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Redazione: Un approccio lacaniano nella lettura di due episodi di Infanzia di Lev Tolstoj di Tiziano Mario Pellicanò

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Sigmund Freud equiparò il desiderio del ritorno alla fase della vita inorganica alla fusione con il materno, per Jacques Lacan il soggetto non ricerca quest’ultimo, ma aspira a colmare il Vuoto primordiale con la sua costante ricerca, destinata a chiarire il senso dell’esistenza, strettamente correlata alla coazione-a-ripetere: «la vita non pensa che a morire» . Non a caso, Jacques Lacan considerò l’esistenza come una ex-sistenza attraverso la rilettura del Todestrieb freudiano 1 . Il piccolo Nikolàj si ferma sulla soglia di questo vuoto di cui non possiede gli strumenti per una possibile decodifica, se non per mezzo del distacco e con un atteggiamento che rasenta l’indifferenza. Altri indizi, per la verità abbastanza palesi e neanche tanto censurati, ci illuminano sul rapporto tra il protagonista e la madre e possono essere rivelatori del comportamento scandaloso di Nikolaj dinanzi alla morte della donna e spiegarne, almeno in parte, le motivazioni. Un rapporto improntato, a volt

La piccola Chouchou: pupazzi e figura paterna (di Tiziano Mario Pellicanò)

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Un’illustrazione di Arthur Rackhalm di una fata in bilico su un filo, tratta da un’edizione di Peter Pan and the Kensington Gardens, regalata da Debussy all’amata figlioletta  Peter Pan  nel 1912, è lo spunto per uno dei pieces pianistici più funambolici dei Préludes, libro secondo – Les Fées sont d’exquises danseus . La tonalità scelta, il re bemolle maggiore, dona leggerezza e grazia al brano ricco di trilli e arpeggi giocati sui toni del valzer. Amante della cultura anglosassone, cui si deve il titolo in inglese della raccolta pianistica ( Children’s Corner ), il riferimento a Matthew Barrie è già di per sé significativo di un humus che molto deve agli interscambi tra le due culture, francese e inglese, affacciate sullo stesso lembo di mare che le ha divise e unite per secoli. Sorvolando sulla componente fairy che permea il tessuto narrativo del primo Peter Pan, ci preme soprattutto mostrare come tale componente entri a far parte integrante di un testo con un codice specifico.

Un corpo a corpo tra Marcel e Gilberte nella Recherche (di Tiziano Mario Pellicanò)

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La lotta con l’Angelo La sensualità sadica della Pisana in Ippolito Nievo è una punta estrema nella letteratura dell’Ottocento. Il romanzo classico si piega e ingloba al suo interno forme che rasentano la contemporaneità. Un esempio di come un prodotto letterario classificabile come ‘alto’ e concepito sfruttando e utilizzando risorse essenzialmente classiche, sia, in realtà, un concentrato di tematiche spiazzanti . Il rapporto con il cugino Carlo ha tutti i caratteri di una relazione con forti addentellati erotici se non sadici. A Novecento iniziato e alle porte della Contemporaneità, troveremo qualcosa di simile, nella Recherche. Ma in Proust masochismo e crudeltà assumeranno altre valenze e connotati. Due episodi sono paradigmatici in questo senso: l’atto sacrilego di Montjouvain compiuto da due giovani amanti alla presenza del simulacro del padre assente e l’episodio della lotta tra il Narratore e Gilberte per una lettera. Il bisticcio tra l’Autore-Marcel e Gilberte ha il sapore di

Su "Villa Lysis (1937)" (Tiziano Mario Pellicanò - Abra Books ed, Vicenza 2021) - recensione del prof. Michele Stanco

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Il recente romanzo di Tiziano Mario Pellicanò, Villa Lysis (1937), è tante cose insieme: un romanzo storico (perché ambientato nella Napoli degli anni ’30), un giallo (perché al centro c’è un assassinio), un romanzo psicologico (perché è un tentativo di ricostruzione del movente del delitto), un romanzo filosofico (perché il delitto, e l’indagine che ne segue, si innervano di ragioni più profonde, legate al senso stesso dell’ex-sistere). Romanzo giallo, si è detto, ma – occorre precisare – di un giallo sui generis. Infatti, dal momento che l’assassino è (o sembra essere) già noto, l’indagine non riguarda le circostanze del delitto, ma è volta soprattutto a ricostruire l’identità psicologica dell’omicida. Ricostruzione, peraltro, non semplice, perché il medico legale chiamato a svolgere una perizia psichiatrica dell’omicida finisce per diventarne una sorta di controfigura, in un gioco di specchi in cui l’anima dell’uno si riflette nelle parole dell’altro. Ed è forse questa la cifra più