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Una poesia inedita di Michele Carniel

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  Michele Carniel Ci sono poesie che sono come pietre runiche su un prato scosceso e difficile da attraversare. Sono poesie solitarie che il lettore incontra fuori da ogni tempo e che, spesso, portano con sé un messaggio che è anche un monito. Sono poesie/pietra, immutabili e statiche, degne dell'attributo della regalità e portatrici di un detto che abbassa lo sguardo del lettore e non ammetter repliche. Michele Carniel ne ha scritta una e io sono onorato ed emozionato che ci abbia concesso di poterla pubblicare su  Le parole di Fedro Per la Redazione de Le parole di Fedro il caporedattore - Sergio Daniele Donati ____ Smettila di pensarmi vivo, di credermi oceano quando in realtà non sono che limo asciutto, un miracolo d’impurità, uno stronzo qualsiasi. Tu che sei così intatta, proteggiti da me, evadi dalla morte, trattieni in vita quel sano colore degli orizzonti, delle primavere feconde, di noi. Hanno ragione di esistere i rumori, le ostilità, il finto parallelismo dei binari, l’

(Redazione) - su "La strategia del respiro" (Terra d'ulivi ed., 2023)

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È da pochi mesi uscita per i tipi di Terra d'ulivi edizioni la nuova raccolta poetica di Michele Carniel " La strategia del respiro ". La silloge, che già dal titolo ci dona pienamente il senso profondo della relazione tra parola e corpo ,    è divisa in due sezioni  (Inspirazione ed Espirazione). Ed, a ben vedere, anche sul piano della scelta lessicale e retorica - e metaforica in particolare - appare evidente quanto il poeta abbia, con estrema maestria, delineato la piena fisicità della scrittura  ed allo stesso tempo la  corporeità della parola. Le due locuzioni, benché limitrofe e sicuramente collegate tra loro, contengono sfumature che sembra utile qui sottolineare. Con fisicità della parola , e, in particolare, col il richiamo al ritmo costante ed involontario del respiro, qui si intende l'indubbia capacità dell'autore di delineare i due momenti essenziali dell'attività creativa che ha come strumento la penna.  La scrittura di Michele Carniel , infatti,

Due poeti allo specchio (Michele Carniel e Sergio Daniele Donati)

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L’impronta del tormento disegna il volto e credo nel dolore cristiano delle piaghe, ma Dio non mi parla (simmetrica illusione) Che me ne faccio, Madre, delle mani giunte? - Abito la colpa con gli occhi sacri del figlio - - Considero un alibi l’essere nato in tempo - - Svuoto dalle tasche una congiura di passi - - Arresto la mortalità dell’anima nel corpo - Un’ombra uscita illesa dal crollo delle luci restituisce alla pelle una parvenza di carne. Sangue, ossa, respiri, poco altro mi sollevano [Raccoglimi, Madre, come fossi una lacrima]. Michele Carniel - inedito 2023 Esiste una via  - forse la più antica - che spezza il gesto e cuce i lembi di ferite eterne. Le mani giunte  - aprile; ora - impediscono ai palmi  di raccogliere olii eletti dal cielo e il sacro, lo sai,  risiede nella terra sporca, sotto le unghie del contadino. Svuota le tue tasche da ogni ingombro che il  nulla crudele t'impone,  ma lascia che là resti un sassolino, a memoria del flusso che ci

Due poeti allo specchio (Michele Carniel e Sergio Daniele Donati)

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Quando la tua pelle s'addormenta su di me, come fa la nebbia sui campi infreddoliti, s’accenna lieve la resurrezione d’un calore smarrito una difesa involontaria della mente all’oltraggio del corpo. La mano indaga la mappa epidermica si condanna ad un ergastolo di piacere, non aprire gli occhi regalameli individua nello spazio ciò che il tempo concede sfoglia su di me le tue paure, ma grazia le intermittenze labiali che non sanno - non sanno -. Non abbiamo colpa per l’inguidabilità dei sensi, se l’esasperazione distribuisce un volto svestito ho il dovere di risarcire l’inferno, quanto meno prendermene cura. MICHELE CARNIEL - INEDITO 2022 © DICE DI SÈ L'AUTORE Mi chiamo Michele Carniel, sono nato il 15 gennaio 1978 a San Donà di Piave, dove attualmente vivo con mia moglie. Sono un progettista navale e lavoro a Marghera (Ve). Ad ottobre 2019 ho pubblicato per Sillabe di Sale editore la mia prima silloge “Tra il Piave e la luna” . Nel 2020, 3 mie poesie sono state selezionate per

Tre inediti di Michele Carniel

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__ [Poesia #1] Coagula nel cielo un volo di ghiandaie, legittimano il senso del dovere ramificano il colpo d’occhio. Grammi misurati di respiri sbriciolano il giorno suturano la terra al cielo, quel sangue che sono io. Trova un lavoro alle mie dita indica loro dove s’annida il disegno dei tuoi occhi, il motivo che li domina. __ [Poesia #2] Di piuma, come neve s’appoggia il fiume alle rive quasi ad imitare il cielo arredato che lo osserva. Non si cura, a ragione del litigio ossessivo delle correnti nelle smeralde interiora, il loro muto deflagrare. Potessi essere acqua quietare il mio dentro abissale adagiarmi sul fondo, ascoltarlo mentre tace di compassione e non attendere più sponde - a consolazione - ma solo l’abbraccio del mare e farmelo bastare. __ [Poesia #3] Un senso di formiche sulle dita la critica del sangue al corpo propaga, stordisce determina posizioni. Non sarò sazio di questa mensa della ciotola in carne e ossa che mi poni come carcere - l’aprioristica legge d