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(Redazione) - Dissolvenze - 25 - "Un amore (Allegoria dell'amor virtuoso" di Giovanni del Campo)

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A cura di Arianna Bonino Io veggio ben sì come già resplende ne l’intelletto tuo l’etterna luce, che, vista, sola e sempre amore accende; e s’altra cosa vostro amor seduce, non è se non di quella alcun vestigio, mal conosciuto, che quivi traluce. (Dante Alighieri - Par., vv 7-12) Giovanni del Campo (o, se preferite, Jean Duchamps ) è un uomo misterioso e lo rimarrà. Quel poco che si sa di lui lo rende ancora più magnetico. E, sicuramente, nascoste in qualche vecchio atelier o annoiate alle pareti di qualche corridoio ombroso, in questo momento ci sono tele sue, di cui rimarrà anonima per sempre la paternità. Sono poche le opere che si possano attribuire senza ombra di dubbio a Giovanni del Campo. Siamo nel Rinascimento (1600 - 1648) e del Campo, formatosi ad Anversa ed appartenente a quel gruppo di pittori fiamminghi e olandesi noti come “Bentvueghels”, si sposta in Italia, precisamente a Roma, per studiare l'opera dei contemporanei. In Italia i fiamminghi vengono a scoprire anche