Samek (in tre versi)



Fa' ben attenzione.
Il diadema nella città d'oro
sostiene chi vacilla.




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Commenti

  1. Samech, questa amata lettera meravigliosa dà principio al tuo nome, un albero di luce con tre rametti che il tempo ha trasmutato in una traccia per gli occhi dagli angoli rotondi, una "casa" per piantare un'albera ed accudire il piccolo pesce che verrà ( nel tuo secondo nome) il nūn bimbissimo verso il suo nūn finale, da quella bellezza che voleva al totalmente bello che è. La sorella di Samech, la Res, è quasi un Beresit che fa brillare le due lettere alla luce che si manifesta solamente se un "appoggio" le si offre, se può bere un sorso d'acquabuona dal corpo tutto asciutto di Gimel, che tanto umido contiene.
    Un'acqua buona che sale dal basso verso il tuo capo che ridiscende lungo quei rami per nutrire ogni piccolo pesce. Il tuo nome è questo frutto, io crede, fra due lettere che mai possono disgiungersi: Gimel e Dalet, che insieme formano il numero che amo, l' otto, la felicità, il frutto del nūn, del seme che vola verso il suo 'El, verso la sposa che noi è, la sua nascita, come "insegna" Samech :
    è "natura" sempre nostra figlia.

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