Post

Fonocene | Phonocene di Ilaria Boffa - con nota di lettura di Sergio Daniele Donati

Immagine
È un vero onore e un profondo piacere potervi proporre un progetto di sound recording e poesia  (per l'ascolto potete cliccare su questo link )    dell'artista Ilaria Boffa, i cui fini registri espressivi si muovono su più forme che, come sotto spiega la stessa autrice, fondono la profondità lessicale, testuale e timbrica con l'ascolto e la ricerca sonora anche extra testuale e ambientale. Leggerla e ascoltarla diviene pertanto per il fruitore un'esperienza pienamente sinestetica unica che ridona alla poesia uno dei suoi sensi e significati più profondi: essere per chi la riceve spunto totalizzante e modificativo. Che cosa possiamo fare se non appartenere alla vita? sono i versi finali di questo componimento, nato in inglese e con esiti mirabili. E, forse, la risposta al tale domanda conclusiva è proprio nel processo creativo stesso eletto che dona esattamente, a chi ha la fortuna di viverne gli esiti, un un pieno senso di appartenenza alla vita (e non solo nel e per ...

Poesie di Nicola Manicardi - con nota di Sergio Daniele Donati

Immagine
Ho impiegato tanto tempo prima di riuscire a commentare, con la mia solita  balbuzie, queste poesie.  Ed è inutile fingere: la causa di questo mio ritardo è un dato personale ed emotivo. Perché in queste linee poetiche vibra una città, anche se spesso in modo implicito, ed è una città, da me mai vissuta e solo visitata, ma dove la mia famiglia ha immerso le sue radici per cinque secoli: Modena. Ciò che riesce Nicola Manicardi a ridonare in queste poesie a uno che, come me, nasce e vive meneghino, ma non smette mai di ascoltare il canto delle sue radici "ghirlandine", è il sapore agrodolce della memoria altrui, dell'altrui vissuto per e in noi. Modenese era mio padre, non io, e, pur non essendo lui poeta, manifestava - molto meno io - la stessa dolce capacità di Manicardi di ridonare all'oggetto -  ma anche agli oggetti e alle cose in sé - delle sue parole il senso profondo  della loro esistenza, prima, durante e dopo esser diventati simboli. E questo è talmente moden...

Katana

Immagine
Se ti avessero detto da piccolo quale sforzo costi alla schiena mantenersi dritta e della lacrima salata  di uno sguardo fisso sull'orizzonte, se avessi imparato da giovane  quanto sia brutale  lo schiocco dello sterno  quando si allinea al moto interno delle viscere in immobile postura, e quanto forte gridi il polso per tenere fissa la spada sull'asse orizzontale di un desiderio senza intenzione, se avessi mantenuto anche tu calma e ascolto in meditazione mentre milioni di voci morte imploravano la tua memoria, o avessi recitato senza sosta il mantra dell'accoglienza del diverso  mentre pianti bambini ti grattavano l'epitelio  e l'urlo taciuto dell'abbandono  si faceva strada  tra ciglia e gola, se avessi fatto tutto questo almeno un istante, non ti prenderesti gioco ora dell'etica di un uomo canuto  che ripone la Katana nel fodero e finalmente si concede un riposo orizzontale e senza sogno. _____ Testo - inedito 2025 - di Sergio Daniele Don...

Il miele ereditato

Immagine
  Non avrei voluto davvero rivedere  nel tuo sguardo perso – così tanto mio – le tracce di una memoria densa. Avrei voluto per te poter separare i mieli di una melanconia ereditaria dall'occhio rapace e giusto sul futuro del mondo. Forse tutto questo era scritto. Che un padre un giorno osservasse con terrore nelle ossidiane del figlio i falsi lenimenti dolciastri  sulla ferita sempre aperta  della sua stessa storia, forse era scritto. È il momento della scelta. È ora che ti passi – e tu ascolti bene – le formule in lingua antica che trasformano quei mieli in parola e lo zolfo in terra d'ocra. È un'operazione ad alto rischio. «E io vi donerò un cuore nuovo che possa contenere parole nuove» dice il testo, e omette il dolore di un intervento senza anestesia,  né memoria. Oppure, perdiamoci assieme in questo orizzonte grigio-fumo, mano nella mano,  perdiamoci  assieme. VIDEO-LETTURA di Lorenzo Pieri _____ Testo  –  inedito 2025 – di Sergio Daniel...

Due poeti allo specchio (Elisa Malvoni e Sergio Daniele Donati)

Immagine
El Matorral Scalare la latitudine  da un continente a un arcipelago dal Matorral a Castillo sui cayucos e sulle gambe. “ Bienvenidos ” alle cancellate bianche. All'arsura ancòra delle sabbie oltre questi confini di calce fino a un capanno di pietra col tetto crollato in altra pietra. In grembo al solo muro scuro sdraiarsi sotto un lenzuolo d’ombra ri-tirarlo a sé di ora in ora chiedere asilo alla longitudine. Inedito 2025 di Elisa Malvoni  Oh Salgari Il viaggio è dimensione ristretta senza spessore e lenta. Eppure proietta prismi di sogno nel regno dei nostri desideri. Mi allungo anch'io orizzontale al suono delle tue parole e chiedo ritmi tribali; un tuffo ocra nell'antico. Resto qui, l'occhio velato  da nebbie lombarde. Inedito 2025 di Sergio Daniele Donati 

(Redazione) - Genere In-verso - 20 - Il pero nella letteratura.

Immagine
      di David La Mantia La pera è un frutto antichissimo, tanto che sembra che venisse coltivata già nel Neolitico. In genere le è stato associato un significato positivo per la sua caratteristica di essere molto dolce, quando matura. Come se questa maturità fosse allegoria di saggezza. La pera, già conosciuta in epoca omerica, era consacrata a dee di rilievo, su tutte Venere e Giunone. Lo storico Pausania ricorda che a Tirinto e Micene si scolpivano le statue di Era nel legno di pero. Questo frutto era anche associato a Venere, poiché la forma allargata verso il basso evoca l'immagine del ventre femminile. Lo stesso Plinio il Vecchio, elencandone le numerose varietà, ricorda anche le cosiddette "Veneree", dolcissime tra tutte le pere. Fino a non molto tempo fa nel cantone svizzero di Argovia si piantava un melo, quando nasceva un maschio e un pero se vedeva la luce una bambina. I bimbi – si diceva in una leggenda – crescevano o deperivano con il loro albero. Il suo fior...

Due poeti allo specchio (Michela Silla e Sergio Daniele Donati)

Immagine
  Fai di cristallo ogni fuga che nascondo – sono cieca al vero – cuore senza fondo di muschio e pietra. Lo scirocco benedice la riva – ma tu chiedimi del maestrale che agogna l'orizzonte, il cielo fermo sulla linea del mare, la sua terra, la sua culla                                       da perdonare. inedito - 2025 - di Michela Silla Nei nomi del vento  io mi perdo. Mi affascina il canto corale  degli alisei ,  e quel loro odorare  di schiuma e  di pensieri mai conclusi. E non ho domande da porti se non la preghiera  di un ascolto soffuso, di ciò che è prima d'ogni nome; tu e io, muti  e mitigati  dal suono di un soffio la cui eternità  è fuori dal simbolo. inedito - 2025 - di Sergio Daniele Donati ______ NOTIZIE BIOBILIOGRAFICHE Michela Silla , nata a Cagliari nel 1984, è laureata in Lettere e ha conseguito il Dottorato di Ricerca  in F...

Da "Midbar" (di Raffaela Fazio - Raffaelli Editore, 2019) - 10 - Alle querce di Mamre

Immagine
Alle querce di Mamre “Egli alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui. Appena li vide, corse loro incontro dall’ingresso della tenda e si prostrò fino a terra, dicendo: «Mio signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passare oltre senza fermarti dal tuo servo […] Andrò a prendere un boccone di pane; ristoratevi, dopo potrete proseguire […]». All’armento corse lui stesso, Abramo; prese un vitello tenero e buono e lo diede al servo, che si affrettò a prepararlo” (Gn 18,2 ss.). Vigile quiete la sosta sulla soglia. Accordi il fiato al ritmo delle ore - le più calde. Il tuo riposo si concilia  al mondo:             pare una vigilia. Ma cosa attendi             vecchio se non pretendi nulla? Perché  dal fondo dei tuoi anni             alzi lo sguardo? Hai visto e sei accorso. Non chiedi chi sia lo straniero. Non cerchi un segno. Nel suo panim accogli  il volt...

(Redazione) - Muto Canto - 23 - Di un dialogo con immagini fermate in parole per e con Angelo Curcio.

Immagine
  di Anna Rita Merico  A proposito dell'opera di ANGELO CURCIO  "Terramare"  (Editrice Zona-level48, Genova 2022),  con prefazione di Costanzo Ioni. Un testo che si nutre di un poetico-viaggio in remote cartografie generate a sud. Cartografie intramate di luci e di soglie, di madri e di armonie, di sentieri e ricerche di bussole. Angelo Curcio rinnova gli antichi saperi legati alle sapienze degli apprendimenti della navigazione notturna facendone tratto lirico-esistenziale di adamantina bellezza. La navigazione notturna di questo Autore è l’attraversamento delle perigliose acque in cui immergersi senza bussole al cospetto delle Scille e delle Cariddi che emergono dai e nei gorghi della Vita. Potenze da aggirare per nuove rinascite e la poesia resta l’unico autentico linguaggio per dire di tale materia. Se le Scille e le Cariddi dei gorghi presenziano al movimento della scissione del pensiero, della frammentazione della parola, la poesia ha il potere di ri-armoni...