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Alcune riflessioni sullo "stato delle cose" in poesia di Mauro Ferrari

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  Un breve cappello introduttivo “ Che fare?” La poesia onesta e importante (termini banali ma che qui hanno senso) esiste e non è raro trovarla in vari cataloghi editoriali (a volte persino nei maggiori...), ma in un mondo in cui si scrivono migliaia di recensioni, si sfornano antologie più o meno “autorevoli”, si creano gruppi e si litiga sui social, non si riflette abbastanza (mai) di poetica : l’utilizzo di strumenti rapidi ed efficientissimi, nel bene e nel male alla portata di tutti, infatti, non sta producendo risultati apprezzabili sul fronte della poetica, parola che sembra bandita dalla discussione e dal confronto. Si resta a livello di ricerca individuale, di idiosincrasie espressive, o al massimo di gruppi che si riconoscono in un progetto organizzativo o editoriale. Per di più, la conoscenza approfondita e sincera della “situazione” della poesia e delle nefandezze che la stanno rovinando ( che l’hanno già rovinata ...) è affidata soprattutto agli incontri amicali, alle...

Due poeti allo specchio (Mauro Ferrari e Sergio Daniele Donati)

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  E poi comparvero gli spettri: ricordi e presagi dapprima, fibrillazioni dello sguardo, ombre fra gli alberi e sussurri. Una notte infine si sedettero attorno al fuoco, quasi vivi, raccontando di orrori sconosciuti a orecchie deliranti di follia – a corpi che man mano increduli si dissolvevano. L’avevano cresciute dentro, quelle voci, per mille generazioni ascoltando immortali discesi in un fruscìo di ali a fare tutto sacro – tutto a sacrificare – e ancora si narrava di visioni, annunci e prodigi mentre i vecchi piangevano guardando i bimbi giocare nel fango. E poi uno di loro ricomparve, con un messaggio disse di speranza e fede. Un saggio, con mossa improvvisa, gli recise di netto la giugulare. Ho ascoltato a lungo quel doloroso canto, una narrazione lenta e senza fine del sogno che svaporava in fumo grigiastro. Incapace di stasi lo sguardo si rivolgeva al flusso senza tempo di schegge nelle retine. Si dissolvevano,  e cadeva a terra  il numero tatuato  sulle lor...