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Stile libero

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  Bizzarra cosa davvero — ma forse nemmeno poi tanto — che nel nuoto si definisca stile libero un movimento ben codificato e costretto in corsie strette; con un muro al fondo. Così in poesia, per il poeta che continua a scrivere senza sosta, credendosi per questo senza vincolo. Un beato beota  incosciente  della costruzione  — e della costrizione — della parola. L'unico stile libero  in poesia è del poeta che tace o, al limite, di colui che, coartato a scrivere, trovi poi la forza di strappare il foglio, il figlio, la foglia dall'albero proibito dell'oblio del bene e del male. ________ Testo - inedito 2025 -  di  Sergio Daniele Donati  

Tra jazz e perdono di sè stessi (piccole parole domenicali)

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  Foto di  Patrick Fore  su  Unsplash Quando si rompe un’alleanza o si vive un lutto o si rompe qualcosa che poggiava sullo sguardo reciproco, sull’accoglimento delle altrui fragilità e tenerezze, sull’infatuazione per le incapacità dell’altro, di dire, fare, lettera e testamento, il silenzio che si crea – quello spazio vuoto ormai privato di comunicazione - non è più Dom , l’austero silenzio d’attesa che precede ogni solenne creazione, anche e soprattutto quella divina. Ma non è nemmeno Demam ah il silenzio sottile, quasi una voce impercettibile, declinata al femminile, che indica la via a coloro che hanno chiuso le orecchie e lo sguardo sulle vertiginose altezze dell’esistenza. Forse è Lishtok (infinito verbale) che indica una sorta di silenzioso zittimento e sbigottimento, come quello che provò Aronne – proprio lui, l’oratore, l’uomo della parola, fratello e consigliere di Mosè, il balbuziente – quando la volontà divina gli incenerì davanti agli occhi i due figl...

Piccole riflessioni su una poesia di Rainer Maria Rilke con accenni a Blake

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  Rainer Maria Rilke è autore di una magnifica poesia dal titolo Eros che potrete trovare nell'edizione Einaudi di Poesie di Rainer Maria Rilke con traduzione di Giaime Pintor , testo che, fra l'altro, contiene  una magnifica introduzione di Franco Fortini .  Ecco a voi il testo.  Eros Eros! Eros! Maschere accecate Eros. Chi sostiene il suo fiammante viso? Come il soffio dell'estate alla primavera spegne i canti di preludio. E nelle voci ascolta ora l'ombra, e si fa cupo...Un grido... Egli getta il brivido indicibile su di loro come un'ampia volta. O perduto, o subito perduto! Breve il bacio degli dèi ci sfiora. Altro è il tempo, e il destino è cresciuto. ma una fonte piange e ti accora.  L'esordio, invero gigantesco, a mio avviso tanto richiama, con quella sua pressante domanda (chi sostiene il suo fiammante viso? ) altra accecante domanda di Blake nella sua The   Tiger. [ What immortal hand or eye / Could frame thy fearful symmetry? -  Quale i...