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Maria Pia Latorre legge "Miracoli del giorno" di Paolo Polvani (Macabor ed., 2023) con prefazione di Massimiliano Damaggio e postfazione di Isabella Bignozzi

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  Quando ho avuto tra le mani “ Miracoli del giorno ”, ultima fatica letteraria di Paolo Polvani , ho cominciato a congetturare su quali fossero i miracoli in cui l’Autore si sia imbattuto (perché di questi tempi i miracoli scarseggiano) o a quali miracoli egli, in particolare, si riferisc a . Certo è che il miracolo, in qualsiasi modo lo intendiamo, reca in sé un dono, una sorpresa prorompente che travalica l’evidenza dei fatti che accadono, spesso ingabbiati in schemi rigidamente logici, che poco spazio lasciano all’irrazionale. Centinaia di correnti di pensatori razionalisti non hanno mai creduto e anche oggi non credono ai miracoli e sono soliti liquidare i fatti straordinari e incomprensibili come eventi semplicemente non ancora dimostrati poiché non se ne conoscono, ad oggi, le leggi ad essi sottese. C’è, dunque, una realtà piana, semplice, perfettamente rispondente alle categorie di causa-effetto, e poi ci sono i fatti inspiegabili. Dal senso del magico di un tuono negli albori

"Cinque poesie in asse" di Maria Pia Latorre

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I.   La verità di una pianta   con gli occhi in tasca ci scivola il cielo dalle mani Nel cerchio di un nido non finge l’albero quando respira e se ci potesse svelare ci farebbe meno apparenti con un po’ di verdazzurro al collo   sto dentro un sasso a battere il ritmo spettacolo l'ape ronzante   ma è in noi la finzione affiliamo come ombra bruciando in un buio lento   così di notte faccio a pezzi le parole del giorno e di giorno raccolgo le parole della notte per una guglia di speranza buona per tutti   II.   In asse Mi ritorna un ricordo di resina da stagioni fragili d'acqua arsa cerco nel cerchio del vento burrasche perfette al naufragio e se capovolgo lo sguardo l'orizzonte è un tronco riflesso dove a passi mi arrampico in obliqua verticalità illudo la tua mezza realtà per metà più vera del gelo allo specchio cercare la scia che riavvolge il nastro del cielo III.   Periferie di stelle Se c’è stata quella prima esplosione nell’universo siamo allora perifer

Quattro poesie di Maria Pia Latorre

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I Grigi I Grigi del cielo… trasudo domande come tuoni senza voce S’inabissano piogge di schegge in delirio Girotondi di moire al trionfo della morte beffarda: un palloncino pronto a sfuggir di mano se mi assale il dolore mi tolgo di dosso la vita e sono prato e cielo (Da “Gli occhi di Giotto”, 2018) _____ L’inciampo Inciampai in un filo d’erba (non lo avevo visto!) e capitombolai tra risa di scherno, un verde inciampo sul far della sera che portava primavera     Inciampai in silenzio,     senza urlare     riprendendo il passo     in volata,     cercando di andare     comunque     a meta Inciampai che era martedì e avevo lasciato il forno acceso e perso chiavi e cellulare e non ne potevo più di tutta quella fatica bruciata nel niente     Se il mondo ti fa lo sgambetto     perché d’improvviso     ha cambiato verso di rotazione     e i tg non ne danno notizia,     come fai a non cadere, mi dicevo?     E così è stato naturale     accucciarmi nell’incavo del tuo     dolore     e