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(Redazione) - a proposito di "Osicran o dell'Antinarciso", raccolta poetica di Saverio Bafaro (Il Convivio ed., 2024) - nota di lettura di Sergio Daniele Donati

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Del mito di Narciso tutto è già stato detto, e tutto ancora si potrebbe dire, soprattutto in un'epoca come la nostra in cui, quantomeno in ambito poetico, è assai difficile tracciare una mappatura di scritture capaci di scardinare il rapporto autore-poeta/poesia. Più volte, lo sapete, mi sono soffermato sulla necessità di ridefinire la poesia come fenomeno attraversativo cui il poeta partecipa, forse, più come ascoltatore e trascrittore di voci a lui estranee che come autore in senso lato.  In ogni caso, che si vogliano accogliere teorie antiche di ispirazione etero-generata del poeta o che, più modernamente, si rimarchi della poesia il suo elemento sempre collettivo e plurale, una cosa è certa: urge, e sempre con maggiore impellenza, uscire in fretta dagli ombelichi dei poeti e cercare di ritornare ad osservare il mondo delle suggestioni e intuizioni che traduciamo, poi, in poesia.  Questo è il senso profondo della raccolta di Saverio Bafaro  che oggi presento - "Osicran o d