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(Redazione) - Dissolvenze - 16 - Stelle di polvere

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A cura di Arianna Bonino Di tutte le ignominie della guerra, la più grande è il fatto  che quell’unica invenzione che ha portato l’umanità più vicina alle stelle è servita soltanto a dar prova della sua bassezza anche nei cieli, quasi che in terra non vi fosse spazio abbastanza. ( Karl Kraus, “Gli ultimi giorni dell’umanità” ) Quella notte Hélène, immobile, dormiva, senza sapere nulla. Dormiva il sonno dei suoi sei anni e sognava, senza sapere di sognare. Suo padre non la svegliò: ma la guardò come non aveva mai fatto prima e come non avrebbe fatto mai più. Il sonno è una morte momentanea. E suo padre la voleva così: come morta. Hélène dormiva come in un’inconsapevole tanatosi. E poi lui cominciò a lavorare. Tutta una notte e un intero giorno. Era il 27 Aprile 1937, una notte silenziosa e limpida, così diversa e lontana da quella appena passata. La bambina dormiva, modella ignara, e il padre la ritraeva, scolpendola in forma bianca.  Una Hélène di gesso. Le mani lavoravano