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Poesie inedite di Melita Ruiz - con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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  Emanuela Maggini (in arte Melita Ruiz ) è danzatrice di tango, attrice e poeta, e percorre con la sua sensibilità più forme espressive tracciando tra di esse linee di comunicazione tanto delicate, quanto profonde.  Siamo lieti di poter pubblicare dei suoi inediti che proprio questa antica idea di una possibile – se non necessaria –  comunicazione tra diversi livelli espressivi rendono manifesta.  Come vedrete, due delle tre poesie sono proprio dedicate specificatamente al Tango, e, a livello timbrico e ritmico ne ripercorrono le cadenze, le pause, i pieni e le assenze.  In questo la poeta manifesta la rara dote di saper trasmettere al lettore non solo i registri lessicali e di significato sui quali i suoi versi si poggiano, ma una vera e propria idea ritmica precisa che ci immerge tutti in atmosfere in cui la sinestesia occupa un ruolo centrale.  Dire sensuale  il verso di Melita Ruiz   sembra essere un'ovvietà, visti i richiami alla cultura tan...

Due poeti allo specchio (Sergio Daniele Donati e Luigi Cannillo)

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  Autoritratto di Sergio Daniele Donati IL SOGNO (testo inedito 2025 di Sergio Daniele Donati) Mi pareva allora di giocare a dadi col cielo di tendere il suono del silenzio in iperboli color ocra. Era un sogno il cui risveglio succhiava poi nettari da un lingua in lenta diluizione. Sull’albero il ramarro rideva e roteava la coda a indicare il ruscello color petrolio dei miei pensieri. Ero solo, e solo sei tu, soli siamo noi, ogni notte a decifrare lingue e stilemi di chi non parla.        Il primo passo del sognatore        è quello che tacita il canto;        l’ultimo, al contrario, ne riprende       la melodia; da uno spartito evanescente. Foto di Tiziana Grassi (testo inedito 2025 di Luigi Cannillo) In sogno non siamo mai veramente soli c’è sempre un paesaggio una folla, altri noi cellule a vigilare e attraversare confini o ci riflette uno specchio ci vigila una foto nella camera che intanto prende l...

(Redazione) - A proposito di "Esaudimento" di Barbara Rabita e Antonio Laneve (Puntoacapo Editore 2024) - nota di lettura di Gabriella Cinti

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        La percezione forte che trapela dalla lettura di questa raccolta poetica, è che sia dominata da una giocosa quanto serissima stigmatizzazione del mondo, con una modalità ludica che rovescia i paletti della cosiddetta normalità, in un copernicanesimo poetico e speculativo di originalissimo profilo. Poesia urbana per definizione ma emblema anche della condizione umana affaticata, ferita, post crepuscolare, dove la poesia del desiderio può esprimere “ solo un rantolo ” “ nel tunnel senza uscita del tempo ”; la domotica stessa viene animizzata nel mettere a nudo senza retorica il cuore degli oggetti e la loro sottile valenza consolatoria. Cogliamo, nei due autori, una vera militanza nello smascherare la falsificazione logica e l’Ordine consueto e razionale delle cose. Il quotidiano è grimaldello per aprire inusitate dimensioni di possibile salvezza e la vis analogica, febbrile, con improvvisi scarti semantici simili a movenze di danza, si esprime in una vision...