Dialoghi poetici coi Maestri - 39. Patrizia Valduga

Anima, perduta anima, cara, io non so come chiederti perdono, perché la mente è muta e tanto chiara e vede tanto chiaro cosa sono, che non sa più parole, anima cara, la mente che non merita perdono, e sto muta sull’orlo della vita per darla a te, per mantenerti in vita. Patrizia Valduga Da Requiem (Einaudi, 1994) Se fossi petalo mi coricherei ai tuoi piedi o mi farei muschio verde per rendere più morbido l'atto che strappa lembi di tessuti pregiati: la richiesta di perdono. E se fossi poeta scioglierei la parole che ora s'incagliano tra gola e sterno; perché perdono è parola che rende la mente schiava del desiderio d'uscir da sé stessa. Ma non ho ancora - e tu sai quanto la cerchi - la delicatezza del petalo né le lire e le cetre del rapsodo o dell'aedo - e queste forse le cerco meno - allora ti ascolto e mi siedo su quel muto muro a secco, assieme a te, ad ascoltare il canto lieve di un addio. Sergio Daniele Donati Inedito 2022