(Redazione) - Fisiologia dei significati in poesia - 15 - Il poeta e la sua parola (parte sconda)

di Giansalvo Pio Fortunato L’evidenza che risiede nel relazionarsi alla lingua costituita e la forza data dall’immensa possibilità di disporre di questa lingua, fa sì che si possa concepire anche con una certa nettezza quanto sia intima la relaziona tra il poeta e la sua parola. In tal senso, infatti, la parola, nell’accezione da me intesa [1], punta a riconoscere l’atto esatto di enunciazione; ossia: il momento in cui un’espressione linguistica prende corpo ed edifica un mondo di senso. Per la poesia, ovviamente, è quasi d’obbligo parlare di enunciazione e non di un enunciato almeno per due motivi: la poesia sfugge ad ogni atto di formalizzazione rigorosamente logico-tradizionale; nell’atto stesso del “pronunciamento” della poesia, si sviluppa una nuova e complessa sfera di senso, che non si riduce mai semplicemente in un mero atto di significato. Implica, piuttosto, un far essere. Se ci trovassimo innanzi ad enunciati, infatti, il verso non solo sarebbe definito come una se...