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Due poesie inedite di Silvana Pasanisi

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LE LENZUOLA Queste tue sono lenzuola ottuagenarie che usa la gente di ricamo dal poco orlo e dallo sfiancamento del tessuto Le ho stese all’aria come un dipinto aperto c’erano i vapori del sonno il clima alto del risveglio Che impegno ogni volta trovare la piega serratura per il buon tempo Stamattina ho ricavato la cenere e spostato il fiume ho visto il bianco mentre le aprivo al sole d’istinto ho attraversato le mura e ho riconosciuto i nomi delle piante senza saperlo prima la direzione dei venti dov’è il maestrale quante cose porta il libeccio come sopravvivi col vento di scirocco imbastito a mano lenta e calda tenuto insieme da un quadrato di sventure Per un attimo all’ora del ritiro le perdo quelle rughe bianche trovo l’alloro nel tè la forma del pane e di tutto mi prendo la mia parte ____ IL FERRO DI PORCO Non chiamatele donne con quella presunzione antica aggiustata solo da un quarto di smorfia precisamente sulla parte sinistra del labbro Distinguete usate il ferro di porco A vos

Quattro poesie inedite di Silvana Pasanisi

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LE MIE SORELLE Le mie sorelle sono sottili fogli di pergamena sottili dalle gambe fragorose di tritolo che camminano storte e ti silenziano il sonno ti operano lo sguardo Hanno un rumore di fondo senza ombra la loro copertura è da ambiente dell’altro mondo povero poverissimo come un santuario chiuso srotolano i capelli di lunghezza impercorribile ma loro lo sanno che cadranno tutti e sulle loro teste si spaccherà la luce Sulla copertina della rivista sembrano spettatrici casuali iridescenti Non credere a niente di quello che vedi hanno rami lunghissimi e contorti intrecciati all’interno del libro ispido troverai cotone da cucire tra le cosce e le pieghe e si svuotano le mascelle di saliva irata Con un intero mare al tramonto   ELEGIA DEL CONTRARIO Sei più bella cosi morta Appariscente ma giusta esaltata dai buoni amici e non da te Qui c’era un si deve essere scappato sulle inconsistenti nebbie dell’accondiscendenza Ne faremo buona cenere di legna per il primo fuoco Lo vedevo quel filo