Kerameikos di Isabella Bignozzi

Isabella Bignozzi

Nasce il respiro duro dai giorni del taglio. Il frangersi degl’involucri, le unghie nella sabbia, i piedi sulla roccia bruna.
Nelle cose taglienti il dolore s’apre il varco allo sterno, nel margine obliquo, che dà forma al nero. Senza corpo, senza luce. Giorni di cui non si ricorda il passo, ma il catrame alle suole, la ferraglia rotta nel fosso, le sagome cupe al vetro. Bocche di pesce. Nel buio degli alberi, un bosco. Finestre come portali. Riquadro di pioggia, riflesso di fiamma, nel tremore.

Si solleva il mento con gli occhi vuoti, senza orizzonte, senza soffitto. Non le mani arcuate dalle vene, non il caldo del fiato, ma il margine affilato dei tetti, il grido dei corvi. La ghiaia bagnata, il vaso rotto nel gelo, gli uccelli sulle gronde.
Rami intrecciati di rancore. È qui, nel tedio del vento, l’uscio di una casa vuota, che sbatte le imposte sul retro. Qui le ciotole di polvere, i ricordi come stoviglie sporche, un grigio che ferma le mani sul tavolo.
Non ci sarà cenno né fessura nella maschera di cuoio, ma nel grumo – come pianto – un crinale di sassi, scheletri di pesci, appuntite parole.
Quale pace accanto a chi non accoglie e divora. Quale ascolto. Argine franato, cavi elettrici sgusciati. Grano amaro nel calvario dei tralicci.
Ora è solo tramontana, il ferro delle punte, la ruota nella ruggine, il pianto che ghiaccia sul viso.
Ma siamo inermi alla caduta, votati al ritorno. Soli, di notte, nel quartiere dei vasai. Vedi l’interminato campo, il silenzio, le croci. Le date in stele, le bianche rovine, il lamento dei corpi distesi. Il terso lucore della presenza.
Non c’è scampo all’intreccio delle mani, al silenzio che, nell’azzurro profondo, riceve.
Viene il momento senza incanto, senza pena, il riposo. Non è più questo luogo di carne rotta, quest’abbassare il cielo di storni, questa chiusa porta.
Tu, che hai peso di piuma, tu che sei oltre le piantagioni di sale, parlami del fiore, chiamami per nome.
Anch’io perdo la via nelle pianure di nebbia, dove crolla il casolare, trafitto dal gelo. Dove solo i cancelli che ruotano, l’intrecciarsi dei fossi, il latrare scuro dei cani.
Ma se piove sghembo il cielo, riempie i laghi, scioglie le cremagliere. Ribatte il cammino alle tempie, chiede il gesto, il rifugio. Cresce l’erba sulle traverse delle rotaie, lievita il pane al tepore, rosso si corica il giorno.
Verità è questa piccola sera che intreccia sangue e germoglio, steli d’acqua e pianto in garbuglio, come una cesta di sete.
S’apre altissima la notte, protetta da lealtà, cosa lucente e piana. Come si pesassero da sole le cose, nell’acqua quieta, che non solleva o nasconde. Come fosse tenero tutto, e caro.
Edifica ora con tenacia il calore delle mani, l’accoglienza degli occhi, dilata le ossa. Che non vi sia congedo senza lume, senza voce, tra corpi vivi.
Come uccelli addormentati, raggeliamo sulla riva, in un chiasso d’ombra. Ci hanno lasciati soli, senza nido, nei rigori d’inverno. Dico non è tardi, per raccogliere ciò che, piegato, trema. Bellezza di pace. Tempo cavo.
Nel bagliore marino, un chiaro d’alba, per ciò che ancora si può dire amore.
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NOTA
Kerameikos (quartiere dei vasai di Atene) è simbolo di precarietà, perché si trova accanto a una sterminata necropoli, che risale a epoche remote.
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BREVI NOTE BIOBIBLIOGRAFICHE SULL'AUTRICE
Isabella Bignozzi è odontoiatra, autore di articoli medico-scientifici di rilevanza internazionale. Ha pubblicato racconti, prose e contributi critici su varie riviste letterarie. Alcune sue liriche sono apparse su «Inverso – Giornale di poesia», «Poesia del nostro tempo», «Versante ripido», «Atelier poesia», «rivista ClanDestino», «larosainpiu», «La foce e la sorgente», «Formicaleone». La sua prima silloge Le stelle sopra Rabbah, è uscita per Transeuropa nel maggio 2021, con una postfazione di Elio Grasso. Una sua prosa inedita è stata finalista alla 35^ edizione del Premio Lorenzo Montano. Con il suo romanzo storico a memoriale Il segreto di Ippocrate, edito da La Lepre edizioni, è stata finalista al premio Como 2020. È in uscita in questi giorni la sua seconda silloge Memorie fluviali per MC edizioni (collana Gli insetti), curata da Pasquale di Palmo.

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