Post

Visualizzazione dei post con l'etichetta Genere In-verso

(Redazione) - Genere In-verso - 08 - ll gatto in poesia, simbolo del Femminino e della libertà

Immagine
  A cura di David La Mantia Rousseau: «Vi piacciono i gatti?». Boswell: «No». Rousseau: «Ne ero sicuro. È un segno del carattere. In questo avete l’istinto umano del dispotismo. Agli uomini non piacciono i gatti perché il gatto è libero e non si adatterà mai a essere schiavo. Non fa nulla su vostro ordine, come fanno altri animali». Boswell: «Nemmeno una gallina, obbedisce agli ordini». Rousseau: «Vi obbedirebbe, se sapeste farvi capire da essa. Un gatto vi capisce benissimo, ma non vi obbedisce».   di  James Boswell Tratto da Visita a Rousseau e a Voltaire traduzione di Bruno Fonzi, Adelphi 1993) Libertà, dunque. Del resto, i Greci chiamavano il gatto “ailouros”, l'essere che agita la coda, estremo emblema di autonomia, di rispetto degli altri perché non interessato ad esercitare potere. Ma perché identificare i gatti con la figura femminile? Certo, sono oggettivamente belli, armonici, autonomi, liberi, alieni dal servilismo, affascinanti nelle loro pose, capaci di dare affetto e

(Redazione) - Genere In-verso - 07 - Contro il maschio alfa. Contro l'uomo forte. Gadda contro Mussolini

Immagine
  A cura di David La Mantia Fava impestatissimo, Priapo moscio, il Gran Correggione del Nulla, il Giuda-Maramaldo, il Priapo Tumefatto, il Sozzo nostro, il Primo Racimolatore e Fabulatore delle scemenze, il Paflagone-smargiasso, l’Appiccato Carogna, il Fava, il Predappio-Fava, il Batrace Stivaluto, il Fabulatore ed Ejettatore delle scemenze, il Grinta, il Somaro principe, il Culone in Cavallo Sapete cosa sono questi epiteti? Sono solo alcuni dei modi con cui Gadda chiamò Mussolini in Eros e Priapo. Edito per la prima volta nel 1967, quest'opera fu all'inizio confusa con uno dei mille esperimenti linguistici di Gadda. In realtà l'Ingegnere voleva offrire al lettore « una veridica istoria degli aggregati umani e de’ loro appetiti, dico una storia erotica dell’uman genere e degli impulsi fagici e de’ venerei che li sospingono ad atto e alle loro sublimazioni o pseudo sublimazioni pragmatiche ».  Esplorare l’inconscio, insomma: percorrere gli oscuri cammini, specie quelli in

(Redazione) - Genere In-verso - 06 - Chi ha paura delle eroine dei fumetti?

Immagine
  A cura di David La Mantia Come nasce una eroina dei fumetti? Beh, rispondere è abbastanza semplice. Secondo una logica da contrappasso dantesco. Attribuendole elementi specifici, che esasperino le caratteristiche tipiche dei maschi (la enorme forza di Wonder Woman , il coraggio smisurato di Batwoman , l’agilità di Catwoman ) o, al contrario, “rovesciando” in attributi femminili eccezionali la sua identità profonda di donna (la sensualità di Eva Kant , l’umoralità di Harley Quinn , l’adolescente inquietudine e sensibilità di Kitty Pryde ). Tutto, risolto, dunque? Assolutamente no. Perché dietro la loro bellezza, intelligenza e temerarietà le eroine nei fumetti mostrano spesso una evoluzione psicologica che le trasforma, da stereotipi e maschere da “commedia dell’arte” a vere e proprie allegorie di un modo di sentire il mondo e di interpretare la femminilità nel tempo in cui agiscono, nascono. E’ cosi che alla forza ed alla scaltrezza contrappongono quasi sempre altri lati dolci amari,