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Albert Camus - Assurdo e Rivolta: nota di lettura della Dott. Cecilia Cohen Hemsi Nizza

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Assurdo e Rivolta Sono questi i due poli attorno ai quali si sviluppa l’opera dello scrittore. L’assurdo è la presa di coscienza da parte dell’uomo della vacuità della sua esistenza, dell’inutilità delle sue azioni. Questo non senso viene trattato nel saggio Il mito di Sisifo di cui Lo Straniero costituisce la perfetta trasposizione romanzesca. Sono l’occupazione nazista e la Resistenza a fargli scoprire un valore positivo, la Rivolta alla quale “la natura umana dà un senso e i suoi limiti” . A essa si ispirano le opere dell’immediato dopoguerra, La Peste (1947) e L’uomo in rivolta (1951), peraltro all’origine della rottura con Jean Paul Sartre e gli ambienti intellettuali francesi. Per Camus, la rivolta è una protesta, un rifiuto, un appello dell’uomo contro gli eccessi del suo tempo. Vivere è far vivere l’Assurdo. Farlo vivere è prima di tutto guardarlo. Una delle sole posizioni filosofiche coerenti è proprio la Rivolta, cioè il rimettere in discussione a ogni istante