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Poesie tratte dalla raccolta inedita "Il corpo necessario" di Daniele Gigli

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  L'AUTORE - RITRATTO 1. Il fremito è lo stesso, il solito – quello che da decenni ti tormenta e ti si attacca sulla bocca dello stomaco al risveglio, aperti gli occhi, quando per un istante sei l’Adamo il sesto giorno e poi non più, e il gorgo di memoria e di incombenze ti soverchia e ti si para lì davanti – ecco il mattino: esigere, volere. Bisogna essere ben spudorati a vivere – a vivere, non a eseguire, mentre ogni cosa grida vanità e scelta di vento. Eppure… Questa felicità, quanto è indecente mentre là fuori soffrono e s’ammazzano – guerra nei corpi, guerra nelle menti. E infatti è sempre ansiosa, in bilico, perforata da un non detto che ci scava e sgretola e consuma. Questa felicità che sembra di cristallo e che non osa, che non si dice ad alta voce e teme – il passo delle cose, lo scorrere del tempo, l’invidia del demonio che ringhiando osserva. 2. L’antica inimicizia si risveglia con un alito di vento – basta un’ombra a volte, un fuoco vergine che sbriglia il desiderio «è