Rachmaninoff
– Adagio del piano concerto #2 in C Minor, Op. 18
Io ti raggiungerò, padre,
nel luogo designato, ti raggiungerò;
a passo felice con i chiodi nelle scarpe,
ti raggiungerò
e a nulla varranno le cetre e i liuti,
là,
dove il suono della fonte
sarà sovrano,
dove lo scacco sarà pedone.
Io ti raggiungerò,
e sarà sorriso che unisce, padre
e sarò di nuovo figlio,
del vento e delle cicale,
come allora,
e il sasso che rimbalza
cricchetto, ricochet, grillo salterino.
E rideremo rideremo,
come non abbiamo riso allora,
e la risate si alzeranno come vele,
padre,
e ci porteranno nel luogo
che i nostri occhi hanno sognato
lontano, lontano,
e sarà musica di cembali
e flauti e liane a cui appendersi,
e sarò figlio del vento e delle cicale,
e sarai figlio del vento e delle cicale.
Io ti raggiungerò, padre,
e immergeremo i piedi
nella neve che si farà scherzose
beffe dei nostri “ohi che freddo, ohi ohi”,
e rideremo, rideremo padre;
e di lontano un corno inglese
ci dirà che è
l'ora del ritorno,
della zuppa di ceci e fave
e di vino rosso
da bere assieme,
da pucciarci il pane, ridendo del passato
io ti raggiungerò, padre,
perché qui
nel luogo del gelo,
del silenzio e della parola
che si strozza in gola,
non ci voglio più stare
io ti raggiungerò,
padre,
perché è ora che
riposi
al canto delle cicale.
meravigliosa
RispondiEliminaSimonetta di Facebook
resta qui, ancora.
EliminaSimonetta, grazie. Dal profondo
Eliminao certo, di qui non mi muovo :)
Elimina