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Visualizzazione dei post con l'etichetta Lo spazio vuoto tra le lettere

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 50 - Poesia (come "estensione del silenzio") e "sinestesia"

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  di Sergio Daniele Donati La poesia, sin dalle sue origini, si colloca in uno spazio liminale tra parola e silenzio. Cercherò con questo mio articolo di tracciare qualche linea di intuizione sulla relazione tra silenzio, sinestesia e parola poetica , senza alcuna pretesa di completezza, visti i nomi di coloro che nella storia del pensiero si sono occupati del tema con ben altre competenze.    La mia piccola tesi è che la poesia non sia solo atto di linguaggio , ma soprattutto evento creativo con un evidente effetto prolungativo del silenzio che precede (e abita) la parola.   In altri termini, è proprio la parola poetica a rendere, tra le altre cose, percepibile il silenzio, togliendolo dal dominio non solo del non-detto , ma anche dell'indicibile , e, in un certo senso trasformandolo in materia estetica .  Rainer Maria Rilke osserva: “ Il bello è solo l’inizio del tremendo ”¹, e in questa tensione tra parola e ineffabile si manifesta, a mio avviso, la p...

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 49 - Oceani

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  di Sergio Daniele Donati (...)  ci sostiene un'ossatura liquida e il seme del   mutaforma  ha inscritto spirali di consapevolezza nelle nostre giunture. Per questo alle volte il nostro sguardo si fissa su un orizzonte mobile e fecondo. Cerchiamo altrove, assieme,  un luogo dove poterci dire ancora plurali e collettivi, dove il nostro grido identitario attiene solo ai licheni dell'esistenza. Là, tra i flutti, ci sentiamo l'un l'altro vinti, convinti  dell'inutilità della nenia che andiamo ripetendo  alle ossidiane  dei nostri stessi figli.  Ci guardano, come si guarda qualcosa che deve esser perso; come si guarda qualcosa che svapora  nelle nebbie del tempo e lascia sorrisi da Stregatto  in un cielo grigionebbia . La nostra aura azzurra è figlia del vento e del pianto, nipote dello squasso e di lave sacre la cui memoria è scritta nella pietra levigata dei nostri desideri.  (...)

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 48 - Sette poesie inedite di Erika Signorato

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  di Sergio Daniele Donati "Accogliere" è un verbo denso di richiami e crea nell'animo di chi l'ascolta una sorta di anelito, una sottile linea di morbida speranza.  A volte capita ancora di incontrare poesia che, pur non citandola mai, fa dell'accoglienza uno dei suoi principali moti.  Certo, la Poesia, si perfeziona sempre nell'essere accolta dalle orecchie e dal cuore del lettore, ma nelle poesie inedite di Erika Signorato esiste anche un movimento contrario che fa sì che il lettore si senta assorbito ed accolto e, in un certo senso, accudito dalle lettere e dalle parole; da testi e tessiture, in altri termini. Quella di Erika Signorato è dunque poesia di cura , anche di chi la riceve, come dovrebbe essere, in effetti, quasi sempre in poesia. Dovrebbe...già! A tratti con linee di una scrittura poetica di testimonianza di un quotidiano o di eventi personali, questi inediti, tuttavia, non rinunciano mai al simbolo che diviene con abilità estrema e massima...

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 47 - Solo tre parole (un sogno)

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  di Sergio Daniele Donati Sai bene , mi dicevi,  che non ogni esclusione  si conclude col ripudio, che il midollo del sigillo  è nella protezione e che ciò che non può  attecchire su terreni acidi trova spesso risposta fertile  in altri campi.  Certo, rispondevo, e so anche del dolore del primo passo dell'escluso verso una terra  ancora sconosciuta, della parola non eletta oggi a tornare nell'indistinto insieme  di ciò che oggi, ancora, non vien detto.  Al risveglio dal sogno le pareti della stanza  sembravano fluttuare  in un indaco sfocato quasi faticassero a prendere forma, o, anzi,  a scegliere  se manifestarsi o diluirsi davanti al mio sguardo estatico. Erano i perimetri incerti della parola quando ancora non viene espulsa,  sola,  dal reame del silenzio? O era un coro muto di voci bianche e bambine a prendere – o perdere  – contorno  davanti ai miei occhi? Mi alzai, senza sapere se fossi anc...

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 46 - Tacitazioni (in prosa poetica)

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  di Sergio Daniele Donati Accade – e lo fa senza grandi annunci – che l'estate arrivi  e la mente e il cuore si volgano all'idea di un meritato riposo. E in questa necessità di sospensione senza ritorno,  di stasi e dilatazione dei tempi, viviamo un po' tutti,  chi con piacere profondo, chi con ansia e sofferenza.  Eppure, nemmeno allora, la voce bambina tace. Saltella – intuizione appena accennata, inchiostro ancora da mettere nel pennino.  Saltella e bisbiglia – richiamo per uccelli, mano tesa verso il vuoto. Io resto qua, ad ascoltare il canto malinconico di un abbandono annunciato,  dietro le coltri umide di un pensiero troppo antico per trovare parola e ascolto. Resto qua consapevole che, quando la tacitazione viene dall'alto, non resta che coprirsi i volti  con un manto di lino, lacero e sacro. Perché il sacro che non ha nome ha la forma dello strappo della definizione del sé per differenza, di una "Tzade"   (1) tatuata sul braccio. "...

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 45 - Il senso profondo di un titolo #1

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di Sergio Daniele Donati Questa rubrica ha un titolo preciso — Lo spazio vuoto tra le lettere — e quel titolo, forse, è l'unico elemento comune, il vero trait d'union , tra gli articoli che ospita. Mi rendo conto, tuttavia, di non aver mai spiegato i motivi di quel titolo, essendo io condizionato fortemente dall'idea dittatrice che certe cose non vanno spiegate ma lasciate comprendere dalla pratica del lettore. Qui vi dico solo che tra ogni lettera dello alfabeto ebraico — ma anche di tanti altri alfabeti — c'è uno spazio preciso ed è uno spazio-tempo di silenzio che dovrebbe servire all'interprete/lettore/ermeneuta da un lato la rielaborazione di ciò che ha appena letto, dall'altro la ricarica energetica per poter proseguire nella lettura. Quando si leggono certe lingue che prevedono infiniti momenti di pausa la lettura diventa dunque una sorta di danza dai ritmi e passi sincopati , in cui è sempre presente un accento al ritorno.  Perchè al ritorno ...

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 44 - La rivoluzione copernicana di Sciascia poeta

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      di Sergio Daniele Donati Di  Leonardo Sciascia  come poeta si parla troppo poco. Eppure tra le anime del famoso scrittore, narratore, giornalista e politico, esiste, forse un po' celata, anche quella che richiama al verso come forma espressiva.  Lo si può cogliere nella raccolta La Sicilia, il suo cuore , pubblicata da Adelphi nel lontano 1997, unitamente ad altro lavoro favolistico-politico  dal titolo Favole della dittatura. E di cuore   la raccolta è densa, e non solo, né tanto, per il richiamo alla terra natia del poeta.  In ognuna delle composizioni infatti un'altra affezione, un altro affetto, emerge patente.  Mi riferisco qui ad un certa descrizione della stasi come elemento sia di stupore che di rivolgimento al sé, a volte in modo angosciato, ma in ogni caso "rivoluzionario".  I luoghi per il poeta, così come spesso i tempi, sono decritti come contenitori di assenza, quasi paradossalmente né oggetti, né del tutto...

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 43 - Piccoli spunti di riflessione sul dialogo in poesia e le sue "apocalissi"

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    di Sergio Daniele Donati In occasione dell'uscita - a partire da una domani - della terza serie di dialoghi poetici del laboratorio di Echi di Fedro (qui ogni link alle passate uscite e alle prossime), mi pare interessante dedicare questo mese la mia rubrica Lo spazio vuoto tra le lettere  a qualche mio piccolo spunto di riflessione sulla centralità del dialogo in poesia e le sue apocalissi . "Ogni parola, anche se solitaria e inascoltata, sorge come necessariamente dialogica nelle sue intenzioni" , si dice secondo un antico adagio,  ma la portata di tale detto deve essere a mio avviso ancora compiutamente esplorata.  Nel dire comune, infatti, dialogo è tutto ciò che comporta uno scambio di vedute su un argomento comune.  Due persone si dicono in dialogo quando  l'oggetto delle loro parole e pensieri  sfiora lo stesso argomento, o argomenti limitrofi e vicini.   Questo è sicuramente vero ma contiene in sé una limitazione di campo de...