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Visualizzazione dei post con l'etichetta Speciale "I Mostri"

(Redazione) - Speciale "I Mostri" - "L’uomo con le zampe d’uccello" di Diego Riccobene

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  Si racconta all’interno del Liber cronicarum 1 , annale stampato a Norimberga in pieno Quattrocento (epoca di meraviglie, vieppiù del meraviglioso), che corresse il 1114 quando una donna partorì un infante bicefalo, metà uomo e metà cane. Gli onesti abitanti delle vicinanze – dopo essersi segnati – avrebbero atteso qualsivoglia accadimento consequenziale; era particolarmente certo che, in occasione di siffatti indizi, fosse rievocato il detto melantoniano: “In ogni tempo Dio ha creato dei mostri per significare in maniera mirabile la sua ira e la sua misericordia, e principalmente la caduta o il progresso di regni e imperi” 2 . Questo, al pari di altri ritenuti senza dubbio alcuno preasagia (ci si riferisce a casi testimoniati di gemelli monocefali, scrofe e oche nate “doppie”, per citarne una minima parte), è trascritto dai cataloghi di prodigi che Jurgis Baltrušaitis ha compilato con dovizia per ricostruire il processo di immaginativa esasperata che infervorò bestiari tardoromani

(Redazione) - Speciale "I Mostri" - "Sentinella" - su un racconto di Fredric Brown di Paola Deplano

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di Paola Deplano SU DI UN RACCONTO DI FREDRIC BROWN SENTINELLA Era bagnato fradicio e coperto di fango e aveva fame e freddo e era lontano cinquantamila anni-luce da casa. Un sole straniero dava una gelida luce azzurra e la gravità, doppia di quella cui era abituato, faceva di ogni movimento un’agonia di fatica. Ma dopo decine di migliaia di anni questo angolo di guerra non era cambiato. Era comodo per quelli dell’aviazione, con le loro astronavi tirate al lucido e le loro superarmi; ma quando si arriva al dunque, toccava ancora al soldato di terra, alla fanteria prendere la posizione e tenerla, col sangue, palmo a palmo. Come questo maledetto pianeta di una stella mai sentita nominare finché non ce lo avevano sbarcato. E adesso era suolo sacro perché c’era arrivato anche il nemico. Il nemico, l’unica altra razza intelligente della Galassia…Crudeli, schifosi, ripugnanti mostri. Il primo contatto era avvenuto vicino al centro della Galassia, dopo la lenta e difficile colonizzazione di

(Redazione) - Speciale "I Mostri" - "Bomarzo: il parco dei mostri, il bosco sacro" di Annalisa Mercurio

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  di Annalisa Mercurio Vi è un luogo in provincia di Viterbo, in cui nel 1552 il Duca Vinicio Orsini, commissionò un’opera architettonica e statuaria in memoria della defunta moglie Giulia Farnese. La costruzione di questo sito ‘en plein air’ durò circa 30 anni. Vista la complessa personalità del Duca ci sono varie teorie riguardo le motivazioni della sua edificazione. Vinicio Orsini era un uomo eclettico, portato alla contemplazione dei misteri e della natura. Frequentando l'Accademia Vitruviana, viveva a stretto contatto con architetti e letterati del tempo. Il sacro Bosco di Bomarzo inoltre, è nato nel periodo dei poemi cavallereschi (Ariosto, Tasso), che dipingevano un mondo di cavalieri impegnati in lotte contro giganti e mostri, personaggi di grande carattere allegorico che potrebbero aver influenzato l’opera voluta da Orsini. Il Duca, era un uomo tormentato da ‘mostri’ (e chi di noi non va a braccetto con i suoi mostri), tormento che potrebbe essere scaturito da un’esistenza

(Redazione) - Speciale "I Mostri" - "Ho incontrato il Golem" - un racconto (forse!) di Sergio Daniele Donati

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  di Sergio Daniele Donati “ Ho l’impressione di ripartire da zero, di dover ricominciare un percorso che credevo concluso ”. Questo pensava Max Baruch con la penna in mano e il foglio bianco come un lenzuolo davanti a sé. “ So che questi appunti mi serviranno come materiale grezzo per alcune mie future scritture e che questo non è altro che un momento di rivalutazione. Eppure la sensazione profonda di fallimento mi accompagna. La parola mi è diventata nemica, e così anche il silenzio. Ho creato in questi anni un’enorme dinamica attorno alla scrittura, ma non è altro che fango incapace di riempire di una sola goccia d’olio sacro la voragine che occupa il mio centro ”. Erano pensieri tetri, melmosi e ossessivi quelli che prendevano corpo – un corpo di gigante – nella mente dell’anziano scrittore. E la notte – sua antica amante – riempiva ora i suoi pensieri di dubbi e incertezze. “ Scrivo ormai solo per stendere lenimenti inefficaci sugli orli di una ferita ancora in suppurazione e, a p

(Redazione) - Speciale "I Mostri" - Hortus Pictus di Arianna Bonino

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  di Arianna Bonino Hortus Pictus Foliacea e radicata è la gran parte di tutto ciò ch’è vivo sul pianeta e condivide con l’anacoreta di star con ferma forza rara l’arte. Desertica o pluviale sulle carte sta disegnata dalla a alla zeta, eppure non si trova del poeta la pianta del Moly, messa in disparte. Talvolta perde un colpo la Natura dotandosi di specie stravagante: chimerica e deforme, fa paura. Ciononostante forse fu aberrante l’antidoto, il rimedio, la gran cura che mise in salvo Ulisse, l’uomo errante. Così nemmeno Dante senza Caronte e l’occhio suo di brace sarebbe giunto infine ad aver pace. (Arianna Bonino) _____ L’immagine è tratta dal Codex Seraphinianus di Luigi Serafini

(Redazione) - Speciale "I Mostri" - "Di mostruosa maternità" di Anna Rita Merico

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  di Anna Rita Merico Sono stesa qui, su questo divano, ne fisso il broccato giallino e questi fiori che paiono bocche affamate. A Villa Diodati le notti scure scendono traballanti da dentro le ombre di lampade a olio. Se penso che in questi luoghi Milton ha calcato passi mentre scriveva… non so solo un tempio sacro dell’immaginazione, come questo, può contenere tanto. Percy mi è accanto ma c’è un’esperienza dentro il mio corpo che, in questo momento, mi dona lontananze da chicchessia e vicinanze con i baratri di mondi che non conosco. Siamo tutti così scossi da fenomeni potenti. In questi giorni l’esplosione del vulcano Tambora, in Indonesia… non saprei… credo che un fenomeno del genere trasporti energie anche qui a migliaia di migliaia di distanze. Ad esempio penso che voraci temporali, come quello in cui sono ora, abbia - per colori e suoni - qualcosa che venga da lontano. Lord Byron, stasera, ha avuto un fitto colloquio con John Polidori e gli chiedeva di nervi e collassi. Claire,

(Redazione) - Speciale "I Mostri" - "L'uomo" di Patrizia Baglione

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  di Patrizia Baglione L’uomo è un mostro incomprensibile Blaise Pascal L’uomo è un paradosso per natura: desidera la pace ma ama fare la guerra; vorrebbe essere eterno, eppure sa di dover morire. Nessun essere al mondo è più violento dell’uomo. Ancora oggi, assistiamo all’ennesima decadenza socioculturale: le guerre sparse nel mondo, i conflitti di potere, i numerosi femminicidi. Il mostro è dentro e fuori di noi. Una volta il mostruoso si manifestava nell’atto di divorare i corpi o nel cannibalismo e nella crudeltà dilaniante di fauci insanguinate e brutali. Oggi le stesse fauci sono al nostro interno; siamo continuamente divorati dal nostro fare, dalla costante ricerca di tutto ciò che possa far nascere una scintilla di vitalità e possa esorcizzare la noia e l’attesa, ridotti a fantasmi esistenziali da relegare al regno della morte sociale. Pane come pietra come corpo da buttare, come sporco nelle unghie come nero oltre la testa. Corpo come sale come gente da guarire, come pioggia p

(Redazione) - Speciale "I Mostri" - "Notturne mostruosità" di David La Mantia

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  di David La Mantia Fredric Brown (1906-1972) Konstantinos Kavafis (1863-1933) Con riconoscenza alle Loro pagine Giunsero presto notizie allarmanti!!! Che i mostri… Che i mostri erano alle porte della città. Che uccidevano solo con la paura suscitata dal loro aspetto. Che il destino di tutti era ormai morire e che si poteva solo sperare di non soffrire. Che il loro aspetto ributtante era insopportabile alla vista. Che emanavano (lo si era capito dalle autopsie sui cadaveri di quanti erano stati abbattuti) un odore tra il salato del mare, almeno quelli che avevano tentato la fuga, e il miele delle campagne. Che i loro corpi erano spesso umidi, viscidi. Un insieme che contributiva a renderli orribili. Cosa potevamo fare? Ci eravamo organizzati con armi d’ultima generazione. Armi capaci di scardinare ogni protezione esterna. Eravamo pronti a tutto, anche a morire pur di difendere la nostra terra. E poi… Cosa volevano da noi quegli esseri? Da dove proveniva la loro volontà di distruggerci