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(Redazione) - Genere In-verso - 11 - Oltre I racconti dell'ancella: romanzi e distopie al femminile.

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    di David La Mantia   Che cos'è il romanzo distopico di genere? Una descrizione o rappresentazione di una realtà immaginaria del futuro o di un passato mai avvenuto, ma possibile sulla base di tendenze del presente. Lo sguardo è quasi sempre negativo, apocalittico, e spesso vengono presagite abitudini ed esperienze tali da rendere la vita indesiderabile o terrorizzante. Nella distopia di genere, emerge il dominio totale e completo delle femmine sui maschi e viceversa, in un ipotetico mondo caratterizzato da comportamenti sociali o politiche opprimenti, talora in conseguenza di scelte ambientali o tecnologiche pericolose ed estreme. Partirei dalle origini. Dall’opera di Ursula Le Guin e dalla Charlotte Perkins Gilman di Herland. Herland è un romanzo utopico del 1915 , scritto dalla femminista americana Charlotte Perkins Gilman. Il libro descrive una società isolata composta solo da donne, che partoriscono per partenogenesi, un tipo di riproduzione asessuata, figli senza uomini. N

(Redazione) - Genere In-verso - 10 - Le Bambine. Riti ed educazione a Roma. Con lampi di presente

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di David La Mantia Cominciamo da una affermazione ovvia, lapalissiana. A Roma l’educazione era concepita in funzione della società nella quale la futura donna si sarebbe poi inserita. Il termine bambina a Roma era molto ambiguo, non ben definito. Lo capiamo dal fatto che nel latino  c’erano più vocaboli che la individuavano: puera, puella, infantula . In ambito giuridico, prima del  matrimonio, il termine usato era virgo (vergine); dopo il matrimonio, invece, era upso, uxor (moglie),  oppure matrona (madre) e, quando non era più in grado di procreare, diventava anus (vecchia). Della bambina emerge sempre una rappresentazione utilitaristica: spicca la funzione che lei sarà  chiamata ad assumere a livello sociale, quella della donna. Sin dalle origini, a Roma la bambina  educata a diventare una donna con ruoli e compiti tipici e ricorrenti: procreare, allevare e curare la  prole. Questa Weltanshauung continua fino al ‘900, o, se vogliamo essere più feroci, al 1857, quando F laubert pu

(Redazione) - Genere In-verso - 09 - Sulle origini dell'immagine dell'androgino e dell'ermafrodita

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  di David La Mantia Partiamo da qui.  Da divinità e esseri umani in possesso di duplice natura maschile e femminile, con aspetti esteriori e riproduttivi tipici di entrambi i sessi.  L'idea si sviluppa presso antichi culti orientali androgini importati nell'Ellade e trae forza anche da tradizioni popolari greche, che prevedevano rituali di matrimonio incentrate sullo scambio di abiti tra gli sposi. Del resto, la mitologia offre esempi di metamorfosi e travestimenti di divinità in esseri di genere diverso dal proprio. Addirittura ci sono evidenze di personaggi maschili e femminili, che subirono un cambiamento sessuale, come l'indovino Tiresia o Ceneo.  Dal 450 a. C. presero forma culti androgini a Cipro e nell'Elea, mentre la statuaria non esitò a proporre divinità bisessuate, tra cui Afrodite barbuta , talvolta appellata Afrodito , come da Aristofane. Quel momento vide l'affermazione di Ermafrodito, figlio di Afrodite e di Ermes, oggetto anche di culto,

(Redazione) - Genere In-verso - 08 - ll gatto in poesia, simbolo del Femminino e della libertà

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  di David La Mantia Rousseau: «Vi piacciono i gatti?». Boswell: «No». Rousseau: «Ne ero sicuro. È un segno del carattere. In questo avete l’istinto umano del dispotismo. Agli uomini non piacciono i gatti perché il gatto è libero e non si adatterà mai a essere schiavo. Non fa nulla su vostro ordine, come fanno altri animali». Boswell: «Nemmeno una gallina, obbedisce agli ordini». Rousseau: «Vi obbedirebbe, se sapeste farvi capire da essa. Un gatto vi capisce benissimo, ma non vi obbedisce».   di  James Boswell Tratto da Visita a Rousseau e a Voltaire traduzione di Bruno Fonzi, Adelphi 1993) Libertà, dunque. Del resto, i Greci chiamavano il gatto “ailouros”, l'essere che agita la coda, estremo emblema di autonomia, di rispetto degli altri perché non interessato ad esercitare potere. Ma perché identificare i gatti con la figura femminile? Certo, sono oggettivamente belli, armonici, autonomi, liberi, alieni dal servilismo, affascinanti nelle loro pose, capaci di dare affetto e trasme

(Redazione) - Genere In-verso - 07 - Contro il maschio alfa. Contro l'uomo forte. Gadda contro Mussolini

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  di David La Mantia Fava impestatissimo, Priapo moscio, il Gran Correggione del Nulla, il Giuda-Maramaldo, il Priapo Tumefatto, il Sozzo nostro, il Primo Racimolatore e Fabulatore delle scemenze, il Paflagone-smargiasso, l’Appiccato Carogna, il Fava, il Predappio-Fava, il Batrace Stivaluto, il Fabulatore ed Ejettatore delle scemenze, il Grinta, il Somaro principe, il Culone in Cavallo Sapete cosa sono questi epiteti? Sono solo alcuni dei modi con cui Gadda chiamò Mussolini in Eros e Priapo. Edito per la prima volta nel 1967, quest'opera fu all'inizio confusa con uno dei mille esperimenti linguistici di Gadda. In realtà l'Ingegnere voleva offrire al lettore « una veridica istoria degli aggregati umani e de’ loro appetiti, dico una storia erotica dell’uman genere e degli impulsi fagici e de’ venerei che li sospingono ad atto e alle loro sublimazioni o pseudo sublimazioni pragmatiche ».  Esplorare l’inconscio, insomma: percorrere gli oscuri cammini, specie quelli incarnati

(Redazione) - Genere In-verso - 06 - Chi ha paura delle eroine dei fumetti?

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  di David La Mantia Come nasce una eroina dei fumetti? Beh, rispondere è abbastanza semplice. Secondo una logica da contrappasso dantesco. Attribuendole elementi specifici, che esasperino le caratteristiche tipiche dei maschi (la enorme forza di Wonder Woman , il coraggio smisurato di Batwoman , l’agilità di Catwoman ) o, al contrario, “rovesciando” in attributi femminili eccezionali la sua identità profonda di donna (la sensualità di Eva Kant , l’umoralità di Harley Quinn , l’adolescente inquietudine e sensibilità di Kitty Pryde ). Tutto, risolto, dunque? Assolutamente no. Perché dietro la loro bellezza, intelligenza e temerarietà le eroine nei fumetti mostrano spesso una evoluzione psicologica che le trasforma, da stereotipi e maschere da “commedia dell’arte” a vere e proprie allegorie di un modo di sentire il mondo e di interpretare la femminilità nel tempo in cui agiscono, nascono. E’ cosi che alla forza ed alla scaltrezza contrappongono quasi sempre altri lati dolci amari, fatti