(Redazione) - su "La strategia del respiro" (Terra d'ulivi ed., 2023)



È da pochi mesi uscita per i tipi di Terra d'ulivi edizioni la nuova raccolta poetica di Michele Carniel "La strategia del respiro".
La silloge, che già dal titolo ci dona pienamente il senso profondo della relazione tra parola e corpo,  è divisa in due sezioni  (Inspirazione ed Espirazione).
Ed, a ben vedere, anche sul piano della scelta lessicale e retorica - e metaforica in particolare - appare evidente quanto il poeta abbia, con estrema maestria, delineato la piena fisicità della scrittura ed allo stesso tempo la corporeità della parola.
Le due locuzioni, benché limitrofe e sicuramente collegate tra loro, contengono sfumature che sembra utile qui sottolineare.
Con fisicità della parola, e, in particolare, col il richiamo al ritmo costante ed involontario del respiro, qui si intende l'indubbia capacità dell'autore di delineare i due momenti essenziali dell'attività creativa che ha come strumento la penna. 
La scrittura di Michele Carniel, infatti, appare introiettare nella fase inspiratoria (e ispirativa) voci che non sono necessariamente possesso del poeta stesso. 
Ogni poesia della citata sezione appare frutto di ascolto profondo di un altrove che nell'opera diviene il seme da elaborare nella piccola apnea che separa l'inspirazione dalla espirazione.
Una scrittura, dunque, che non esito a chiamare polmonare. 

C'è un luogo, lo vivo
assorbo il senso del vissuto
il mestiere del respiro
un gusto di sale che s'appoggia.
Mentre scrivo si diffonde un cielo,
distribuisce l'aria di rosmarino
ed il timo, geloso
s'accontenta dei balconi.
creo pensieri su cui m'addormenterò
piango un sorriso che non detta sospetti
e reagisco, di delizia,
ad una virgola di luce.

La poesia sopra riportata, oltre al suo significato intimo patente, ci insegna  - o quantomeno ricorda - quanto nella scrittura, specie se poetica, la fase di inspirazione (assorbimento) sia necessaria a creare pensiero che, in questo caso, immergono il lettore direttamente nell'elemento onirico, nell'addormentamento. 
Ma respirare è per il poeta, non solo atto involontario ma, soprattutto e al contrario, mestiere (o strategia se vogliamo richiamarci al titolo).
Ecco che appare evidente che questo quasi-paradosso del saper gestire con maestria un movimento corporeo che nasce come involontario ha a che fare con la coscienza. 

"Tutti noi respiriamo, ma v'è una differenza tra l'atto vitale primario di chi non vi pone attenzione e quello fatto con controllo e maestria, come uno Yogi che pratica l'antica arte della Pranayama. Osservare un fenomeno spontaneo non lo rende meno spontaneo ma lo fa penetrare nei nostri midolli. Così è con la parola. Tutti noi siamo immersi in voci, richiami, silenzi cui spesso diamo poco peso. Ma l'ascolto profondo non tanto della parola in sé, quanto del movimento che dal silenzio porta al sorgere della parola stessa, rende servizio ad una scrittura che è dinamica."

Ecco dunque che nella sezione Espirazione la parola diviene corpo o, quantomeno, si percepisce della parola la corporeità, assunto questo che è figlio di una precisa coscienza etica e filosofica. 
Ciò che noi percepiamo come frutto di ascolto profondo, sedimentato e trasformato dalla sensibilità del poeta, diviene corpo solo nel momento in cui giunge ad orecchie altre. Il corpo della parola non è dominio di chi scrive, ma di chi quei versi legge. 
È il figlio nato, fuori dall'utero materno, a prendere per il mondo corpo, anche se corpo ha già nei nove mesi di gestazione. Così la parola: prende corpo quando viene espirata, lanciata fuori, se vogliamo donata agli altri, perché agli altri destinata. 

La silloge di Michele Carniel, la cui lettura davvero si consiglia, descrive della parola questo movimento in quattro fasi (ascolto - sedimentazione - scrittura - nascita e fuga verso il grande altrove che è il lettore) che non si può negare abbia metaforiche assonanze con ciò che ci dona vita dal primo all'ultimo istante: il respiro (inspirazione - breve apnea - espirazione - breve apnea).
La scrittura di Carniel è dunque vitale e dinamica, non necessariamente incardinata in cardini metrici e ritmici costante, forse anche perché, lo sappiamo tutti se poniamo attenzione ai nostri motti corporei, nessun respiro (come nessun verso e nessuna poesia) è identico per durata ed intensità a quello che l'ha preceduto o a quello che lo seguirà.

Per la redazione de Le parole di Fedro
il caporedattore - Sergio Daniele Donati
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NOTE BIOBIBLOGRAFICHE
Michele Carniel , Nato a San Donà di Piave il 15 gennaio 1978 dove tuttora vive con la moglie. Di professione fa il progettista di impianti navali, ma da sempre ha coltivato la passione per la scrittura, specialmente la poesia. Ha partecipato a numerosi concorsi letterari e “Tra il Piave e la luna” rappresenta il primo libro pubblicato. Nel 2020 tre suoi inediti sono stati pubblicati nell'antologia di poesia contemporanea "Kairos" (CTL ed.).
Siamo in attesa dell'uscita della antologia "Heroides" (Readaction ed.) che lo vedrà tra gli autori.


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