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Visualizzazione dei post con l'etichetta poesia

Sottopelle altra pelle

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Sottopelle altra pelle; non basta uno strato a difesa del mio nulla. Vorrei dire delle scaglie e degli sguardi persi  dietro l'illusione blu, ma è l'ora dell'oblio, di un suono d'oboe e del canto della Sirena a un mare senza Ulisse. ____ Testo – inedito 2025 – e foto di Sergio Daniele Donati

Tre poesie "genovesi" di Francesco Macciò - con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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Francesco Macciò , poeta ligure di grande spessore ed esperienza, ci ha fatto dono  di tre poesie scritte nella lingua musicale e nostalgica della sua citta: Genova; ne siamo davvero lieti ed onorati.  Il poeta qui costruisce attorno a una lingua poetica che si muove appunto tra il genovese e l’italiano, una tensione che non è mai meramente traduttiva, ma sempre dialettica, identitaria e fonica.  Le tre poesie qui presentate — Dal bar, A lengua, Bêuga tam-bêuga — offrono un percorso che va dalla scena urbana , all’ intimità linguistica , fino alla quasi-allucinazione simbolica , mantenendo però una coerenza stilistica fondata su ellissi, iterazioni e immagini taglienti, quasi a tratti scorticanti. Analizziamole separatamente. Dal bar La poesia si apre con un frammento di dialogo diretto, in genovese, che già contiene il nucleo tematico: la pioggia come condizione esistenziale, la mancanza di riparo, l’invocazione al cielo . Il bar diventa luogo di stasi e d'attesa , ...

Due poeti allo specchio (Alba Toni e Sergio Daniele Donati) - Dialogo della disappartenenza #2

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  L’estraneità alla luce e all’ombra parla sottovoce fuori da ogni radiazione elettromagnetica non sto ferma neanche sotto la pioggia se non per puro caso non ho processi da vendere regole da pesare pietre che tintinnano nelle tasche. Non ho scarpe bucate da riordinare per l’inverno collane da indossare terre dove tornare. Non mi rassegno. Perché è tutto così sbagliato perché lo è sempre stato mentre parlo neghi ogni evidenza e sei così intellettualmente distante praticamente non esiste motivo o presupposto che giustifichi ora e qui una reale appartenenza. Volevo mostrarmi una contadina mostrarmi una lavandaia mettere le mani sui nervi stendere sul filo da bucato tutti i capelli uno per uno. Ma stare è già un’esperienza privilegiata potrei essere l’ultimo esemplare rimasto in piedi da studiare che io non sfugga perciò che non sfugga al mio destino all’unica traccia all’orma sulla pelle che cammina in direzione ortogonale inversamente proporzionale a me che di mattina dormo e non mi...

Sei poesie inedite di Alessandra Paganardi - con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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Davvero lieti ed onorati di poter accogliere su Le parole di Fedro  sei poesie inedite di Alessandra Paganardi , poeta milanese che certo non ha bisogno di presentazioni.  Come potrete verificare, i sei inediti delineano un itinerario lirico coerente, ma mai monolitico, e stratificato, dove la memoria affettiva, la perdita, il tempo e la trasfigurazione simbolica degli oggetti quotidiani si intrecciano in una voce poetica intima e riflessiva. Il lessico, poi, alterna concretezza e rarefazione, con immagini che oscillano tra il dato biografico e la sua sublimazione metafisica. Il vestito blu e Il cappello azzurro ruotano attorno a oggetti indossati, con richiami evidenti al registro sensibile della vista ( colori ), che diventano emblemi della memoria e della relazione: il primo è un drappo che si dissolve nel bosco, il secondo un cappello che sigilla una sorta di passaggio generazionale . Entrambi i testi mostrano una tensione tra presenza e assenza, con una sintassi fluida...

Arco

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  Avevo fatto voto al bisbiglio,   al sussurro che incurva   il legno scuro del suono   sulla corda tesa del senso.   Ma ho smarrito   la punta d’ambra della freccia; un fossile di memoria   non può che restare al buio,   nella faretra del falso oblio. ______ Testo - inedito 2025 - di Sergio Daniele Donati

A proposito di "Il mondo come un clamoroso errore" (Pietre Vive Editore, 2017-2024) di Paolo Polvani - nota di lettura di Carlo Di Legge

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  Quando il piccolo volume di poesia di Paolo Polvani compare alla vista, lo fa senza dare nell’occhio; poi invece sùbito s’impone con una sua eleganza, emerge quasi come un retrogusto, con pregi dati anche dalla semplicità. Però già il titolo dichiara tutt’altre intenzioni, si potrebbe tentare di parafrasarlo con un altro titolo comunque noto, Il mondo alla rovescia . Ma sarebbe troppo breve, forse non un titolo abbastanza espressivo, esplicito, alla Polvani: l’errore, che il mondo è, dev’essere clamoroso . Infatti c lamoroso errore è espressione d’uso comune, ma con accentuazione più che lieve, che tien fede al linguaggio e al senso che l’autore ha confermato per tutte le sue pagine folte, generose di versi (5-40). Egli dichiara quindi, immediatamente, le proprie intenzioni: afferma come valori l’amicizia disinteressata, l’amore, la vita; compatisce il dolore dell’umanità e fa guerra al senso comune, quello cattivo perché la sua azione poetica, pur calcando a volte su certe par...

Poesie inedite di Marco Sbrana - con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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Siamo molto lieti di pubblicare alcune poesie inedite di Marco Sbrana , giovanissimo poeta e vivace e promettente critico, su Le parole di Fedro . Come vedrete sono poesie che lasciano poco spazio agli eccessi di una mediazione lirica e simbolica eccessiva, ma che, al contrario cercano nella necessaria crudezza di alcuni passaggi sia contenutistici che linguistici l'effetto di ancorare il lettore ad una realtà privata di inutili fronzoli descrittivi. Sono quindi poesie che manifestano una ricerca di un vero cui strappare i suoi veli protettivi, più che da ri-velare e che, quindi, non possono non poggiare su un dato anche etico preponderante e importante. Sicuramente pare a chi qui vi scrivere di poter scorgere tra i versi di Marco Sbrana una sorta di promessa di continuare a ricavare dalla parola il vero che emerge quando si evita di giocare eccessivamente con essa e, al contrario, ci si sa abbandonare a un dire che è trascinato dal flusso di una costante osservazione sul reale,...

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 49 - Oceani

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  di Sergio Daniele Donati (...)  ci sostiene un'ossatura liquida e il seme del   mutaforma  ha inscritto spirali di consapevolezza nelle nostre giunture. Per questo alle volte il nostro sguardo si fissa su un orizzonte mobile e fecondo. Cerchiamo altrove, assieme,  un luogo dove poterci dire ancora plurali e collettivi, dove il nostro grido identitario attiene solo ai licheni dell'esistenza. Là, tra i flutti, ci sentiamo l'un l'altro vinti, convinti  dell'inutilità della nenia che andiamo ripetendo  alle ossidiane  dei nostri stessi figli.  Ci guardano, come si guarda qualcosa che deve esser perso; come si guarda qualcosa che svapora  nelle nebbie del tempo e lascia sorrisi da Stregatto  in un cielo grigionebbia . La nostra aura azzurra è figlia del vento e del pianto, nipote dello squasso e di lave sacre la cui memoria è scritta nella pietra levigata dei nostri desideri.  (...)

My life has been a dream

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My life has been a dream of breathing fields of wheat and a gentle wind over juniper bushes and velvet mosses. Now I know that to die is to awaken and embrace unyielding mists of an irreversible insight and embody the mute answer of Ulysses to the sirens.

J’aurais dû te dire - Avrei dovuto dirti

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J’aurais dû te dire   que ce seraient   mes derniers mots   qu’il ne resterait alors   qu’un fossile d’amour, inavoué   derrière un silence pétrifié, parmi des sons gutturaux et enfouis   dans les cavernes de mes pensées. Avrei dovuto dirti che quelle sarebbero state le mie ultime parole, che non sarebbe poi rimasto che un fossile d'amore, inespresso dietro un silenzio pietrificato, tra suoni gutturali e segreti, nelle grotte dei miei pensieri.  _____ Testo - inedito 2025 - e traduzione dal francese di Sergio Daniele Donati

I guardiani del nulla

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  Ci si scontrava poi con l'inutilità del gesto quasi fosse un limite.  Ma era nel pozzo  dei senza apparente senso , dal magma mugugnante e senza forma di questioni mal poste — dal corpo al corpo — che si forgiava  l'etica del movimento. Là, dove poesia  e i clangori del silenzio trovano la loro culla, dove il premio era la fatica ho visto uomini — e non ero io — commuoversi nel pianto  per un'inaspettata armonia, per un ciglio di bambino sulla guancia. Erano uomini sporchi la cui unica speranza  era l'assenza di speranze; uomini curvi,  piegati sull'insegnamento  della danza delle penombre. Mormoravano in quelle grotte, tra stalattiti di pensiero, formule senza senso e aramaiche benedizioni. Che la terra torni alla terra — dicevano nella balbuzie — che il cielo torni  a sognare i cieli. Erano i guardiani di un nulla fertile e gravido del nulla che irrora le iridi di chi prega  e ne cambia il colore. Video-lettura dell'autore ...

Un legno spezzato di culla

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Sentiva voci nel vento, lontane: i tocchi di un cielo impazzito, canti azzurri di voci soprane, un bimbo nel bosco smarrito. Guardava la luna, poi nulla, brillavano morte le stelle; un legno spezzato di culla il numero oscuro sulla pelle.   _____ Testo - inedito 2025 - e foto  di Sergio Daniele Donati 

Prima che sia troppo tardi

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  Bisogna salvare il granello, prima che sia troppo tardi, l'ombra di un ramo sul muro prima che sia troppo tardi. Il piede stanco e vecchio, strascicato sugli asfalti di un'esistenza sincopata, bisogna salvarlo, prima che sia troppo tardi. Bisogna salvare il bambino, prima che diventi adulto, prima che sia troppo tardi. Bisogna salvare il libro e tutte le pause che contiene, bisogna salvare i suoi silenzi, i suoi tacitamenti prima che sia troppo tardi. Bisogna scuotere il cedro, sotto un tetto di foglie, prima che sia troppo tardi e dare un buffetto a quel bimbo dai capelli color carota a quel bimbo che ci guarda e sorride e non torna, prima che sia troppo tardi. _______ Testo, inedito 2025, e foto di Sergio Daniele Donati

Estratto dalla raccolta inedita "All' uomo azzurro" ("Dla błękitnego mężczyzny") di Izabella Teresa Kostka - con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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  È sempre un grande onore – e motivo di grande responsabilità – ricevere da una poeta la possibilità di leggere e pubblicare in estratto una sua raccolta ancora del tutto inedita. Questo perché in un certo senso l'occhio che si addentra in territori ancora del tutto inesplorati porta con sé anche l'onere del maggior rispetto che si deve tributare alla spontaneità di un dono puro e importante.  Se poi i versi che si ricevono nascono in una lingua che – ed è una grave pecca – non si conosce e ci si affida alla traduzione della stessa poeta, oltre al senso di responsabilità si vive una sensazione necessariamente dialogica in cui il lettore si pone all'ascolto, oltre che dei significanti che ricava da versi italiani , di suoni, così come li immagina,   in gran parte sconosciuti. E in questo gioco di scatole cinesi, di matrioske, ancora di più la piacevole sensazione di lettura si è amplificata nel caso specifico perchè i versi di  Izabella Teresa Kostka sfiorano co...

"Un diario di luci alterne" - A proposito di "Un astro piccolo piccolo" di Cinzia Coppola (Ed. Delta3, 2025) - nota di lettura di Carlo Di Legge

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Un libro di poesia è un insieme di componimenti in versi, che a differenza di una raccolta vengono tenuti insieme da un comune divisore: può trattarsi dell’argomento, del tipo di linguaggio usato, dello stile, o di altre componenti. Questo di Cinzia Coppola, con prefazione di Eleonora Rimolo, è un testo con evidenti riflessi autobiografici, proposto in una modalità abbastanza distante ma non sempre lieve, a cominciare dal titolo, in cui il bagliore dell’astro immaginato per l’analogia tende a perdersi nell’immensità dei punti dell’universo, dove un astro è comunque “piccolo piccolo”: ma serve pubblicare a proporcene la dimensione, perché qualcosa venga comunicato e resti, per “dire/una parola che ci sopravviva” (52). Ancora una volta il ricorso alla poesia sembra essere funzione di relazione, di comunicazione e di espressione. Se in questo caso è così, si potrebbe parlare, a titolo del tutto indicativo e mai con pretese di esaurire la complessità presente, del doppio registro in cui u...