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Tre inediti di Rita Bonetti

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Avrei ancora parole da dirti tra le tue labbra un brusio lieve a suggerire il sonno fra il sonno e la veglia vieni verso la mia bocca come l'onda verso la battigia e il tuo sognare  mentre accade è tutto luna e profumo di fiori bianchi una stanza, una poesia voci che sbocciano ogni estate mi sono sempre fidata di loro sono io ciò che manca a metà _____ Il respiro già arso di giugno gonfia le tende della mia stanza come vele distese la tua testa posata sul mio seno tra le dita una carezza sospesa è polvere di tempo tardivo la tua voce profonda canta la mia bocca e miei fianchi la tua pelle profuma di terra prima del temporale oltre la finestra il tempo è un battito d'ali fra il dondolio degli alberi ____ Sei nel nero che cancella il mondo per ultima dimora un'urna grigia in un silenzio freddo di rugiada la mente va a un passato andato altrove chissà se esisti ancora da qualche parte di certo non c'è nulla che ci faccia superare la distanza i

Due poeti allo specchio ( Rita Bonetti e Sergio Daniele Donati)

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La fine delle cose è nel silenzio che resta al centro della ferita nello spegnersi delle parole come l'ultimo raggio che cade sul tuo viso  e apre un varco al bagliore che ti spezza sono parole perdute che non potrai coniugare disegnano un solco fra lobo frontale e corteccia negli angoli acuti della memoria in uno spazio al di là della ragione impassibile al mondo come l'abbraccio dei licheni agli alberi come la superba maestria del ragno Rita Bonetti, inedito 2023 Ti leggo e vibra come foglia, poi colpisce  come scure nel silenzio  una parola:  Aldilà. Ne hai spezzato il nome in particelle  per depotenziarne l'esplosione. Ma Aldilà è il maestro della scrittura:  un re, un metronomo senza errore che segna il discrimine tra chiusura e cominciamento. Gli eppure,  i silenzi   e ogni dire gli tributano devozione. Il mondo - non tu, né io - s'illude di poter  pronunciare parola  senza il controllo del sovrano, ma le parole gli sono figlie e ancelle e

Due poeti ancora davanti a Man Ray (Rita Bonetti e Sergio Daniele Donati)

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SERVE UN TALENTO E se io ti amassi senza avere il coraggio di dirtelo? Non trovo una soluzione Serve un talento da poeta per passare le ore a scolpire parole oppure restare appesi come trapezisti a fare salti mortali nell'aria per ora ti guardo da lontano amare chi non sono e non sarò mai tu che resti nella luce avvelenata mentre la notte diaccia il vetro delle mie pupille e l'ombra del tuo corpo sul mio letto sfatto (Rita Bonetti - inedito 2022) DOVE CULMINA L'AMORE Sai pensavo che là, dove culmina l'amore, radica il seme dell'assenza; e trova terreno bruno e fertile il grido della mancanza. Ci vuol talento - è vero - a distogliere lo sguardo dalla piena d'un fiume, e a posarlo lontano sulle albe della solitudine. Siamo sempre altrove e inadatti a dirci funamboli del sogno; eppure là, in alto, ci rende languidi la luce di stelle forse ormai spente. Non c'è scalpello che possa dare forma a una parola capace di contenere la

Due poeti davanti a Man Ray (Rita Bonetti e Sergio Daniele Donati)

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Man Ray. Donna dai capelli lunghi, 1929 IN EQUILIBRIO SU UNA RAGNATELA (di Rita Bonetti - inedito 2022) Mi allontano dai miei fantasmi prima di svelarne i segreti danzo in equilibrio su una ragnatela prendo le distanze dall'odore di muffa dei giorni da grumi di ricordi inamidati il silenzio sbarra la porta alla parola la carne che si fa piaga e consunzione poi una stanza vuota Mi capovolgo per non sprofondare batte il sangue nelle tempie apre un varco e attraverso tutto l'universo in un respiro solo __ E SE FOSSE VERO (di Sergio Daniele Donati - inedito 2022) È come una cascata la discesa a terra d’ogni simbolo. Là, tra aghi di pino e canti di lucciola, finalmente s’è quietata la mia ansia di vivere. E, se non percepivo la tela, c’era un ragno; mi guardava con occhi pelosi e pareva dirmi: «non è il simbolo a creare inganno. Tradisce la parola e va lontano se sogniamo che abbia un solo significato».

Due poeti allo specchio (Rita Bonetti e Sergio Daniele Donati)

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Post mortem Dovevamo sgombrare la stanza e facemmo un mucchio gettato a terra di maglie camice abiti foulard impregnati del suo odore perle infilate da pochi soldi un borsellino di plastica blu Così buttammo tutto quanto sangue e cuore l'anima in dono agli altri vecchi, se serviva Per noi, qualche borsetta l'oro era poco ed è sparito chissà chi l'ha venduto nemmeno quella cena in suo ricordo come si era detto Sono niente si sa le cose accumulate in una vita lo leggo sempre ogni giorno nei sottotitoli (Rita Bonetti - Inedito 2021) ____ Prima che nasca qualcosa Prima che nasca qualcosa - qualsiasi cosa; un soffio, un silenzio; una cattedrale - lo sguardo inclina verso terra; nel luogo dell'abbandono, dove macerano foglie e rametti e ricordi d'una vita vissuta piano a sperare il futuro. Rinasce forte, più forte, chi sa soggiornare in quel luogo, in quel tempo antico, di coperte spesse e brune e parole attaccate al palato, come mieli, a sperare, sì, che il passato ci pa