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(Redazione) - Speciale "Mediterraneo" - "Gli Arbereshe e il mare" di Maria Cianciaruso

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Foto di  Sara Groblechner  su  Unsplash Maria Cianciaruso "Particolare di abito tradizionale" - foto di Italo Elmo (1)   Siamo arrivati dal Mare, lo abbiamo attraversato alla ricerca di un porto sicuro, con la speranza di una vita migliore. Il mare, da secoli protagonista di tutte le migrazioni, ha accolto i desideri e gli auspici degli Arbereshe, antico popolo albanese che dal 1400 in poi, per sfuggire all’oppressione ottomana, si è stabilito in molte zone dell’Italia meridionale, tra cui la Calabria. Quel popolo abita ancora oggi nelle province di Crotone, Cosenza e Catanzaro, quel popolo, ancora oggi, parla la sua lingua antica, quell’idioma trasportato dalle onde del mare e che riesce a sopravvivere a distanza di secoli. Anche le campane di Pallagorio parlano Arbereshe, sono incise con poesie di quella lingua lontana e sono rivolte verso il mare, verso quello stesso mare al quale si rivolge la Madonna del Carmine, prima di far rientro in chiesa, al termine della ...

(Redazione) - Speciale "Mediterraneo" - "Presepio te l'aqua (Presepe nell'acqua)" di Fabio Franzin

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  PH. DI DANILO FERRONI Foto di  Sara Groblechner  su  Unsplash Presepio te l'aqua Nel dialetto Veneto-Trevigiano dell'Opitergino-Mottense E ‘lora el prossimo presepio féneo te l’aqua. Drento ‘a vasca da bagno, ‘na mastéa, drento ‘a santiera in marmo dee cese. Basta mus.cio e sasséti, ma sol sal gross e sguataràdhe. Un gòt de inchiostro a far tórbio e abisso. Nissùna stea tacàdha al costón, nissùna busìa o persa sacraità. Drento buténeghe sparse tute ‘e statuete, i maghi e ‘l banbìn Gesù; buténeghe anca ‘e piègore, ‘e barchete zogàtoeo dei nostri fiòi, i grani dei rosari dee nostre mare, ‘a fiapa pietà e ‘a rabia senpia. Che vae tut a fondo e tut se stue. Féneo tel mar ‘sto àno el presepio. Nissùn faro tee coste, nissùna stea che ciame salvezha. Par nissùni. Sol ‘na onbra nera, scavazhàdha, sie àea o crose, incastràdha sbièga tii pieroni, come réito tel calvario de ‘na spiàjia basàdha dal sol. Presepe nell’acqua E allora il prossimo presepe / facciamolo nell’acqua. D...

(Redazione) - Speciale "Mediterraneo" - Mediterraneo ed ancestrale : la capitolazione del capitalismo, di Giansalvo Pio Fortunato

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Foto di  Sara Groblechner  su  Unsplash L’universo dischiuso dal dionisiaco si insinua nel corredo costitutivo del Mediterraneo e lo avvale di un’interpretazione meridana e latitudinale che, certamente, meglio di ogni altra disamina antecedente, è stata in grado di definire un’identità. È interessante, in tal senso, entrare fin da subito nel punto cruciale di questa mia breve trattazione, evidenziando una sostanziale differenza tra il dionisiaco posto ed i comportamenti afferenti ad un simile codice interpretativo. Perché il dionisiaco , preso per se stesso, costituisce una solida matrice interpretativa che, essendo schietti, tradisce la sua stessa sostanzialità: anzi – si può dire – ha ben poco a che vedere con essa. Certamente, gli avvertimenti giungono da fonti autorevolissime, tali che il dionisiaco , così individuato, non si formalizzi altro che in un’espediente ermeneutico, capace di raccogliere una serialità comportamentale o, pari merito, una postura esistenzial...

(Redazione) - Speciale "Mediterraneo" - "Mediterraneo sono" (Mediterráneo soy): frammento

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  Foto di  Sara Groblechner  su  Unsplash Questo è un frammento del poemetto “ Mediterráneo soy” scritto in spagnolo da Antonio Nazzaro e tradotto in italiano da Elizabeth Uribe Peréz. I versi sono stati scritti, tra settembre e ottobre di quest’anno, a Buenos Aires e saranno pubblicati il prossimo anno. Antonio Nazzaro da circa due anni scrive i suoi testi poetici in spagnolo. Mediterraneo sono La mia stirpe è della terra dove Annibale piegò il romano potere ma io dalle Alpi vidi il mare ondeggiare Fui Ulisse legato all’albero dell'acufene ascoltai il canto traditore delle sirene appese agli scogli nebbiosi Corsi di ritorno da bambino sul tavoliere biondo della Puglia e il mulo testardo mi portava con i cesti dei chicchi dorati del pane Da mio nonno ereditai il nome e l'unghia lunga del mignolo e i guanti di canna che non evitavano il morso del freddo però della falce il taglio Lì scoprii bambino l'amore proibito di mia cugina il sapore salato delle labbra della ...

(Redazione) - Speciale "Mediterraneo" - Mediterraneo, la radiazione cosmica di fondo di Alessandra Brisotto

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  Foto di  Sara Groblechner  su  Unsplash di Alessandra Brisotto Seduta sul molo, barcollando tra il mare e la terra, ascolto la radiazione cosmica di fondo. La sento ondeggiare cavalcando il tempo delle maree, penetrare l’acqua, la pietra su cui siedo infine il mio corpo. Chiudo gli occhi e comincio a viaggiare con lei, tuffandomi tra le onde burrascose e immergendomi nelle sopite profondità del mare. Il Mare Mediterraneo, tanto terribile e caro, mi travolge adesso con la sua forza, l’agonia dell’accoglienza esasperata di ciò che non gli appartiene davvero, trasformato da mani e idee di dominio, dalle plastiche con le loro forme inadeguate e le loro storie brevi nell’uso, lunghe nell’abbandono. Tutto mi passa attraverso. Anche quei pezzi di legno antico adagiati sul fondale, che mi guardano, vestiti di fango, coralli e alghe, con gli occhi dei pesci. Molti secoli fa, a volte millenni, si ergevano navi pompose ed arroganti sulla superficie del mare, alla ricerca di ...

(Redazione) - Speciale "Mediterraneo" - "Memorie di un marinaio " di Jonathan Rizzo

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Foto di  Sara Groblechner  su  Unsplash Ph. Dario Ignani Premessa Il mio nome è Edmond Dantès e sono un marinaio. Queste sono le mie memorie. Devo ogni cosa al mare. Mi ha insegnato ad essere uomo, mi ha dato la vita. E per farlo mi ha strappato dal cuore ogni respiro e profumo precedentemente conosciuti. Ho vissuto tre vite, tutte in mare, tutte nel Mediterraneo, tutte battezzate da isole, ma chiamiamole scogli in questa casa d'acqua nutrice feroce. Ogni scoglio nasconde ad attenderti una lezione come fosse un tesoro. Se sono divenuto l’uomo che sono adesso lo devo a quello che mi hanno imposto ed ho imparato all’isola d’Elba, all’isola d’If e all’isola di Montecristo. Ho studiato a memoria carte nautiche che nemmeno le contemplavano, ma io ho imparato a conoscerne i segreti e loro hanno vivisezionato i miei. Ma andiamo con ordine, in mare comanda l’ordine. In una tempesta è l’ordine che può salvarti la cucuzza. Sempre che Dio lo voglia. § Capitolo I - L’isola d’Elba Ave...

(Redazione) - Speciale "Mediterraneo" - Il Mediterraneo come soglia anche ebraica: Amichai, Someck e i Salmi - di Sergio Daniele Donati

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Foto di  Sara Groblechner  su  Unsplash Tra “Mayim”, “Shamayim”, “Ghematria” e la lettera מ (M-E-M) Il Mediterraneo , nella tradizione ebraica e nella poesia israeliana contemporanea, non si configura semplicemente come spazio geografico, bensì come luogo simbolico e teologico.  Esso rappresenta una sorta di soglia : tra acqua e cielo, tra caos e ordine, tra corporeità e trascendenza, tra elevazione ed abisso. In questo breve studio cerchiamo di analizzare tre prospettive tra loro complementari: la poesia di Yehuda Amichai, la scrittura di Ronny Someck, e la voce liturgica e poetica dei Salmi (Tehillim). Attraverso l’analisi linguistica , etimologica e ghematrica 1 delle parole mayim (acqua/acque) e shamayim (cielo/cieli), si intende qui restituire poi, almeno per cenni, la densità semantica e simbolica del Mediterraneo come figura liminale anche, ma non solo, nella cultura ebraica. 1. Etimologia di “ Mayim ” e “ Shamayim ” La parola mayim ( מַיִם ), “acque”, è m...