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(Redazione) - Fatuari - 01 - Il nome è la fine; il nome è il principio.

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  Diego Riccobene L’ Enūma eliš racconta che, successivamente alla creazione del mondo, Marduk dovette placare l’ira di Tiāmat, intenzionata a vendicare la morte del dio primigenio suo compagno Apsū, l’abisso, il custode dei segreti. L’avvicendamento tra le due forze vide la necessità che entrambe si armassero di tutto punto per sostenere il tremendum dello scontro, la prima in particolare: “Tra le sua labbra egli teneva stretto un incantesimo, / mentre tra le sue mani stringeva una pianta per contrastare il veleno di Tiāmat” 1 . La pianta – un talismano; e ancor di più, la parola stretta in bocca, quella che dovrà decretare il potere sull’altro, soggiogandone le volontà. Una tenzone verbosa è quanto i due ancestrali mettono in atto, da subito, per primeggiare l’uno sull’altro: “Tiāmat lancia il suo incantesimo, senza neanche voltare la testa / tra le sue labbra stringe falsità e menzogna” 2 . Solo successivamente si verifica il ferace corpo a corpo materico, che vedrà la cruenta dip