Il quarto Alef-Bet - 19-22 da Kof a Tav

E stai attento 
a non cadere,
amico mio, non ora,
che a scimmiottare
il Giusto si perde 
il potere di dir  
alla vita. 
Esiste un principio 
che in pochi
hanno trascritto, 
ma nutre il midollo 
e le schiere metaforiche 
che sono amiche
delle tue argille.
È il principio 
che si chiude
con il sigillo 
nel fuoco sacro.
Siamo figli d'una parola 
che ci vincola 
a dire la nostra
presenza all'altro,
il nostro goffo 
tentativo d'adesione all'Altro.
Stai attento a non cadere,
amico mio,
non farlo ora, prima
di aver detto
eccomi, di aver detto  הִנֵּנִי
alla falce d'Alef crescente
che vedi di lontano.
Non cadere ora,
amico mio, il passaggio è stretto
e non ceda il tuo cuore
alla tentazione dell'ultimo respiro.
C'è, dopo il sigillo, un silenzio
che prepara il ritorno 
alla narrazione più antica. 
È il silenzio di gestazione, 
l'attesa prolifica nella quale 
potrai immergerti solo se
- come dicevo - il Giusto
coinciderà per te
con l'Inimitabile.

הִנֵּנִי, amico mio,
Hinnèni, eccomi:
io muoio per far spazio 
al tuo unico nome.
_____
¹ eccomi in ebraico : Hinnèni (הִנֵּנִי)

Testo - inedito 2023 - e foto di
Sergio Daniele Donati
stampa la pagina

Commenti