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(Redazione) - Muto Canto - 23 - Di un dialogo con immagini fermate in parole per e con Angelo Curcio.

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  di Anna Rita Merico  A proposito dell'opera di ANGELO CURCIO  "Terramare"  (Editrice Zona-level48, Genova 2022),  con prefazione di Costanzo Ioni. Un testo che si nutre di un poetico-viaggio in remote cartografie generate a sud. Cartografie intramate di luci e di soglie, di madri e di armonie, di sentieri e ricerche di bussole. Angelo Curcio rinnova gli antichi saperi legati alle sapienze degli apprendimenti della navigazione notturna facendone tratto lirico-esistenziale di adamantina bellezza. La navigazione notturna di questo Autore è l’attraversamento delle perigliose acque in cui immergersi senza bussole al cospetto delle Scille e delle Cariddi che emergono dai e nei gorghi della Vita. Potenze da aggirare per nuove rinascite e la poesia resta l’unico autentico linguaggio per dire di tale materia. Se le Scille e le Cariddi dei gorghi presenziano al movimento della scissione del pensiero, della frammentazione della parola, la poesia ha il potere di ri-armoni...

(Redazione) - Muto Canto - 22 - Attraversare la metamorfosi in epoca contemporanea

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  di Anna Rita Merico  Attraversare la metamorfosi in epoca contemporanea. Consentirle di dire il desiderio di umanità e seguirne i necessari attraversamenti per sentirne rimbombare la necessità di voler sgusciare via da ogni nicchia di presente conosciuto, dato. Ingeborg Bachmann (1926-1973), Paese di nebbia pubblicata nel 1954. Giunge come frusta questo verso.Stacca da ogni realismo e trasporta in una radice di trasparente visionarietà accesa, metamorfosi lapidaria. Mondo nel mondo. Nulla è al suo posto, ogni rigo deborda fluttuante nel successivo e torna in risacca. Ogni immagine parte da sé e s’immerge in gioco di cerchi concentrici come sasso gettato in sorgive acque. Fuori dal fuori i passi di un io poetico denso, pensieroso, viandante tra mondi. Affascina la mollezza dolce e fiabesca di questo trasporto che cuce la bestemmia dell’abbandono trasformandola in infinito. E’ pagina sospesa in cui l’ago del silenzio buca confini e limiti e d’inverno sta la mia donna è tutt...

(Redazione) - Muto Canto - 21 - Una nuova generazione di uomini

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  di Anna Rita Merico  ( 1 ) Abbiamo guardato molto dell’America del Secondo Dopoguerra attraverso lo sguardo lucido di Fernanda Pivano. Abbiamo colto le nascenze legate ad opere come Howl di Allen Ginsberg, On the road di Jack Kerouac, The nacked lunch di William Burroghs. E’ un’America altra che ci ha attraversati mostrando una politica senza politica istituzionale, una politica dentro le esistenze. Una politica in cui sguardo-sentire-azione hanno combattuto ciò che l’economia chiedeva in termini di assuefazione e modificazione all’universo valoriale umano.  Negli equilibri internazionali del II Dopo Guerra, America e Russia erano divenuti riferimenti di civiltà industriale e, per strade diverse, mostravano l’esito, il significato, la richiesta di senso della spersonalizzazione legata alle leggi non scritte della produzione in serie. Nell’ Urlo di Gingsberg è raccolto il significato del rifiuto alla lacerante consapevolezza dei nuovi modelli di organizzazion...

(Redazione) - Muto Canto - 20 - Medea, figlia di Eete e di Ecate

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  di Anna Rita Merico    Delle infinite riscritture della tragedia, come genere. Delle altrettanto carte vergate intorno e dentro Medea. Di come la lettura di un testo sia spazio e tempo di stratificazioni. Di una verità di Ghiannis Ritsos commentata in calce a questo testo.   Foto da rete: Maria Callas in Medea di Pasolini (1969); Valeria Moriconi in Medea di Franco Enriquez (1972); Kirsten Olesen in Medea di Lars von Trier (1988); Melina Mercouri Scartabellando 1 in una passata sceneggiatura di Carl Theodor Dreyer 2   abbiamo trovato notizia di una Medea monologante con la natura e con sé.  Medea, forza eccessiva, nuda, metafisica staccata appena da un essenziale paesaggio del Nord cui Kirsten Olesen ha dato forma attraverso sguardi scarni impastati di azzurri freddi e iridescenti acquitrini. Medea feroce e struggente divinità. Abbiamo sentito in un altrove Maria Callas e Melina Mercouri e Valeria Moriconi 3 che, pure, avevano conosciuto Medea prestand...

(Redazione) - Muto Canto - 19 - Per il nuovo anno, una parola: "LEGGEREZZA"

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  di Anna Rita Merico    Il 6 giugno 1984 Calvino fu ufficialmente invitato dall’Università di Harvard a tenere le Charles Eliot Norton Poetry Lectures… 1 Leggerezza , la prima delle sei Conferenze basate sulle connessioni invisibili. “ Se volessi scegliere un simbolo augurale per l’affacciarsi al nuovo millennio, sceglierei questo: l’agile salto improvviso del poeta-filosofo che si solleva sulla pesantezza del mondo, dimostrando che la sua gravità contiene il segreto della leggerezza, mentre quella che molti credono essere la vitalità dei tempi, rumorosa, aggressiva, scalpitante e rombante, appartiene al regno della morte, come un cimitero d’automobili arrugginite…” 2 Un’esplorazione sul senso creativo dell’alleggerire, togliere volumi e spessori al vivente e, anche, all’universo simbolico del linguaggio e delle strutture narrative. Alleggerire le forme. Lasciare evaporare il peso per contenerlo, poi, rinato in leggerezza. Trasparente condensa di vapore che coglie sintes...

(Redazione) - Muto Canto - 18 - Suggestioni e testi di docu-poetry

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  di Anna Rita Merico  Muto Canto, rubrica de Le Parole di Fedro, in scambio con Gianpaolo G. Mastropasqua di cui PoetiPost 68 ha pubblicato un’analisi della parola follia dal titolo-traccia Il divieto di accorgersi. Lo scandaglio inizia a muoversi all’interno dei luoghi deputati alla separazione degl’internati: violenti, luridi, cronici. Tutto, all’interno del sorvegliare e punire che si muove intorno alla follia è legato alla vivisezione del separare. La separazione prende ulteriore forma nella delineazione che Mastropasqua porta nell’indicare significati di pazzo-folle-matto. Immediato il riferimento al grande Mario Tobino. La discesa inizia. 27/10/2012 oggi hanno fatto tremare il suono che usciva dalla mia gola mi hanno applicato del dolore la voce nel gemere si è messa a tremare tutta la città mi mette le mani addosso mi concedono a chiunque ora anche i musi diversi erano fatti d’aria a nessuna donna probabilmente è mai toccato di starsene così spesso sotto umiliazioni ta...