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(Redazione) - Echi di Fedro (dialoghi poetici) - Melania Valenti con David La Mantia

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  La vita dovrebbe finire con soffi di vento e rugiada. Solo soffi leggeri quando ancora c'è il sole. (Melania Valenti) Ecco, credo nei ticchettii, nelle impronte invisibili degli uccellini mai nati, nei cucchiaini di zucchero versati fuori dalla tazzina, nei pesticcii, nelle fatiche che non portano a niente. Credo a ciò che è inutile, alle allucinazioni, alla pace. (David La Mantia) _____ N.d.r:  I l dialogo è composto da testi totalmente inediti (2024) _____ MELANIA VALENTI - NOTE BIOBIBLIOGRAFICHE Melania Valenti è nata a Catania, dove risiede. Docente di Spagnolo, dopo essersi occupata di traduzioni per il Tribunale di Catania, consegue la Specializzazione per il Sostegno agli alunni con difficoltà, professione che svolge tuttora. Collabora con quotidiani e riviste on line e cartacee, blog di poesia e cultura. Già nella giuria di concorsi e premi di poesia, è nella redazione interna del blog Finestre, Lit-blog de L’Irregolare , da una idea di David La Mantia, e redattrice del

Poesie inedite di Melania Valenti

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  _______ Afoso e bianco il cielo dell'ultimo saluto offre il respiro. E il pianto al colibrì spiega le ali. _______ Tra i flutti che in viso ritornano luce, nel rosa dipinto dal dio del mio mare m'immergo. Ritorno Nereide in vita ricordo dell'unico suono il sapore. Che adesso si perde tra mille e più ancora parole. _______ Come serpe viscida di gelatina gialla il male dall'alluce ai miei capelli sale. Striscia subdolo sul seno stanco lascia languido lucenti lividi palpita pungente e prude. Per diventare terra muschio nell'ombra mite fresco del mio vulcano che intenerito mi tenderà la mano. _______ Sconto ancora la colpa del giallo e dell'oro. La scure dei vili s'è allora affilata su sterno scoperto. E la pena sul capo, sul sacro ruscello, in sillabe mute quell'oro mutò. ______ NOTE BIOBIBLIOGRAFICHE Melania Valenti è nata a Catania, dove risiede. Docente di Spagnolo, dopo essersi occupata di traduzioni per il Tribunale di Catania, consegue la Speciali

Poesie Inedite di Melania Valenti

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Che cosa scrivere di te, Sicilia mia, che di mandorli fioriti l’Olimpo degli dèi ricolmo è ormai o dello Ionio con barche stanche e vuote reti ingabbiano memorie i versi antichi. Che poter dire del manto che lapilli svettano al cielo o delle isole con Eolo imparentate senza ri-dire o ricordar poemi andati. Che poter scrivere di te, Sicilia mia, che ti rinnegano i figli tuoi piangendo il cuore. Soltanto un groppo mi sale in gola quando respiro della tua zagara il suo biancore e il gelsomino. ____ Io prego per te lontano essere di pelle e sogni poeta senza limite nel limite del non concesso. Prego respiro sulla tua mano calda di senso colmo a ritrovare il varco -non profanate mai Scilla e Cariddi!- di avermi ultimo e immacolato cuore. Come miracolo nell'onda fonda, come Vulcano nel miraggio dell'altra sponda come promessa sposa di un tempo andato che al tempo nostro rimase ignoto, prego per te. ____ Fatevi avanti. Schiantatemi al muro,