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Due inediti di Grazia Procino

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  Si compiono le stagioni del nostro spirito (che non è soave) nei barbari nostri tempi. Scrivere è un'insidia sottile un autoinganno per chi crede di vedere eppure è un imperativo morale quando annuncia che i prati verdi sono davvero opachi per marciume e sporco. Scrivere è l'ultimo disperato gesto prima dell'amaro fine pasto. Accarezzerò le tue mani ossute e i tuoi occhi stanchi fosse l'ultima cosa che faccio, madre mia... Che non c'è freno alla disperazione quando la vita è spremuta goccia a goccia e lenta va via. Bacerò i tuoi capelli divenuti bianchi fragili al tocco e rivivrai l'estate della tua infanzia, i giochi affamati di sole. Non c'è nulla che ammansisca l'oltraggio del tempo e il termine delle cose... nulla, madre mia. NOTE BIOBIBLIOGRAFICHE Grazia Procino , nata a Gioia del Colle, è laureata in Lettere Classiche. E’ docente di Lettere presso il Liceo Classico di Gioia del Colle. Ha pubblicato haiku in due raccolte collettive edit