(Redazione) - Nota di lettura di "Dal Circo" di Agnès MK, Chipiùneart Edizioni (2022)


Dice il Midrash (1) che all'ennesimo tentativo di creazione dell'universo il Creatore, ormai stanco per tutti quei fallimenti si sia rivolto al Creato e, pur vedendolo difettoso e imperfetto, abbia urlato "Vai". Ma la storia non finisce qui perché pare che subito dopo, forse un po' pentito per quella decisione improvvisa di lasciare respiro all'imperfezione, abbia aggiunto tra sé e sé:  e speriamo che tenga. 
C'è un sottile filo, un equilibrismo e una maestria imperfetta dietro ad ogni creazione, dietro ad ogni anelito a lasciar un segno nel creato. 
L'imperfezione (della vita e della sua de-scrizione) è elemento fondante della vita stessa. 
Lo sa persino il sommo creatore che non ignora quanto poetico sia lasciare che i nostri respiri si adagino sull'imperfetto perchè, varrebbe la pena di ripeterlo come un mantra quotidiano, ciò che nasce imperfetto è sempre perfettibile
E l'ironia? L'ironia è il medium, il tramite di memoria tra ciò che è e ciò che vorremmo che fosse. 
Ogni scrittura ironica è scrittura di strappo per aprire varchi, ché, da che mondo è mondo, è nel vuoto che si crea una comunicazione. 
A questo servono pelli e confini e visioni ironiche e divergenti (ma non confliggenti): a mostrarci un altro che palpita sotto le nostre stesse parole.

Tutto questo Agnès MK lo sa bene e lo dimostra in questa sua prima raccolta poetica che si caratterizza per una maturità inattesa in un esordio poetico.
Il gioco di parole in Dal circo (Chipiùneart edizioni, 2022) non è mai un vezzo né, ancor meno, un tentativo di sfoggiare piume di pavone sulle proprie abilità compositive. 
La poeta fa uso del gioco per seminare ironia anche sulla descrizione dell'amore mentre decade, quando esprime titubanza, quando si blocca in un dire balbuziente. 
E l'ironia lucida e monda dalle impurità, in chi legge, l'antica lente della interpretazione, e fa scorgere una possibilità di comprensione unica e novella. 
L'ironia di Agnès MK è dunque atto creativo, mai sarcastico; è colata di metalli preziosi fusi nelle crepe d'una esistenza che necessita di perizia ed equilibrio per ricevere sutura e non cadere nell'abisso. 

Per questo l'autrice ci conduce per mano, lentamente, passo dopo passo, in un percorso circense dove il gioco è per forza di cose accompagnato e guidato dalla serietà dell'esercizio e dell'allenamento, dalla fatica delle prove, dalle ginocchia sbucciate delle cadute. 
La poeta sembra dirci che sì, ciò che vediamo è perizia, ciò che leggiamo è maestria, ma di non dimenticare l'imponderabile, quel speriamo che tenga che dovrebbe essere il limite alla ipertrofia di ogni scrittura e concedetemelo, soprattutto, di ogni scrittore. 

Per questo la scrittura di Agnès MK è sempre tenuta e, anche quando strappa e divarica, lo fa con l'abilità del chirurgo col bisturi in mano.
Non solo, lo fa con l'etica del chirurgo che usa l'acuminato strumento non per ferire ma per salvare...e speriamo che la sutura tenga.
Consiglio davvero dunque la lettura di questa silloge che commuove mentre strappa sorrisi e speranze ad un lettore, forse sognante, che non vorrebbe mai vedere la fine dell'opera.
Perchè chi mai vorrebbe vedere la fine della creazione di universo possibile che si tiene sul filo fragile e prezioso dell'ironia?



NOTA
(1) per una nozione di base su cosa sia il Misdrash clicca qui


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Commenti

  1. Io leggo sempre gli scritti che pubblica Agnese e li trovo stupendi.

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    1. Si una scrittura davvero unica e da seguire

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