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(Redazione) - Voci dall'Umanesimo-Rinascimento - 05 - La poesia di Giovanni Pontano

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  di Gianni Antonio Palumbo Giovanni Gioviano Pontano è figura chiave dell’Umanesimo aragonese e della letteratura umanistica. Fu segretario di Ferrante I d’Aragona e animatore, dopo Antonio Beccadelli detto il Panormita, dell’Accademia che da lui assunse il nome. La sua poesia, come evidenzia Sebastiano Valerio in Pontano lirico tra l’amore coniugale e la seduzione (contributo pubblicato in Il discorso della seduzione dall’antichità all’età contemporanea , a cura di A. Di Benedetto, A.R. Daniele e T. Ragno, UniorPress, Napoli 2022), “ha ricevuto negli ultimi anni nuovi studi e rinnovate interpretazioni, eppure, nel panorama della storia della lirica italiana, cerca ancora una consacrazione canonica, anche in ragione dello strumento linguistico, il latino, che il poeta aragonese adoperò in maniera esclusiva e originale, in un secolo, il XV, nel quale il bilinguismo della nostra letteratura dovrebbe essere considerato con maggiore attenzione”. Esploreremo, in questa sede, non il co...

(Redazione) - Voci dall'Umanesimo-Rinascimento - 04 - Il Marescalco di Pietro Aretino

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di Gianni Antonio Palumbo Tra le figure di ‘irregolari’ della scena culturale e letteraria cinquecentesca un ruolo di primo piano spetta a Pietro Aretino, l’“infame” per Anton Francesco Doni (si veda la monografia di Francesco Sberlati edita da Marsilio), o ancora il “flagello / de’ principi” come lo definì Ariosto nell’ Orlando Furioso , (46, 14, 3-4), perché con la sua penna mordace aveva il potere di consacrarne o affossarne la reputazione. Da figlio di calzolaio assurse a figura protagonista della scena letteraria, complice “un sagace adattamento alle opportunità nuove offerte dall’espansione accelerata, nella Venezia degli anni 1530” (Paul Larivaille), dell’attività editoriale. A Venezia era approdato nel marzo 1527, in seguito alle avventurose vicende che lo avevano visto allontanarsi da Roma dopo aver subito un attentato per volontà del datario pontificio Giberti, ed aver soggiornato a Mantova, dove aveva goduto della protezione di Giovanni dalle Bande Nere e poi dei Gonzaga. Pr...

(Redazione) - Speciale "I Romantici" - “Una partita a scacchi di Giuseppe Giacosa" di Gianni Antonio Palumbo

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  di Gianni Antonio Palumbo   GUSTAVE DORÈ - LE OCEANIDI I Romantici hanno aperto sulla nostra contemporaneità, hanno coniato mutamento radicale del modo di sentire e pensare mondo. La Redazione de Le parole di Fedro ha progettato uno Speciale sui Romantici mettendo a fuoco taluni aspetti di Autori del XIX sec. Ad una fase di progettazione redazionale è seguita la stesura relativa agli Autori che ognuna/o ha proposto. Ne è nata una tavolozza di sguardi su quest’epoca e le sue innovazioni. Nulla di esaustivo ma, tutto nel segno del piacere della condivisione con Lettrici e lettori di Le parole di Fedro. La Redazione de Le Parole di Fedro _________  Giuseppe Giacosa (1847-1906) è figura che meriterebbe senz’altro maggior spazio e considerazione nel panorama della letteratura italiana del secondo Ottocento. C onosciuto per aver composto, insieme a Luigi Illica, i libretti delle opere La bohème , Tosca e Madama Butterfly , poi musicate da Giacomo Puccini, fu autore di cel...

(Redazione) - Voci dall'Umanesimo-Rinascimento - 03 - "L’Aminta" di Torquato Tasso: fascino e grazia

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  di Gianni Antonio Palumbo Nel 1939, il numero 33 del “Quadrivio” ospitava un articolo dello scrittore Dino Terra su L’Aminta a Boboli , recensione dell’allestimento della favola pastorale di Torquato Tasso nel “maggio fiorentino”, per la regia di Renato Simoni. Terra definiva l’opera, oltre che un capolavoro , il “ fragrante frutto dell’ultimo classicismo, dramma tutto soffuso dalla Grazia ”. Anche per Giosue Carducci l’ Aminta e ra un portento e del fascino di quest’opera non dové essere inconsapevole neppure il suo artefice, Torquato Tasso se definì le proprie, in un sonetto a Giovanni Antonio Vandali, “Ardite sí, ma pur felici carte”. Cantando questi “vaghi pastorali amori” egli era riuscito a trasfondere “ne le rive del Po con novell’arte” il culto “de’ greci antichi allori”. Una primizia che sapeva dunque di antico ma guardava alla realtà contemporanea, come evidenzia il bellissimo coro al termine del primo atto, dedicato al tema dell’età dell’oro.  L’opera è stata a ...

(Redazione) - Voci dall'Umanesimo-Rinascimento - 02 - Il "pregio" di Isabella Morra

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  di Gianni Antonio Palumbo “ Degno il sepolcro, se fu vil la cuna, / vo procacciando con le Muse amate / et spero ritrovar qualche pietate / malgrado de la cieca aspra importuna, // et, col favor de le sacrate Dive, / se non col corpo, almen con l’alma sciolta / essere in pregio a più felice rive ”. Sono versi della poetessa Isabella Morra , figura di spicco di un fenomeno letterario, il petrarchismo, che nel Cinquecento vide, sulla scia dell’esempio di Vittoria Colonna, il dispiegarsi di interessanti esperienze di scrittura delle donne (Gaspara Stampa, Veronica Gambara, Laura Terracini, Veronica Franco, Chiara Matraini e altre). Pur nella varietà delle estrinsecazioni che lo connotarono, il petrarchismo (nell’affermazione del quale un ruolo fondamentale fu rivestito da Pietro Bembo) prevedeva una modellizzazione sui Rerum vulgarium fragmenta declinata lungo un duplice versante. Da un lato, si riscontrava la tendenza all’ imitatio stili , che consiste nella ripresa di vocaboli, ...