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(Redazione) - Genere In-verso - 24 - L'antico Giappone: musica, danza, parola

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Di David La Mantia Il ruolo centrale di cui la musica ha sempre goduto in Giappone, sia a livello popolare sia nella vita di corte, come si può evincere anche dalle molte raffigurazioni, è legato alle sue origini divine e ai poteri di purificazione a essa attribuiti. La prima documentazione in tal senso è nel Kojiki , dove si narra della prima danza sacra, kagura (musica degli dei), improvvisata dalla divinità Ame no uzume per far uscire la grande dea del Sole Amaterasu dalla grotta in cui si era nascosta. Da qui le varianti furono tante. Ancora oggi danze kagura sono eseguite nei santuari shintoisti o nei festival popolari. Le prime fonti che parlano invece di musica sacra buddhista riguardano la cerimonia di apertura dell'occhio del Grande Buddha del Todaiii . nel 752. e il suono del flauto dei monaci ciechi itineranti. Ma si sviluppo ben presto anche una musica di corte, tant'è che dall'VIII secolo fu istituito un Ufficio per la musica (Gagakuryo) . Alcuni preziosissim...

Quando danzai la danza della purezza

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  “Sergio Donati, passaggio di secondo Dan”, dice il Maestro.  Seduto in Seizà, saluto alla giapponese e mi metto al centro del tatami.  “Tecniche in piedi. Tre Ukè (attaccanti)”, dice il Maestro.  Le mie mani diventano calde e lo sguardo si posa sull'orizzonte. Lontano.  Saluto, in piedi gli Ukè.  Posizione di profilo. Perfetta.  Il primo prova una presa al polso. Esco dalla linea d'attacco, e entro sul suo asse verticale col gomito. Lo proietto lontano da me. Un perfetto Joko Irimì, una delle mie tecniche preferite.  Il secondo mi attacca alle spalle. Faccio un veloce spostamento indietro. E lo proietto, facendolo girare attorno la mia schiena. Koshì Nage.  Il terzo mi porta un veloce Tzukì (pugno centrale) al petto.  Esco dalla linea d'attacco. Faccio una serie di leve su polso e spalla e lo immobilizzo a terra. Quando lo libero ci guardiamo e sorridiamo. Ci guardiamo e ci guariamo.  “Bokken”, la spada di legno, dice il maestro. ...

La danza di Ama-no-Uzume e del figlio della luna

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Io l'ho vista. Io c'ero.  Mi chiamano Tsuki no musuko, il figlio della luna, e i miei occhi non vedono.  Mi siedo sulle rocce e suono il mio Shakuhachi, il flauto di bambù, per chiamare le assenze.  E la vista, quella del flauto, mi guida e porta immagini da lontano, oltre l'oceano.  Ascolto incantato tra una nota e l'altra la risposta degli dei.  Mi chiamano Tsuki no musuko, il figlio della luna, ma io non conosco il mio vero nome.  Nè so da quale grembo io sia uscito.  So solo che il mio Shakuhachi canta e incanta.  E il mio fiato, così dicono, porta zefiri dorati nei boschi.  Le foglie, sì le foglie rosse, sotto i miei piedi mi raccontano storie.  Melanconie, rimpianti dei rami, desideri impossibili di tornare ad attaccarsi alla vita.  E suono per loro il mio flauto come a dire: “tornerete, sotto altra forma, alla vita. Tornerà in voi, attraverso voi, la vita. Ora è il momento del riposo”.  E la volpe rossa, tutte le sere al...