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Dialoghi poetici coi Maestri - 50. Rainer Maria Rilke (2)

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Canto d'amore E come tratterrò l’anima mia, perché la tua non sfiori? Come la leverò verso altre sfere, dove tu piú non sia? Oh, celarla vorrei presso qualcosa che si smarrisse in buia solitudine, in un angolo ignoto e silenzioso che non vibrasse più quando rivibrano gli abissi tuoi!… Ma tutto ciò che appena ne disfiora, ci prende insieme al pari dell’archetto che da due corde trae solo una voce. Su qual strumento, ahimè, siamo noi tesi? E chi lo regge e suona?… Oh melodia! Rainer Maria Rilke Tratto da “Nuove Poesie, in  “Liriche scelte e tradotte da Vincenzo Errante”, Sansoni, 1941 (Traduzione di Vincenzo Errante) Canto d'amore Son nato dal tratto storto d'un pennino antico e m'ha raddrizzato lo stesso tuo canto; il bicordo dell'anima mia con la voce dell'assenza.  Per questo nelle notti d'estate s'abbraccia la dea velata  che abita le mie iridi  al monotòno dell'assiolo. Si compone di più voci quella prece che pare una solo a chi non sa cogliere