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Maria Pia Latorre legge "Miracoli del giorno" di Paolo Polvani (Macabor ed., 2023) con prefazione di Massimiliano Damaggio e postfazione di Isabella Bignozzi

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  Quando ho avuto tra le mani “ Miracoli del giorno ”, ultima fatica letteraria di Paolo Polvani , ho cominciato a congetturare su quali fossero i miracoli in cui l’Autore si sia imbattuto (perché di questi tempi i miracoli scarseggiano) o a quali miracoli egli, in particolare, si riferisc a . Certo è che il miracolo, in qualsiasi modo lo intendiamo, reca in sé un dono, una sorpresa prorompente che travalica l’evidenza dei fatti che accadono, spesso ingabbiati in schemi rigidamente logici, che poco spazio lasciano all’irrazionale. Centinaia di correnti di pensatori razionalisti non hanno mai creduto e anche oggi non credono ai miracoli e sono soliti liquidare i fatti straordinari e incomprensibili come eventi semplicemente non ancora dimostrati poiché non se ne conoscono, ad oggi, le leggi ad essi sottese. C’è, dunque, una realtà piana, semplice, perfettamente rispondente alle categorie di causa-effetto, e poi ci sono i fatti inspiegabili. Dal senso del magico di un tuono negli albori

(Redazione) - Un "accordo in bemolle minore" di lettura: su tre sillogi contemporanee (BIGNOZZI, COPPOLA E URSELLI)

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A cura del caporedattore Sergio Daniele Donati Partiamo da un simpatico false friend.  Una nota di lettura, anche prima che sia nota, è bene che sia portatrice di un suono solo. Ma uno spartito musicale non è composto di note soltanto. Ci sono anche gli accordi e spesso questi sono composti da tre note distinte.  L'armonia tra le tre note che compongo l'accordo ne creano l'unicità e identificabilità.  Forse per questo sono abituato, sin da piccolo, a leggere almeno tre libri contemporaneamente.  Mi piace tracciare linee e fili tra scritture diverse tra loro. Che poi queste linee di congiunzione siano immaginarie o meno, in fondo, poco conta. Anche le costellazioni sono linee immaginarie e tanto immaginate , prive di consistenza fisica tra le  stelle che le compongono che spesso non sono nemmeno appartenenti al medesimo sistema e si trovano distanti tra loro anni luce. Eppure l'uomo, attraverso quell'immaginario, ha orientato le sue navi per millenni.  L'ordine,

Kerameikos di Isabella Bignozzi

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Isabella Bignozzi Nasce il respiro duro dai giorni del taglio. Il frangersi degl’involucri, le unghie nella sabbia, i piedi sulla roccia bruna. Nelle cose taglienti il dolore s’apre il varco allo sterno, nel margine obliquo, che dà forma al nero. Senza corpo, senza luce. Giorni di cui non si ricorda il passo, ma il catrame alle suole, la ferraglia rotta nel fosso, le sagome cupe al vetro. Bocche di pesce. Nel buio degli alberi, un bosco. Finestre come portali. Riquadro di pioggia, riflesso di fiamma, nel tremore. Si solleva il mento con gli occhi vuoti, senza orizzonte, senza soffitto. Non le mani arcuate dalle vene, non il caldo del fiato, ma il margine affilato dei tetti, il grido dei corvi. La ghiaia bagnata, il vaso rotto nel gelo, gli uccelli sulle gronde. Rami intrecciati di rancore. È qui, nel tedio del vento, l’uscio di una casa vuota, che sbatte le imposte sul retro. Qui le ciotole di polvere, i ricordi come stoviglie sporche, un grigio che ferma le mani sul tavolo. Non ci sar