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(Redazione) - Speciale "Mediterraneo" - Il Mediterraneo come soglia anche ebraica: Amichai, Someck e i Salmi - di Sergio Daniele Donati

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Foto di  Sara Groblechner  su  Unsplash Tra “Mayim”, “Shamayim”, “Ghematria” e la lettera מ (M-E-M) Il Mediterraneo , nella tradizione ebraica e nella poesia israeliana contemporanea, non si configura semplicemente come spazio geografico, bensì come luogo simbolico e teologico.  Esso rappresenta una sorta di soglia : tra acqua e cielo, tra caos e ordine, tra corporeità e trascendenza, tra elevazione ed abisso. In questo breve studio cerchiamo di analizzare tre prospettive tra loro complementari: la poesia di Yehuda Amichai, la scrittura di Ronny Someck, e la voce liturgica e poetica dei Salmi (Tehillim). Attraverso l’analisi linguistica , etimologica e ghematrica 1 delle parole mayim (acqua/acque) e shamayim (cielo/cieli), si intende qui restituire poi, almeno per cenni, la densità semantica e simbolica del Mediterraneo come figura liminale anche, ma non solo, nella cultura ebraica. 1. Etimologia di “ Mayim ” e “ Shamayim ” La parola mayim ( מַיִם ), “acque”, è m...

Il sogno delle argille

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  In sogno mescolavo argille a densi olii opachi e davo loro cottura  secondo un rito antico; sottoterra.  E c'era un ramarro tra le foglie secche e un piccolo vento  mi solleticava le ciglia.  Il risveglio è lastra di ghiaccio quando il sogno ti ordina la trascrizione delle Voci. _____ Testo — inedito 2025 — di Sergio Daniele Donati

(Redazione) - Lo spazio vuoto tra le lettere - 50 - Poesia (come "estensione del silenzio") e "sinestesia"

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  di Sergio Daniele Donati La poesia, sin dalle sue origini, si colloca in uno spazio liminale tra parola e silenzio. Cercherò con questo mio articolo di tracciare qualche linea di intuizione sulla relazione tra silenzio, sinestesia e parola poetica , senza alcuna pretesa di completezza, visti i nomi di coloro che nella storia del pensiero si sono occupati del tema con ben altre competenze.    La mia piccola tesi è che la poesia non sia solo atto di linguaggio , ma soprattutto evento creativo con un evidente effetto prolungativo del silenzio che precede (e abita) la parola.   In altri termini, è proprio la parola poetica a rendere, tra le altre cose, percepibile il silenzio, togliendolo dal dominio non solo del non-detto , ma anche dell'indicibile , e, in un certo senso trasformandolo in materia estetica .  Rainer Maria Rilke osserva: “ Il bello è solo l’inizio del tremendo ”¹, e in questa tensione tra parola e ineffabile si manifesta, a mio avviso, la p...