Vav (terzo ciclo)

 

"Vav" di Sergio Daniele Donati

In cielo volavano rondini dai versi acidi; suoni che chiamavano forte a sé la potenza del “lontano”.
A me sembravano scomporre un cielo di carta velina azzurra in coriandoli leggeri.
Sotto il loro volo sapiente, stava il mio sguardo bambino.
“Vedi Sergio,” mi disse papà, “le rondini cuciono i lembi del cielo perché diventi una coperta per i nostri sogni”.
Capii allora che non esiste lacerazione possibile, finché tra me e l'altro un paziente e anziano sarto saprà cucire rammendi argentati.
Fu un sogno.
Le rondini, i coriandoli e la voce di un padre capace di parlare di sogni, fu solo un sogno.
Capisco ora che quello stesso sarto anziano conserva i suoi fili migliori per lo strappo, che a volte ci lacera le viscere, tra i nostri desideri di completezza e la voragine dei nostri bisogni; insoddisfatti.
Quell'anziano sarto tesse un arazzo e chi lo osserva con sguardo critico scuote la testa per il filo scomposto che pare uscire dall'ordito.
Il sarto a sua volta ne sorride.
Sa bene che nulla deve essere lasciato completo al mondo e che l'imperfezione è la bilancia del creato.

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