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(Redazione) - Echi di Fedro (dialoghi poetici) - Melania Valenti con David La Mantia

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  La vita dovrebbe finire con soffi di vento e rugiada. Solo soffi leggeri quando ancora c'è il sole. (Melania Valenti) Ecco, credo nei ticchettii, nelle impronte invisibili degli uccellini mai nati, nei cucchiaini di zucchero versati fuori dalla tazzina, nei pesticcii, nelle fatiche che non portano a niente. Credo a ciò che è inutile, alle allucinazioni, alla pace. (David La Mantia) _____ N.d.r:  I l dialogo è composto da testi totalmente inediti (2024) _____ MELANIA VALENTI - NOTE BIOBIBLIOGRAFICHE Melania Valenti è nata a Catania, dove risiede. Docente di Spagnolo, dopo essersi occupata di traduzioni per il Tribunale di Catania, consegue la Specializzazione per il Sostegno agli alunni con difficoltà, professione che svolge tuttora. Collabora con quotidiani e riviste on line e cartacee, blog di poesia e cultura. Già nella giuria di concorsi e premi di poesia, è nella redazione interna del blog Finestre, Lit-blog de L’Irregolare , da una idea di David La Mantia, e redattrice del

(Redazione) - Genere In-verso - 07 - Contro il maschio alfa. Contro l'uomo forte. Gadda contro Mussolini

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  A cura di David La Mantia Fava impestatissimo, Priapo moscio, il Gran Correggione del Nulla, il Giuda-Maramaldo, il Priapo Tumefatto, il Sozzo nostro, il Primo Racimolatore e Fabulatore delle scemenze, il Paflagone-smargiasso, l’Appiccato Carogna, il Fava, il Predappio-Fava, il Batrace Stivaluto, il Fabulatore ed Ejettatore delle scemenze, il Grinta, il Somaro principe, il Culone in Cavallo Sapete cosa sono questi epiteti? Sono solo alcuni dei modi con cui Gadda chiamò Mussolini in Eros e Priapo. Edito per la prima volta nel 1967, quest'opera fu all'inizio confusa con uno dei mille esperimenti linguistici di Gadda. In realtà l'Ingegnere voleva offrire al lettore « una veridica istoria degli aggregati umani e de’ loro appetiti, dico una storia erotica dell’uman genere e degli impulsi fagici e de’ venerei che li sospingono ad atto e alle loro sublimazioni o pseudo sublimazioni pragmatiche ».  Esplorare l’inconscio, insomma: percorrere gli oscuri cammini, specie quelli in

(Redazione) - Genere In-verso - 06 - Chi ha paura delle eroine dei fumetti?

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  A cura di David La Mantia Come nasce una eroina dei fumetti? Beh, rispondere è abbastanza semplice. Secondo una logica da contrappasso dantesco. Attribuendole elementi specifici, che esasperino le caratteristiche tipiche dei maschi (la enorme forza di Wonder Woman , il coraggio smisurato di Batwoman , l’agilità di Catwoman ) o, al contrario, “rovesciando” in attributi femminili eccezionali la sua identità profonda di donna (la sensualità di Eva Kant , l’umoralità di Harley Quinn , l’adolescente inquietudine e sensibilità di Kitty Pryde ). Tutto, risolto, dunque? Assolutamente no. Perché dietro la loro bellezza, intelligenza e temerarietà le eroine nei fumetti mostrano spesso una evoluzione psicologica che le trasforma, da stereotipi e maschere da “commedia dell’arte” a vere e proprie allegorie di un modo di sentire il mondo e di interpretare la femminilità nel tempo in cui agiscono, nascono. E’ cosi che alla forza ed alla scaltrezza contrappongono quasi sempre altri lati dolci amari,

(Redazione) - Il maschile - 05 - Homo selvaticus, chi era costui?

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  A cura di David La Mantia Quando l’imperatore Diocleziano decise di perseguitare i Druidi, mettendoli fuori legge, la loro scelta fu quella di rifugiarsi nei boschi, in linea con quanto la loro religione proponeva. Non era cosa banale, visto che su di loro pendeva la pena capitale. Così trovarono casa nelle foreste, portando con loro una secolare tradizione sapienziale. Insegnavano a chi abitava nei villaggi a produrre formaggio, a fare innesti mai fatti prima, a ottenere il massimo dalla riproduzione degli animali da allevamento. Certo, chi aveva bisogno di loro doveva cercarli nei boschi, perché il loro posto non era più nelle tribù celtiche ormai controllate dai romani. L’immagine di Babbo Natale, al di là delle battute sui copy maker della coca cola, nasce lì. La barba bianca è tipicamente druidica ed è elemento essenziale degli abitatori della foresta, in contatto con gli spiriti della natura. Questi abitanti dei boschi rappresentavano figure benefiche che aiutavano la popolazio

(Redazione) - Il maschile - 04 - Guido e Dante. Verifica di una amicizia

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A cura di David La Mantia Non c’è verso. Il tema dell’amicizia sfugge inevitabilmente a qualsiasi definizione scontata. Che si tratti dell’amicizia imberbe e tragica di Eurialo e Niso o di Cloridano e Medoro, di quella eroica tra Diomede e Ulisse o di quella comica e rassegnata di Don Chisciotte e Sancho Panza, che sia quella fumettistica tra Cico e Zagor, tra Tex Willer e Kit Carson, che sia quella tra “il bandito ed il campione” dell’omonima canzone di De Gregori, l’unico dato certo è che non esiste ricetta e che gli esiti di questo sentimento sono imprevedibili. Da sempre, sin da quando ho cominciato a leggere seriamente testi poetici, l’amicizia tra Dante e Cavalcanti mi ha sempre interessato. Nata, stando a quel che ci racconta il Sommo nella Vita nova, dopo una ardita interpretazione di un sogno che il secondo fece al primo.  E che piacque all’Alighieri a tal punto da renderlo quasi inseparabile in Firenze dal suo compagno di avventure. Dante e Guido. Divisi da pochi anni di et

(Redazione) - Speciale "I Mostri" - "Notturne mostruosità" di David La Mantia

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  di David La Mantia Fredric Brown (1906-1972) Konstantinos Kavafis (1863-1933) Con riconoscenza alle Loro pagine Giunsero presto notizie allarmanti!!! Che i mostri… Che i mostri erano alle porte della città. Che uccidevano solo con la paura suscitata dal loro aspetto. Che il destino di tutti era ormai morire e che si poteva solo sperare di non soffrire. Che il loro aspetto ributtante era insopportabile alla vista. Che emanavano (lo si era capito dalle autopsie sui cadaveri di quanti erano stati abbattuti) un odore tra il salato del mare, almeno quelli che avevano tentato la fuga, e il miele delle campagne. Che i loro corpi erano spesso umidi, viscidi. Un insieme che contributiva a renderli orribili. Cosa potevamo fare? Ci eravamo organizzati con armi d’ultima generazione. Armi capaci di scardinare ogni protezione esterna. Eravamo pronti a tutto, anche a morire pur di difendere la nostra terra. E poi… Cosa volevano da noi quegli esseri? Da dove proveniva la loro volontà di distruggerci

(Redazione) - Il maschile - 03 - Il maschile nella Beat Generation. Gay, Queer, lessico ribelle e libertà delle donne

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  A cura di David La Mantia Quale fu la sessualità nella Beat Generation, aldilà della violenza espressiva tipica del movimento. Ci furono donne ad essere parte di quel cambiamento? Ci fu una vera rivoluzione sessuale? America anni Cinquanta: boom economico, con immaginario da famiglia del Mulino bianco, case moderne, elettrodomestici, cani e pantofole. Sembra un E den. Ed invece persiste il ricordo recente della Seconda Guerra Mondiale, la Corea e poi il Vietnam con le loro bare senza senso e senza gloria, con i loro reduci vergogna della Nazione, con il picco di spesa per gli armamenti e la guerra fredda, con Martin Luther King e Il razzismo. Anni di contraddizioni, pieni di sogni e di sconfitte. È in questo humus che si afferma la Beat Generation. Jack Kerouac, Allen Ginsberg, William S. Burroughs, Gregory Corso, Neal Cassady, Philip Lamantia, molti altri meno noti che seppero affermare una società diversa, senza mitologie predisposte, anzi forse con una unica leggenda, quella di u