Resh

 
Foto di Sergio Daniele Donati

Arriva ventesima una lettera
fatta di resine e cortecce,
le cui radici di fuoco
rendono braci vitali
i segni della decomposizione.
Ti china la schiena,
in ossequio allo sguardo,
che lento si fa ampio
e percepisce l'immensità
d'un orizzonte in continuo movimento.
Ogni principio vitale 
dimora nell'etica della trasmissione
e ogni inizio contempla un sigillo,
poco più là;
a permettere un nuovo ciclo.

Arriva ventesima quella lettera
perché solo chi ha conosciuto 
la fallacia dei richiami
degli altari e sconfessato
idoli e maschere di cera
trova in quell'orizzonte lontano
i primi segni della diluizione 
del suo nome
nel coro delle voci delle stelle.

È una lettera che si bisbiglia di notte
perché il principio del sogno
ci raddrizzi al mattino la schiena,
sull'asse etico di una mano
che, aprendosi, mostra il palmo.
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