei bambini senza gioia né dolore a frammenti, tutta amore Quando un giorno Quando un giorno verrete alla mia tomba non bussate come solita è la gente accendete la presenza col silenzio mormorando un perdono controvento fra le gore delle siepi. Fischiettando, rallegrerete i marmi con l’olio della lampada sul capo versato a goccia piena, d’abbondanza per rischiarare