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“Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?” (conversazione tra Giansalvo Pio Fortunato e Sergio Daniele Donati sul Salmo XXII)

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  Giansalvo Pio Fortunato Ho la gola secca dalla lotta e le croci dei miei padri sanno già resistere nella battaglia: un tempo i profeti coltivavano la vigna, sapevano il tempo del raccolto, conoscevano i mezzi per cantarsi la buona riuscita. Ora è la diaspora, voce secca nelle viscere dell'esilio; ora il taglio derivato dalla furia, i palmi che scrostano le superfici del martirio. Sergio Daniele Donati Che della diaspora sia colto allora  il richiamo al ritorno. È scritto.  Così come dalla suppurazione della ferita è detto che un nuovo tendine prende forma. E, se la voce tace e la gola si secca, non ci resta che il canto muto del disincanto, e una voce che - bambina - sia  scheggia   di verità per le nostre illusioni.  Il Salmista Ma io sono verme, non uomo, infamia degli uomini, rifiuto del mio popolo. Giansalvo Pio Fortunato In questo viaggio nel confino è la storia che si narra i peccati, deridendoli. Ho lo slancio unto di uno spatriato: entrambi chiamiamo a voce alta Dio, ch